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Calcio

Italia-Spagna: da Tafazzi a Fred Buscaglione, la sfida non è esistita

Da Sport Senators 21/06/2024

De La Fuente ha asfaltato Spalletti. La Spagna: pressing, recuperi feroci, difesa alta. L'Italia: molle, lenta, spesso all’indietro tipo rugby. Il risultato è una bugia clamorosa: se non c'era Donnarumma... Ora restiamo tutti interdetti e sospesi nel vuoto, attaccati alla partita con la Croazia

CHE BAMBOLA!

di Roberto Beccantini, da Beck is Back – il Blog di Roberto Beccantini

Alla traversa di Nico Williams (21 anni, migliore in campo per distacco) mi è venuto in mente Beppe Viola. Il grandissimo Beppe. Quella battuta sul pugile che, pesto, frastornato e sanguinante, chiede al suo secondo: Come vado? Risposta: Se lo ammazzi fai pari.

Ecco: Spagna-Italia non è esistita, se non per le parate di Donnarumma, una mezza occasione di Retegui e le mischie del suggello, quando le furie rosse, ancora incredule di essere avanti di un solo gol, e per giunta di Calafiori, cominciavano a toccarsi gli zebedei, un po’ perché stanchi e un po’ perché sì.

Dal momento che un cenno agli allenatori è obbligatorio per legge, De La Fuente ha asfaltato Spalletti, rimasto alla propaganda delle edicole: la Spagna ha deposto il tiki-taka. Col cavolo: non è più l’unico riferimento, ma resta. E come. Veniamo ai giocatori. I loro: pressing, recuperi feroci, difesa alta, Rodri bussola, Fabian Ruiz sultaneggiante, Pedri a rompere le scatole fra le linee, Cucurella a tutta fascia, Morata nove-civetta. E il portiere, Unai Simon, senza voto.

I nostri: molli, lenti, spesso all’indietro tipo rugby; Di Lorenzo saccheggiato da Nico e poi da Ayoze, un incubo; Jorginho divorato dagli squali; Barella regista d’emergenza; Chiesa né terzino né ala; Scamacca soverchiato, Frattesi e Pellegrini sistematicamente in ritardo alle stazioni. Ricapitolando: lo scarto è una bugia clamorosa. Dal taccuino: 1) cross di Nico Williams, testa di Pedri e prima paratona di Gigio; 2) cross di Morata, sempre dalla fascia dilorenziana, sgrullata di Nico, fuori; 3) azionissima di Yamal (16 anni), lecca di Morata, pugni del portiere; 4) missile di Fabian Ruiz, Donnarumma volante e salvante; 5) da Cucurella a Pedri, mira sballata; 6) cross di Nico, sponda di Morata, coscia di Calafiori; 7) Morata dal limite, Donnarumma è lì; 8) zuccata di Pedri, dalla linea spazza Cambiaso; 9) traversa di Nico; 10) e 11) doppio salvataggio di Donnarumma su Ayoze.

Già all’Europeo del 2021, la Spagna di Luis Enrique ci aveva messo in croce. Non così, però. Come cantava un altro grandissimo, Fred Buscaglione: che bambola, a Gelsenkirchen!

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IL SOVRANISMO AZZURRO DI SPALLETTI

di Fabrizio Bocca, da Bloooog! Il Bar Sport di Fabrizio Bocca

Cari azzurri “continuiamo così, facciamoci del male...” (Nanni Moretti).
 Scusate carissimi azzurri,
cominciamo dal “pallino del gioco”? Lasciamo perdere, l’hanno avuto sempre loro, gli spagnoli, noi non l’abbiamo toccato proprio. Il pallino.
Cominciamo, cari azzurri, da Calafiori? Lasciamo perdere, perché è brutto infierire su chi fa autogol. E però, cz…o, dai. Quello non è autogol, è sadismo.
Cominciamo dal fatto che Sacchi agli Europei del ’96 alla seconda partita contro la Repubblica Ceca ne cambiò cinque e Spalletti a quelli del 2024 contro la Spagna, manco uno? Lasciamo perdere, certi allenatori ci devono sempre stupire, facendo tutto il contrario di quello che farebbe uno normale.
Cominciamo da Barella come Tardelli? Lasciamo perdere ancora…
Cominciamo dalla retorica che ha traboccato dalle Tv inondando i nostri salotti dopo un 2-1 all’Albania? Lasciamo perdere.
Cominciamo da quelli che: se battiamo la Spagna siamo primi? Ecco, lasciamo perdere. Qui siamo al sovranismo azzurro e basta.
  Il paradosso è che gli azzurri alla fine ringraziano Donnarumma per aver evitato il peggio. Unica mosca bianca in un listone terrificante di 3 e 4 in pagella, a cominciare da Di Lorenzo e Dimarco, passando per Calafiori e Jorginho, per finire a Chiesa e Scamacca.  Il centravanti che ci avrebbe tirato fuori dalla carestia di gol che ci attanaglia. Nemmeno mezzo tiro nello specchio della porta. Mah… Per i nomi che non trovate, facciamo un 3,5 di media e amen. Evviva, senza Donnarumma il risultato sarebbe stato ancor più imbarazzante. Adesso, di fronte a una Nazionale rimasta nel ritiro di Iserlhon (e vi si era chiusa dentro già prima che finisse la partita con l’Albania) restiamo tutti lì interdetti e sospesi sul vuoto. Attaccati alla partita con la Croazia. Con quel Grande Boh (Jovanotti) che ci portiamo dietro fin dal ritiro di Coverciano e addirittura dalla Nazionale di Mancini.
  Per quegli azzurri che recitano la parte dell’ottimista a tutti i costi: tutto sommato ne abbiamo preso solamente uno, e ce lo siamo fatti pure da soli. La Spagna che pochi si filavano alla vigilia va a far scopa con la Germania che nessuno aveva visto così. Riprendete le dispense del Tiki Taka e del Gegenpressing, che tutto sommato reggono ancora meglio dello spallettesimo un po’ spocchioso e presuntuoso – quello spiegarci continuamente il calcio da dentro un labirinto di parole – che è andato a sbattere improvvidamente in quel di Gelsenkirchen. Non torno sul catenaccio e sul contropiede che forse ci avrebbe salvato e forse no, ma una ritoccatina alla difesa, di cui tanto si parlava prima che Spalletti varasse il partito degli Azzurri Sovranisti – squadra che vince non si tocca… –   non sarebbe stato un sacrilegio. E siccome le spese le avrebbe fatte Calafiori, ergo…
  Per fortuna che gli azzurri se la sono giocata almeno al fresco della Renania. Noi manco quello, noi si sta come le foglie sugli alberi a giugno, cioè male, in questo bollore porco di Minosse.

 

Tags: #Europei2024, #nazionaleitaliana

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Nota sull’autore: Sport Senators

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