Un alpinista può conquistare la vetta in elicottero, ma la sua soddisfazione sta nella scalata, nei rischi corsi e superati, nella fatica vinta, nei problemi risolti e alla fine, nella gioia d’osservare dalla cima il percorso fatto e il mondo che ora si trova ai suoi piedi.
Non è importante ciò che facciamo, ma come lo facciamo e chi non conosce lo sport, quello praticato, è forse portato a considerare quest’attività solo un passatempo, poco utile al proprio avvenire.
In quest’epoca che viviamo, si opera e si studia solo in funzione di un futuro lavorativo, non sono ammesse distrazioni, questo è anche il destino dei ragazzi d’oggi, la loro adolescenza assomiglia sempre più alla vita che conducono gli adulti. Oltre allo studio, ogni attività è svolta è finalizzata a un progetto e poco al piacere personale, in altre parole il giovane d’oggi è meno spensierato e “giovane” di quanto lo eravamo noi.
Lo sport non è solo un semplice passatempo, un’attività ristoratrice, ma è anche un mezzo di crescita e una gran parte dei pedagoghi considera lo sport “sano” (e non quello malato di competizione e di protagonismo) un’attività educativa per eccellenza, che permette di raggiungere la maturità con leggerezza e piacere.
Lo sport di oggi è ancora un’attività rigenerante e divertente, ludica e formativa, amata dai ragazzi e dai giovani? E’ valoriale? Il fair play esiste ancora? Oppure io sono un romantico d’altri tempi che crede ancora nei valori dello sport,………trasferibili nella vita?
Come Insegnante di Educazione Fisica, nei 40anni di lavoro nella scuola, in Federazione, in F.I.B.A e in Università, ho costatato un progressivo allontanamento dallo sport e dall’attività fisica. Lo sport per molti giovani d’oggi è vissuto come un obbligo, un impegno in più di quelli imposti dalla società, un’attività non più spensierata ma tecnicamente strutturata e finalizzata alla competizione e alla prestazione.
Molti giovani vivono lo sport come un mezzo per dimostrare il proprio valore in una perenne sfida con se stessi e gli altri e lo trattano spesso come prodotto da consumare e non da vivere.
È ovvio che i motivi per cui i giovani si stiano allontanando dallo sport praticato, non siano solo quelli appena analizzati, c’è di fondo che la famiglia e la società hanno sottovalutato il valore dello sport come mezzo formativo e “ghettizzato” l’Educazione Fisica scolastica, unico baluardo rimasto a contrastare un sistema che circoscrive all’immagine fisica il valore dell’attività fisica. Un po’ poco!
È sintomatico il fatto che molti adolescenti si limitano a svolgere attività che “migliorano” il proprio aspetto fisico, come il sollevare pesi in palestra e saltano le lezioni di Educazione Fisica a scuola e ignorano totalmente gli sport a contatto con la natura.
Lo sport puro, scevro dal contagio capitalistico consumistico, educativo e formativo è diventato una rarità.
Un appello ai giovani d’oggi :“Cari giovani, la mia è una speranza che prendiate in mano le redini della vostra esistenza e del vostro futuro anche in ambito sportivo”.
In fin dei conti l’essere umano per sua natura è motivato e regolato da una tensione interiore che lo spinge verso interessi e passioni, la cultura e lo sport devono essere tra questi, anzi, secondo me, sono i più importanti ed è attraverso loro che si nutre in maniera conveniente la vita, il pensiero e l’emotività.