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Sport

I “figli di WhatsApp” non sanno più scrivere, non leggono più e sono sedentari

Da Maurizio Mondoni 19/12/2024

Approfondiamo un tema sulla nostra società che parte dall'istruzione e dalla curiosità ed abbraccia anche la salute fisica. Per un futuro migliore

Né virgole, né congiunzioni, i “figli di WhatsApp” arrivano all’Università, ma non sanno più scrivere un testo complesso e spesso preferiscono i messaggi vocali per comunicare.
La loro comunicazione è scarna, puerile, sempre più ricca di vocaboli stranieri, spesso gergali, che fanno parte dell’uso comune, come comune è fare una ricerca dallo smartphone, con comandi vocali per essere più veloci. Molti giovani non sanno neppure scrivere correttamente una mail, ancor meno scrivere un curriculum vitae o una tesi.
In Università
Nella mia quarantennale esperienza di docente universitario in Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, prima all’ISEF, poi al Corso di laurea in Scienze Motorie e dello Sport, ho avuto e ho attualmente studenti che non sanno scrivere correttamente una tesi, che copiano dai motori di ricerca, e quando “ci mettono del loro” commettono errori di grammatica e il congiuntivo non fa parte del loro patrimonio linguistico. Spesso mi arrivano comunicazioni con parole senza le vocali, con verbi non ben coniugati, a volte incomprensibili e questo mi fa riflettere molto e allora mi domando: “Alle Scuole Superiori che formazione hanno avuto?”.
Durante le mie lezioni invito spesso gli studenti a leggere, ad arricchire il proprio vocabolario, ad essere curiosi, a informarsi, a ragionare, meditare, riflettere, immaginare e soprattutto pensare.
E dall’indagine che svolgo ogni anno all’inizio dell’anno accademico, purtroppo constato che molti studenti non praticano nessuna attività motoria e sportiva, qualcuno va in palestra, alcuni praticano sport con discreti risultati e solo pochi lo praticano con continuità, serietà e dedizione.
I giovani d’oggi non leggono più
I giovani d’oggi non leggono più, il loro vocabolario è assai limitato e spesso non conoscono il significato di qualche termine.
Le loro comunicazioni, brevi e arricchite di “emoticon”, hanno una assai limitata articolazione sintattica con molti errori di grammatica e una struttura dell’argomentazione abbastanza spezzettata, sono carenti di sintassi, senza coerenza e con poche scelte lessicali.
L’uso dei punti e delle virgole ne è la manifestazione più evidente, infatti non conoscono che la punteggiatura non è solo un fatto grafico, ma ha un suo valore testuale e scandisce l’organizzazione del testo.
Spesso i giovani comunicano con i messaggi vocali
Tra i giovani d’oggi è sempre più diffuso l’uso di messaggi vocali anziché scritti, in quanto si tende a preferire l’immediatezza (rapidi, d’effetto, frammentari) rispetto alla riflessione. Ciò fa riflettere, dal momento che questo presuppone la mancata conoscenza della grammatica e dell’ortografia, unite alla povertà di linguaggio.
Di fatto, la disabitudine alla lingua scritta, che in sé presuppone necessariamente un ragionamento, un pensiero, fa perdere le competenze di base. Si sceglie di registrare la propria voce e inviarla al destinatario e tutto ciò impedisce il dialogo, come se non ci si volesse confrontare con l’altro, che è degno solo di ascoltare e semmai rispondere e di conseguenza la “conversazione” si trasforma in un rimbalzare tedioso di messaggi. Questo tipo di colloquio, usando un eufemismo, nuoce alla comunicazione, non la favorisce, come invece si pensa in genere.
Io odio i messaggi vocali e a un messaggio vocale, rispondo con una telefonata repentina per sentire o per capire il contenuto del messaggio, che spesso è indecifrabile.
E la lettura?
Siamo il Paese dove si legge di meno, l’esempio lampante lo vediamo sui treni, sui bus, sulle metropolitane: mentre in altri Paesi i giovani leggono libri, in Italia si gioca con il cellulare.
Oggi i ragazzi conoscono (forse!) duecento parole e non si può pensare di formulare un pensiero se ti mancano le parole: non si pensa o si pensa poco se non si hanno le parole.
E’ molto importante leggere libri per sviluppare il “pensiero critico”, ma per molti giovani leggere è fatica, spesso è noia.
Questo declino nella lettura dei supporti stampati e in particolare il declino nella lettura di libri, è preoccupante, perché i giovani “super-connessi” con un click sanno tutto..
Il valore educativo dello sport e i giovani d’oggi
Oggigiorno lo sport è ancora un’attività rigenerante e divertente, ludica e formativa, amata dai ragazzi e dai giovani?
Come Insegnante di Educazione Fisica, nei 40anni di lavoro nella Scuola, in F.I.P. e in Università ho costatato un progressivo allontanamento dallo sport e dall’attività fisica.
Lo sport per molti giovani d’oggi è vissuto come un obbligo, un impegno in più di quelli imposti dalla società, un’attività non più spensierata ma tecnicamente strutturata e finalizzata alla competizione e alla prestazione.
Molti giovani vivono lo sport come un mezzo per dimostrare il proprio valore in una perenne sfida con se stessi e gli altri e lo trattano spesso come prodotto da consumare e non da vivere.
È ovvio che i motivi per cui i giovani stiano allontanandosi dallo sport praticato, non siano solo quelli appena analizzati, c’è di fondo che la famiglia e la società hanno sottovalutato il valore dello sport come mezzo formativo e “ghettizzato” l’Educazione Fisica scolastica, unico baluardo rimasto a contrastare un sistema che circoscrive all’immagine fisica il valore dell’attività fisica.
È sintomatico il fatto che molti adolescenti si limitano a svolgere attività che “migliorano” il proprio aspetto fisico, come il sollevare pesi in palestra, spesso saltano le lezioni di Educazione Fisica a scuola e ignorano totalmente gli sport a contatto con la natura.
Lo sport puro, scevro dal contagio capitalistico consumistico, educativo e formativo è diventato una rarità.
Conclusioni
I giovani d’oggi non hanno tempo per scrivere, o se lo fanno solo con il telefonino e a loro interessa talmente tanto l’opinione del destinatario che non hanno tempo per telefonare o ancora peggio incontrarsi e vedersi.
Sarebbe opportuno ritornare a scrivere con la penna, con la matita, con la biro, ma costa fatica, pensiero e impegno.
I giovani d’oggi non praticano più attività motoria e sportiva e per riavvicinare gli adolescenti all’attività fisica e sportiva, bisogna offrire loro nuovi stimoli, l’agonismo esasperato dei giorni nostri, le aspettative e le pressioni eccessive dei genitori e degli Allenatori, rischiano di allontanare i giovani dallo sport.
Occorre valorizzare di più l’attività fisica e sportiva anche non strutturata e questa è una sfida che deve coinvolgere anche le Società Sportive.
Cosa aspettiamo????
Tags: I “figli di WhatsApp” non sanno più scrivere!, non leggono più e sono sedentari

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Nota sull’autore: Maurizio Mondoni

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