A tre settimane dall’inizio di Euro 2021, la Francia richiama Benzema. A cinque anni dall’esclusione del centravanti del Real Madrid (273 gol e centinaia di assist) per ragioni disciplinari, ecco un fuoriclasse in più per Deschamps, che peraltro in attacco aveva solo l’imbarazzo della scelta, tra il magnifico Mbappé, Griezmann, Giroud, Martial, Dembelé e Coman. Troppo semplice l’equazione per molti osservatori: se la Francia andava già considerata la grande favorita della rassegna continentale, come immaginare la sua sconfitta con un Benzema in più? Oltretutto, un Benzema protagonista della migliore stagione della carriera, un attaccante totale, con i piedi di un numero dieci. Un Benzema al quale manca, prima di pensare al ritiro, soltanto un grande successo internazionale con la Francia dopo le quattro Champions league vinte con la Casa blanca.
Sembra dunque imbattibile la nazionale transalpina, che vanta anche ottimi difensori, un portiere affidabile come Lloris e persino un paio dei centrocampisti più invidiati del pianeta, come Pogba e il tuttofare Kanté. Tuttavia, la scelta di reintegrare Benzema pone anche qualche interrogativo: come sarà riaccolto nel gruppo il giocatore che fu estromesso per via di una brutta storia di ricatti ai danni di un compagno di nazionale, l’ormai anziano Valbuena, che sta concludendo la carriera in Grecia, nell’Olympiakos? Non va infatti trascurato che il gruppo dei blu, nelle cinque stagioni senza Benzema, ha vinto il titolo mondiale in Russia, dimostrando che l’attaccante più forte non era indispensabile. Anche se molti osservatori francesi sostengono che Benzema sia il miglior centravanti di sempre, superiore anche ai mostri sacri Henry, Fontaine e Papin.
A chi toglierà il posto Benzema nel tridente? Non a Mbappé, forse neppure a Griezmann. Probabilmente a Giroud, che tuttavia ha sempre soddisfatto Deschamps: non ruba mai l’occhio, ma sbaglia poco sotto porta.
C’è poi un’altra questione da non sottovalutare: la Francia continua a vincere, ma in molte occasioni il suo gioco sembra involuto, meno efficace rispetto al passato, più legato all’estro dei solisti che non alla varietà degli schemi. Come se Deschamps si fosse fermato, con l’idea che niente di più vada fatto per restare ai vertici. Cosicché, la manovra è risultata prevedibile, e molte vittorie sono state più sofferte del necessario. Una Francia più spregiudicata, più votata all’attacco, sarebbe – secondo una corrente di pensiero – assolutamente irresistibile. Viceversa, questa Francia calcolatrice, attenta ad amministrare ogni energia, rischia di mortificare il talento di cui dispone.
Alle spalle della Francia, in un’ipotetica griglia di partenza di Euro 2021, vanno collocati il Portogallo e il Belgio. Il Portogallo per l’ovvia ragione che chi ha Cristiano Ronaldo, anche all’età di trentasei anni, parte con un vantaggio innegabile. Il Belgio, perché ha molta qualità – per tutti, valga il nome di De Bruyne, che nella gerarchia della squadra ha soppiantato Hazard – ed un tecnico di primissima fascia come lo spagnolo Martinez. Stabilito il podio, ci sono almeno quattro nazionali di valore equivalente, l’Italia, la Spagna che Luis Enrique sta rifondando, l’Inghilterra e la Germania. Le ambizioni degli azzurri, dopo la storica esclusione dal mondiale 2018, sono note: bisogna vedere se le premesse e le promesse di Mancini avranno lo sbocco desiderato in una competizione molto diversa dalle qualificazioni euromondiali contro rivali che non figurano tra le prime del ranking Fifa.
Enzo D’Orsi (foto tratta da Goal.com)