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Motori

Formula Grand Prix – Argentina 1977, un esordio “esplosivo” per Scheckter e la Wolf

Da Marco Cangelli 21/01/2025

Per vincere in Formula 1 è necessario avere esperienza, tanto più se sei un costruttore che si presenta in pista per la prima volta con un auto. Non ditelo a Walter Wolf che nel gennaio 1977 giunge a Buenos Aires con l’intenzione di sorprendere tutti con la nuova Walter Wolf Racing.
L’imprenditore canadese aveva già acquistato nel 1976 la Frank Williams Racing Cars, tuttavia aveva partecipato alla rassegna iridata con delle Hesket, acquistate dall’omonimo lord che ha lanciato James Hunt. Il 9 gennaio 1977 Wolf vuole fare il salto di qualità e schiera un’auto guidata da Jody Scheckter, noto per avere il piede pesante piuttosto che per le vittorie.
Quella non appare però l’occasione propizia per debuttare visto che il Gran Premio dell’Argentina non sà da fare. Troppe incognite pesano sulla prova sudamericana, dalla decisione dell’Automobile Club d’Argentina di affidarsi alla World Championship Racing (WRC) per l’organizzazione della competizione in opposizione con la FOCA, all’accordo per l’ingaggio delle scuderie, raggiunto in extremis e per questo destinato a far slittare il Gran Premio.
Oltre a ciò incombe il rischio di attentati sul circuito di Buenos Aires, con l’esercito schierato a protezione del Parco Almironte Brown al fine di evitare colpi di mano da parte degli oppositori di Jorge Rafael Videla, a capo di una giunta militare insediatasi giusto qualche mese prima.
Mario Andretti a guida della Lotus nel Gran Premio d’Argentina 1977

A dispetto della data della gara, fissata per il 9 gennaio, il clima a Buenos Aires appare incandescente e non solo sull’asfalto dove si toccano punte di trentacinque gradi. Temperature che mettono in grossa difficoltà la Ferrari con Niki Lauda costretto a scattare dalla quarta piazza dopo aver lamentato per le coperture portate da Goodyear e considerate troppo dure. Temperature che rischiano di far perdere la vita a Mario Andretti, colpito in pieno rettilineo dall’esplosione di un estintore presente sulla sua auto e costretto a far i conti con delle ustioni alle gambe.
Chi invece sembra trovarsi a proprio agio è il campione del mondo uscente James Hunt che ferma il cronometro in 1’48″68 e conquista con la McLaren la settima pole position in carriera davanti al connazionale John Watson su Brabham, ma soprattutto sul francese Patrick Depailler, velocissimo nella prima sessione del venerdì, ma poi non in grado di rispondere agli inglesi con la sua Tyrrell.
La domenica in gara le cose cambiano velocemente: Watson, sfruttando le gomme morbide, brucia alla partenza Hunt e guida la gara seguito dal campione iridato, da Lauda e da Andretti, in grado di scendere in pista grazie all’auto concessagli dallo svedese Gunnar Nilsson. Per l’austriaco della Ferrari non è giornata e, dopo esser sceso gradualmente verso il fondo della graduatoria, è costretto a ritirarsi al ventesimo giro per un problema al propulsore.
Nonostante l’ottimo avvio, Watson può poco rispetto alla potenza della McLaren di Hunt che dopo dieci giri torna al comando delle operazioni e scappa via, infliggendo un distacco oltre quindici secondi sul nordirlandese e da Jochen Mass con l’altra McLaren. Tutto sembrerebbe andare per il meglio per la scuderia di Woking quando alla ventinovesima tornata Mass è costretto al ritiro per noie al motore. Hunt prosegue spedito, forse troppo, tanto che al giro successivo finisce fuori pista ed è obbligato ad abbandonare la gara.
Carlos Pace alla guida della Brabham
In testa torna Watson, tallonato dal compagno di squadra Carlos Pace che al trentacinquesimo giro compie il sorpasso decisivo e scrive i presupposti per una doppietta della Brabham. La fortuna non sembra arridere nemmeno alla scuderia britannica con Watson che al quarantaduesimo giro deve alzare bandiera bianca per la rottura del semiasse. Dietro si fa quindi largo la figura inquietante di Jody Scheckter che si prepara a vivere un pomeriggio di gloria. Complice alcuni problemi ai pneumatici, Pace è costretto a cedere la testa al pilota africano al quarantasettesimo giro regalando così alla Wolff una vittoria al debutto come era accaduto in precedenza soltanto ad Alfa Romeo, Mercedes e Kurtis Kraft.
Seconda piazza per Pace che precede il pilota di casa Carlos Reutemann, in grado di portare la Ferrari sul podio al termine di una lunga rimonta, anticipando di poco il brasiliano Emerson Fittipaldi. Quinta piazza nonostante il ritiro per Mario Andretti che, dopo esser arrivato a superare Pace a due giri dal termine, è obbligato a uno stop forzato a causa di uno pneumatico distrutto chiudendo di fatto un weekend alquanto “esplosivo” per l’italo-americano.
Tags: Brabham, Carlos Pace, Carlos Reutemann, ferrari, formula 1, Formula Grand Prix, Gran Premio d'Argentina 1977, James Hunt, John Watson, Mario Andretti, mclaren, Niki Lauda, Patrick Depailler, Tyrrell, Walter Wolf, Walter Wolf Racing

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Nota sull’autore: Marco Cangelli

Nato il 4 giugno 1997 a Bergamo, svolge il ruolo di giornalista pubblicista dal 2016 collaborando con una serie di testate online. Laureato in Scienze Storiche con un Master in Radiofonia, lavora attualmente nella redazione di SportMediaset svolgendo conducendo una serie di programmi presso Radio Statale e Radio RBS. Appassionato di sport a 360 gradi, ha seguito 3 Olimpiadi e un giorno sogna di poterlo fare dal vivo.

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