Il Giro d’Italia 1982 è partito da un solo giorno, eppure la Corsa Rosa rischia di fermarsi immediatamente. Dopo la cronosquadre di Milano che ha vestito di rosa Bernard Hinault, il gruppo riparte da Parma in direzione Versilia verso Viareggio, ma i vigili urbani toscani non sembrano essere del tutto d’accordo.
Tutti aspettano la volata dove il favorito è Giuseppe Saronni, tornato al Giro dopo il terzo posto dell’anno precedente, ma le forze dell’ordine decidono di incrociare le dita e dire no all’arrivo dei corridori. I vigili vogliono far pesare il loro potere sindacale e per farlo sfruttano una manifestazione di spessore internazionale.
A loro dire l’amministrazione comunale di Viareggio dovrebbe riconoscere l’indennità di pubblica sicurezza, una richiesta difficile da accettare, tuttavia il comune toscano non può farsi scappare l’opportunità di accogliere la “Festa di Maggio”. Il 14 maggio il sindaco di Viareggio Milziade Caprili e l’assessore Fabio Barbetti si mettono quindi all’opera e, nonostante qualche difficoltà, trovano l’accordo con i dipendenti comunali.
Lo sciopero è scongiurato, ma a Viareggio i problemi non mancano. Non tanto per i corridori che corrono veloci attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano prima di scendere lungo le Alpi Apuane e giungere in Versilia dove li attende il traguardo di Viareggio. Nel finale rimangono davanti un gruppetto di tredici corridori che si gioca il successo allo sprint e, come previsto, è Giuseppe Saronni a vincere.

Il capitano della Del Tongo-Colnago sfodera tutta la sua potenza e anticipa Paolo Rosola (Atala-Campagnolo) e Robert Dill-Bundi (Hoonved-Bottecchia). Tutto a posto? Assolutamente no, perché il collegio di giuria ha difficoltà con il cronometraggio. Fra calcoli matematici e piazzamenti da valutare, la maglia rosa viene inizialmente assegnata allo svizzero Dill-Bundi , ma il pistard elvetico non ha nemmeno il tempo di festeggiare che il simbolo del primato gli viene tolto dalle spalle.
La giuria cambia infatti idea e assegna il primo posto in classifica a Saronni che non fa nemmeno in tempo a salire sul podio che pure lui deve abdicare. A quel punto si torna a Hinault che apparentemente avrebbe salvato la vetta della graduatoria, ma i colpi di scena non sono ancora finiti. Alla fine la giuria riguarda l’arrivo e scopre che la maglia spetta a un compagno di squadra del “Tasso”, Patrick Bonnet. Per il 25enne francese si tratterà soltanto di un assaggio, tuttavia può almeno festeggiare dopo la grande confusione.