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Calcio

“Mourinho, maestro e stratega. Conte, che rivoluzione tattica!”

Da Samuele Virtuani 17/10/2025

César Azpilicueta ripercorre undici stagioni leggendarie al Chelsea: il rigore quotidiano, l’evoluzione sotto Mourinho, la rivoluzione tattica di Conte e la consacrazione con Tuchel. Una lezione di professionalità e dedizione che trascende il calcio

L’ex capitano del Chelsea Cesar Azpilicueta si racconta in esclusiva a Diretta Flashscore: undici stagioni, tre Premier League, una Champions e un mantra costante, la disciplina. Dai consigli di Mourinho e Conte fino alla rinascita con Tuchel, Azpilicueta svela cosa significa essere un leader silenzioso.

“La disciplina è tutto”

«Sono molto disciplinato. Ho sempre cercato di seguire delle routine per restare in forma e a disposizione. Ho dedicato molto tempo a questo, perché il mio obiettivo era sempre pensare alla partita successiva», racconta César Azpilicueta.

Dietro le 508 partite giocate con il Chelsea, c’è una filosofia semplice ma ferrea: l’autocontrollo come forma di rispetto per la squadra e per sé stessi.

«Tutto è parte della disciplina: alimentazione, allenamento, recupero, ma anche equilibrio mentale tra vittorie e sconfitte. Sono molto critico con me stesso e cerco sempre la perfezione. Anche quando gioco bene, penso che potrei fare di più.»

Stretching, fisioterapia, analisi video: abitudini invisibili, ma fondamentali. «In Premier League devi essere sempre pronto. Ho fatto di tutto per esserlo.»

Mourinho, sempre un passo avanti  

José Mourinho ha avuto un ruolo decisivo nella carriera di Azpilicueta. Fu lui, infatti, a trasformarlo da terzino destro a sinistro e a farne uno dei difensori simbolo della Premier League 2014/15.

«Controllava tutto. Si percepiva che era sempre un passo avanti. All’inizio non è stato facile, ma ho sempre sentito la sua fiducia», ricorda lo spagnolo.

In uno spogliatoio con Ivanovic e Ashley Cole, due giganti del ruolo, Azpilicueta trovò la sua strada. «Non era facile, ma ho imparato da loro e da Mourinho. Passo dopo passo, mi sono conquistato il posto.»

La concorrenza con Filipe Luis non lo spaventò, anzi: «Mi ha spinto a dare qualcosa in più per la squadra, a portare qualcosa di diverso. E poi giocare accanto a John Terry è stato come seguire un corso accelerato di difesa.»

“Se avessimo 11 Azpilicueta, vinceremmo la Champions League” — José Mourinho

«Quando l’ho sentita, mi ha scombussolato un po’, ma è stato bellissimo. Mi ha dato la motivazione per dire: devo essere io il punto di riferimento.»

Conte, sempre esigente 

Con Antonio Conte arrivò una nuova metamorfosi. L’allenatore italiano lo spostò nel ruolo di centrale destro nella difesa a tre, inaugurando una delle stagioni più dominanti della storia recente del club.

«Era molto esigente e ha avuto il coraggio di cambiare sistema. All’inizio voleva giocare con il 4-2-4, poi con il 4-3-3, ma i risultati non arrivavano. Poi siamo passati al 3-4-3 e abbiamo vinto 13 partite di fila, le prime sei senza subire gol.»

Quel cambio di sistema portò i Blues a 30 vittorie su 38 partite, un record assoluto. «Da quel momento abbiamo costruito fiducia e compattezza. Mi sono divertito molto in quel ruolo.»

Tuchel e la Champions League

L’arrivo di Thomas Tuchel nel gennaio 2021 fu un altro punto di svolta.

«Non è facile cambiare allenatore a stagione in corso, ma lui aveva idee chiarissime. Ha portato fiducia e organizzazione. Non lavoravamo molto sulla difesa in allenamento, ma il suo modo di gestire il pallone ci permetteva di recuperare alto e creare occasioni.»

Il resto è storia: in cinque mesi il Chelsea vinse la Champions League, cambiando il volto della propria stagione.

John Terry, il capitano eterno

Tra le figure che lo hanno ispirato di più, Azpilicueta cita John Terry.

«Era il capitano e lo sentivi in ogni momento. Giocava sempre ad altissimo livello. È stato un esempio, e due anni dopo, nel 2017, ho cercato di replicare quello che aveva fatto lui.»

 

“Ho imparato da Terry cosa significa essere un riferimento per gli altri.”

 

Kanté, il motore silenzioso

Infine, un omaggio a N’Golo Kanté, il cuore del centrocampo dei Blues:

«Era un vero leader. Copriva ogni spazio, ovunque. Faceva passaggi semplici ma sempre intelligenti. Quando avevi lui davanti, sapevi che ci sarebbe stato sempre a darti una mano.»

Una carriera costruita sul sacrificio

Undici anni al Chelsea non si costruiscono per caso. Si costruiscono con routine invisibili, ambizione costante e una disciplina ferrea.

César Azpilicueta rappresenta il professionismo nella sua forma più pura: nessun clamore, solo lavoro, dedizione e amore per il calcio.

“Disciplina, fiducia e sacrificio. È così che resti a lungo al top.”

Il protagonista

  • Nome completo: César Azpilicueta Tanco
  • Nato a: Pamplona, Spagna (1989)
  • Anni al Chelsea: 2012–2023
  • Partite giocate: 508
  • Titoli vinti: 1 Champions League, 2 Premier League, 1 Europa League, 1 Supercoppa UEFA, 1 Coppa d’Inghilterra, 1 Coppa di Lega
Tags: Chelsea; Conte; Tuchel; Champions League

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Nota sull’autore: Samuele Virtuani

Nato a Milano il 4 maggio 2001, è accanito calciofilo e appassionato di F1 fin dai tempi delle scuole medie. Laureato in Storia contemporanea all'Università degli studi Milano con una tesi intitolata: "Ai tempi dei dinosauri e dei pionieri. Tifo, politica e impegno sociale attraverso le fanzine dei Rangers 1976 Empoli Vecchia Guardia", da novembre 2020 è speaker presso Radio Statale, per la quale ha ideato e condotto per due stagioni "BigBang Effect". Da ottobre 2022 ha virato verso la narrazione sportiva con "Glory Frame", show radiofonico in onda tutti i mercoledì dalle 14:00 alle 15:00 sulle frequenze di Radio Statale e in podcast su Spotify.

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