Se il buongiorno si vede dal mattino… Certo la stagione è solo al primo passo, per questa disciplina strana se non a volte bislacca la vera partenza sarà solo a inizio dicembre, ma le punte azzurre hanno dimostrato di essere ripartite da dove si erano fermate la scorsa stagione. E nello sci, viste le tante variabili, è sempre difficilissimo ripetersi. Forse questa stagione in gigante sarà più facile delle precedenti con il ritiro di una campionessa come la tedesca Rebensburg e le incertezze forse più mentali che fisiche e tecniche della statunitense Schiffrin, ma nulla toglie alla pesantezza e alla
verità del risultato.
Marta Bassino ha confermato, nel primo appuntamento della coppa del mondo a Solden in Austria, di essere entrata nella dimensione il cui la si attende da tempo. La classe l’aveva dimostrata sin dagli esordi in Coppa del Mondo cinque stagioni fa, ma pareva leggerina, incostante, emotiva. La prima vittoria in Coppa la cuneese l’aveva ottenuta la scorsa stagione negli Stati Uniti, a Killington, ma la prova di Soelden ha dato la dimensione della statura che ha raggiunto. Ha aggiunto qualche cavallo al motore, ma soprattutto ha dimostrato una maturità tattica sempre mancata in passato.
Nella prima manche è partita con il numero 2 nella nebbia. Non aveva riferimenti dalle avversarie, ma ha subito fatto capire che in questa difficile situazione aveva delle certezze, frutto anche di un’ottima ricognizione della pista e del tracciato con uno staff sicuramente efficiente. Sul piano della potenza non può certo competere con carri armati come la slovacca Vhlova, Marta ha dominato con la scioltezza di sciata che la contraddistingue. A volte ricorda davvero la
Compagnoni nel far sembrare facili passaggi in cui le altre remano.
Le sue linee sono essenziali, quello che non guadagna con la forza lo trova con la sensibilità dei suoi magici piedi. Il risultato è stata una grandissima continuità di azione come nessun’altra atleta è riuscita a dimostrare. La prima tornata la Bassino l’ha chiusa con vantaggi abissali sulle avversarie, solo 2 (Brignone compresa) sotto il secondo, solo 8 sotto i 2 secondi.
Quelle tre ore che passano fra le due manche posso schiacciare un toro, l’emozione può soffocare. Marta invece è rimasta lucida e fredda. Non si è lasciata impressionare dalla grandissima discesa della Vhlova, non ha preso tutti i rischi ed ha gestito gli oltre 2 secondi di vantaggio sulla slovacca con intelligenza. Ora sappiamo di poter sempre contare in gigante su questa ragazza in ogni condizione climatica e di neve.
Non meno brava si è dimostrata Federica Brignone. La detentrice della Coppa del Mondo generale e di specialità non è ancora al massimo della condizione essendo una polivalente e con mesi pesanti davanti. Lo sarà a dicembre se non a gennaio, in vista dei Mondiali di Cortina. Ma la sua sciata è sempre unica, con pieghe da paura e scelte che solo lei può fare. Il secondo posto finale è un grande inizio per l’azzurra che la pone, anche senza combinate, ancora fra le candidate alla Coppa generale. Fede è molto migliorata nella scorrevolezza su terreno facile e a dicembre sapremo se sarà altrettanto competitiva nelle prove veloci.
Ma non meno importante di questo primo e secondo posto è il sesto di Sofia Goggia. La bergamasca, campionessa olimpica della discesa nel 2018 in Sud Corea, ha chiuso la scorsa stagione a gennaio con la frattura del radio del braccio sinistro. In gigante per gli infortuni dopo l’Olimpiade aveva perso la classifica e un anno fa a Soelden partiva oltre il numero 60, ora con il 16. Significa avere sotto gli sci una pista migliore, meno segnata dalle avversarie e Sofia ne ha
approfittato.
La sua azione non è tecnicamente bella come quella di Brignone e Bassino ma è sempre emozionante, perché non si tira mai indietro, i rischi li prende sempre tutti, è nella sua natura. Ma la cosa tecnicamente più importante è che la Goggia a Soelden si è mostrata molto più stabile in velocità e ciò significa molto per una campionessa che il meglio lo dà oltre i 100 km/h. Essere più solida in gigante l’aiuterà molto in superG e discesa. Rimaniamo in fervente attesa…
L’Italia femminile della neve quindi c’è ed in gigante è già una valanga. Peccato però che nessuna delle giovani schierate sia riuscita a qualificarsi per la seconda manche, non è facile, ma sappiamo che davanti abbiamo tre fuoriclasse. Se il virus non sgambetterà ancora la Coppa del Mondo ci sarà da divertirsi.