Kyan Daniel Duffy Escalona è l’ennesima conferma che il mondo dei 110 metri ostacoli è entrato in una nuova dimensione. Dopo Lorenzo Simonelli, l’Italia ha espresso un altro talento di spessore internazionale, in grado di conquistare gli Europei Under 18 con il tempo di 13”22.
Un crono che gli è valso la miglior prestazione continentale della stagione fra gli allievi, ma soprattutto il nuovo primato italiano strappato a Mattia Di Panfilo. Il 16enne romano in forza all’A.S.D Kronos Roma ha saputo primeggiare in passato nell’equitazione e ora punta a farlo anche nell’atletica dei grandi.
Si aspettava di conquistare l’oro agli Europei con quel tempo?
Sinceramente no, piuttosto speravo in un altro momento della stagione di far un crono simile, ma di vincere così non mi era passato proprio per la mente.
In molti l’hanno paragonata a Lorenzo Simonelli. Sente il peso di questa eredità?
Non molto, perché durante la gara mi sono concentrato su me stesso e che mi sarei dovuto divertire. Avendo poi gli altri compagni a tifare per me, sono riuscito a cacciare ogni altro pensiero.
Come hanno vissuto i suoi famigliari questo successo?
Sono stati molto felici anche se hanno vissuto questa gara con grande ansia. Non mi hanno però mai fatto mancare il supporto e sono orgogliosi per quanto ho fatto.
Quanto l’ha aiutata ad avere i suoi compagni di squadra al proprio fianco?
Mi ha aiutato parecchio anche perché alla fine di ogni turno Pietro Villa era lì sulla riga del traguardo a farmi i complimenti. Mi ha tranquillizzato molto questo fatto anche perché stavamo facendo più o meno tutti la stessa cosa. Vivere questa esperienza con loro mi ha permesso di godermela di più rispetto a essere solo.
In inverno aveva già fatto 7”69 sui 60 metri. Quella prestazione l’ha sbloccata verso l’outdoor?
So di essere molto forte dopo il 3°/4° ostacolo per cui stavamo già pensando che all’aperto sarei potuto andare meglio, anche se non funziona così per tutti. Ci sono atleti che fanno i primi cinque ostacoli molto veloci e poi perdono velocità oppure viceversa. A parte ciò, quando ho finito la stagione indoor, non sapevo quanto avrei potuto fare durante quella outdoor. Ho realizzato quali tempi avrei potuto raggiungere all’aperto soltanto in occasione della mia prima uscita stagionale.
Nel 2019 è stato campione del mondo Under 12 di Mounted Games, specialità di equitazione. Com’è nata l’idea di passare all’atletica?
E’ qualcosa di molto casuale, non pianificato. Da piccolo giocavo nel parco con mio padre e lì ho iniziato a saltare su alcune siepi. Da lì è nata l’idea che esistessero anche altre tipologie di ostacoli che avrei dovuto provare e fortunatamente abbiamo visto che erano particolarmente funzionali per me.
Cosa si aspetta dagli ostacoli da 106 centimetri?
Spero di far ancora meglio, anche se già di partenza preferisco gli ostacoli più alti. Mi divertono maggiormente perché mi aiutano a migliorare la tecnica oltre a ridurre i margini di errore obbligandoti a concentrarti di più. Non vedo l’ora di fare questo passo.
Come si spiega questo exploit degli ostacolisti a livello nazionale?
Sinceramente non me lo sarei spiegare. Probabilmente è dovuto a un’epoca che stanno spuntando atleti molto forti legati a questa specialità oppure ai miglioramenti nella tecnica. Sicuramente ciò fa bene all’atletica italiana.
Quali sono gli obiettivi per le prossime stagioni?
Migliorare la tecnica e la conoscenza degli ostacoli. Nelle gare importanti provare a centrare la finale e poi il podio, divertendomi ad affrontare competizioni internazionali. C’è già il pensiero innanzitutto agli Europei Under 20 del prossimo anno, tuttavia non posso negare che abbia già buttato un occhio sui Mondiali del 2026.