La Formula 1 è spettacolare perché le gare si possono decidere all’improvviso: basta un sorpasso all’ultima curva e il risultato cambia. A volte le prove si decidono ancora prima di partire come accade al Gran Premio di San Marino 1991.
A Imola il weekend del 28 aprile il meteo è decisamente instabile: nel giro di poche ore il sole che scalda il tracciato del Santerno lascia spazio a bruschi nubifragi che fanno precipitare le temperature dell’asfalto. La situazione rende tutto complicato, soprattutto per la Ferrari e Alain Prost, costretta a inseguire l’ex compagno di squadra Ayrton Senna che l’aveva messo fuori gioco l’anno prima a Suzuka.
Proprio la pioggia influenza le qualifiche con Senna che sfrutta la finestra di asciutto del venerdì per mettere a segno la pole position in 1’21”877, ma dietro la Williams si mostra nuovamente in crescita con Riccardo Patrese, secondo a ottanta millesimi, mentre per Prost non resta altro che la terza piazza davanti all’altra Williams di Nigel Mansell.
E’ noto però che il “Professore” predilige concentrarsi più sulle tattiche di gara che sulla qualifica, motivo per cui in Ferrari non c’è preoccupazione per la competizione. La domenica è la pioggia a farla da padrona e, anche per un fuoriclasse come il transalpino, diventa un nemico difficile da affrontare. Nel giro di ricognizione Prost sbaglia la staccata alla Rivazza e finisce in testacoda nella via di fuga in erba con il retrotreno a valle. Il terreno è in discesa e la Ferrari slitta spegnendo il motore e dicendo così fine alla sua corsa senza nemmeno iniziare.
Dietro di lui anche Gerhard Berger perde il controllo della sua McLaren, tuttavia l’austriaco riesce a gestire l’auto sull’erba e salva la situazione. Allo spegnimento dei semafori Senna parte male e viene prontamente superato da Patrese che, sfruttando la nube di pioggia che si crea alle sue spalle, guadagna subito terreno. Dietro Mansell presenta un problema al cambio ed è costretto così a ritirarsi già durante il primo giro, mentre al terzo posto risale Stefano Modena, lesto a sfruttare i problemi altrui per piazzare sul podio parziale la propria Tyrrell.
La pioggia non dà tregua ai piloti con Nelson Piquet che accompagna la propria Benetton in ghiaia fermandosi già al secondo giro seguito a ruota da Jean Alesi, costretto a fermare la Ferrari all’esterno della pista dopo aver tentato un azzardato sorpasso ai danni di Modena. Mentre il meteo migliora e la pista si asciuga, tutto sembra andare verso una vittoria di Patrese, costretto a fermarsi al decimo giro per cambiare le gomme.
Il bello di uscire dai box e la gioia del pilota padovano viene annullata da un problema elettrico che obbliga i meccanici della Williams a smontare la monoposto. Il veneto riparte praticamente in ultima posizione e, dopo alcune tornate, decide di ritirarsi sconsolato e con una macchina fuori uso. A quel punto la testa passa nuovamente nelle mani di Senna che deve far i conti con il recupero del compagno Berger, molto più veloce in condizioni intermedie. Il cambio gomme penalizza l’austriaco che al rientro si ritrova alle spalle di una serie di doppiati che permettono al brasiliano di fuggire via.
Fra ritiri ed errori tecnici, chi sogna il podio a quel punto è Ivan Capelli, risalito con la Leyton-House dal ventiduesimo posto al quarto, tuttavia un errore di inesperienza lo tradisce e lo costringe anche lui ad abbandonare la gara al ventiquattresimo giro. Destino simile per Stefano Modena che al quarantunesimo giro viene appiedato dalla trasmissione della Tyrrell.
Alle spalle di Senna, rallentato da noie al motore causate dalla pressione dell’olio, e Berger; la lotta per il terzo posto si riduce a un gruppo di doppiati guidati da Roberto Moreno, Jyrki Järvilehto, Eric van de Poele e Pierluigi Martini. Il finlandese della Scuderia Italia e il belga del Modena Team stanno avvicinando un risultato storico visto che hanno dovuto superare la tagliola delle prequalifiche per poter affrontare la gara.
La situazione si fa ancor più intricata a sette giri dalla fine quando anche il motore della Benetton di Moreno si spegne e lascia agli altri il compito di giocarsi l’ultimo gradino del podio. Per van de Poele le cose si mettono male visto che a quattro tornate dalla conclusione la benzina della sua Modena Team finisce e deve accontentarsi di esser classificato al nono posto, fuori dalla zona punti. Chi fa festa è J.J. Lehto, al primo podio in carriera, ma soprattutto al secondo della storia della Scuderia Italia.
Davanti Senna regola di poco Berger, mentre fuori dal podio rimane la scuderia di casa, la Minardi, costretta ad accontentarsi di un amaro quarto posto dopo l’ottima qualifica.