Italia-Germania è da oltre cinquant’anni un grande classico del calcio mondiale. Disputare una sfida di questo calibro significa entrare nella storia di questo sport. Luciano Chiarugi non si è limitato ad affrontare una sola Germania, ma ben due distinte quando il globo si divideva ancora in Est e Ovest e il Muro di Berlino non era soltanto un retaggio del passato.
Noto per la sua velocità e l’abilità di concludere a rete, la “Freccia di Ponsacco” cresce nelle giovanili della Fiorentina dove esordisce a diciannove anni il 30 gennaio 1966 nel match vinto con il Brescia. Considerato dall’allenatore Giuseppe Chiappella il sostituto ideale di Kurt Hamrin, Luciano prende pian piano fiducia vincendo la Coppa Italia e la Mitropa Cup, ma soprattutto diventando titolare a partire dalla stagione successiva quando veste la maglia della Nazionale Under 21.
Dal carattere irrequieto, Chiarugi alterna prestazioni spettacolari a momenti di buio come raccontato da lui stesso qualche anno dopo in un’intervista: ““Nella squadra viola dribblavo tutti: i compagni magari dicevano che ero egoista, ma ai tifosi piacevo così. Giocavo d’istinto, in campo mi sembrava di essere solo. Mi ordinarono di stare più arretrato, obbedii. Ma non era il mio gioco, in certe partite quasi non mi si vedeva. Mi sentivo come prigioniero. Magari arrivava qualche fischio ed io morivo di rabbia: mica potevo gridare al pubblico che non era colpa mia, che era colpa di chi mi impediva di fare ciò che volevo. Dovevo accusare Liedholm, o Pesaola? Stavo zitto, e mandavo giù il rospo”.
Quest’atteggiamento influenza il rapporto con i suoi allenatori a partire da Bruno Pesaola che nella stagione 1968-69 spesso gli preferisce Mario Maraschi e Franco Rizzo. Luciano non si arrende e segna così sette gol nella stagione del secondo scudetto viola, realizzando in particolare il gol decisivo contro la Juventus. La stagione successiva la Fiorentina non va oltre il quarto posto, ma Chiarugi trova maggior spazio e segna dodici reti tanto da venir notato anche da Ferruccio Valcareggi che lo chiama in Nazionale per la prima volta il 22 novembre 1969 per la sfida di qualificazione ai Mondiali 1970 con la Germania Est.
L’Italia si gioca il pass per la competizione iridata e Chiarugi viene schierato titolare in una formazione che può sfruttare la classe di Sandro Mazzola, Angelo Domenghini e Gigi Riva. Dopo soli sette minuti Luciano mette in area un cross dalla destra mandando in confusione la difesa tedesca e consentendo a Mazzola di lanciarsi sul pallone per il vantaggio azzurro. L’Italia continua a dominare il gioco, motivo per cui al ventiseiesimo, dopo una lunga corsa a centrocampo, Riva offre a Domenghini il passaggio decisivo per il 2-0. Come se si conoscessero a memoria al trentaseiesimo l’attaccante bergamasco crossa al centro per il compagno di squadra che si tuffa al volo e colpisce di testa.
L’Italia vince 3-0, scaccia ogni fantasma e vola in Messico per i Mondiali per cui Chiarugi, nonostante l’ottima stagione, non viene convocato. Nonostante tutto, l’attaccante toscano rimane il pilastro della Fiorentina perdendo nel 1970 una finale della Coppa delle Alpi e due anni dopo quella della Mitropa Cup. Queste prestazioni non passano inosservate ai dirigenti del Milan che nel 1972 lo portano in Lombardia per circa 400 milioni di lire prendendosi sulle spalle l’undici rossonero con cui vince una Coppa Italia e una Coppa delle Coppe in cui realizza la punizione decisiva in finale contro il Leeds United.
Gli highlights di Italia-Germania Ovest del 26 febbraio 1974
Questi successi richiamano l’attenzione di Valcareggi che torna a prenderlo in considerazione convocandolo per un’amichevole con la Germania Ovest in programma il 26 febbraio 1974 a Roma. L’Italia che si affida al blocco della Lazio spaventa la formazione guidata da Franz Beckenbauer avendo una grande occasione a metà primo tempo quando Giorgio Chinaglia, ben servito da Fabio Capello, spara addosso a Sepp Maier, uscito in area alla disperata per evitare la marcatura dell’azzurro.
L’attaccante biancoceleste sfugge una seconda volta dalla marcatura di Chinaglia al 28’, venendo atterrato questa volta da due difensori tedeschi senza che l’arbitro conceda alcun rigore. Sono quindi i tedeschi ad andare vicino al vantaggio alla fine del primo tempo con Dino Zoff che fa buona guardia su un tiro angolato di Jepp Heynckes. Nella ripresa è ancora l’estremo difensore protagonista quando al 53’ devia sopra la traversa un tiro di Günter Netzer. Per l’Italia c’è però spazio per un’ultima occasione nel finale quando Chiarugi, servito da Pino Wilson, colpisce al volo e costringe Maier agli straordinari.
Finisce 0-0, ma gli azzurri sembrano in corsa per la conquista del Mondiale che si terrà a breve proprio in Germania e lo stesso Chiarugi appare l’uomo designato per portare nel Bel Paese il terzo titolo iridato. Ma ancora una volta il destino è avverso verso l’attaccante del Milan che è costretto a vedere i connazionali tornare a casa amaramente dopo la fase a gironi. Per Chiarugi c’è spazio ancora per un ultimo “valzer” in azzurro nell’amichevole del 29 dicembre 1974 con la Bulgaria. Tuttavia quell’Italia sperimentale guidata da Fulvio Bernardini non convince e, dopo l’ennesimo 0-0, si va verso la gestione di Enzo Bearzot che non lo considera più all’altezza della situazione.
Per Chiarugi non resta altro che mettersi a disposizione dei club proseguendo la propria carriera fra Milan, Napoli e Bologna prima di chiudere la carriera in Serie C. Un finale in calando per chi ha potuto affrontare durante la carriera entrambe le Germanie.