Il lancio del giavellotto è una delle specialità più difficili da portare avanti in Italia. L’assenza di figure che possano avvicinare i più giovani a questo settore così antico ha impedito di dare vita a un movimento in grado di ottenere grandi risultati a livello internazionale.
Tutto ciò almeno sino allo scorso 20 luglio quando a Banska Bystrica (Slovacchia) Pietro Villa ha conquistato l’oro agli Europei Under 18 di atletica leggera. Il 15enne romano ha lanciato il proprio attrezzo sino a 76,04 metri migliorando nettamente il primato italiano appartenente a Giovanni Frattini, ma soprattutto diventando il primo azzurro a conquistare un titolo nel giavellotto.
Il portacolori dell’A.S.D. Kronos Roma non vuole fermarsi qui e punta a migliorare ulteriori primati nella speranza un giorno di poter cancellare il record di Carlo Sonego e partecipare alle Olimpiadi.
Come si sente a essere il primo italiano a conquistare un titolo internazionale nel lancio del giavellotto?
E’ stato bellissimo anche perché l’ho scoperto dopo la gara. E’ stata un po’ la ciliegina della sua torta, anche perché penso che in Italia si aspettassero tutti questa medaglia e sono onoratissimo di esser stato il primo a centrarla.
Guardando la sua gara, il suo lancio migliore è arrivato in apertura. Perché non è più riuscito a ripetersi nei tentativi successivi?
In realtà ho cercato di dare tutto al primo lancio perché sapevo che i miei avversari erano difficili da battere. Se avessi iniziato la gara mettendo subito un piede sul podio, avrei dato l’impressione di potermela giocare mettendo al tempo stesso il fiato sul loro collo.
Vedendo i suoi avversari avvicinarsi, non ha avuto paura di perdere il titolo?
Assolutamente sì, ma fortunatamente non è successo perché ho creduto in me stesso e che avessi dato il meglio durante la competizione. Ho completato in effetti la gara perfetta, anche se all’ultimo lancio ho avuto paura che il polacco Roch Krukowski mi superasse, ma alla fine non ci è riuscito. Mi spiace per lui, ma sono felicissimo dove sono arrivato.
Durante la stagione si è migliorato continuamente fino a battere il record italiano di Giovanni Frattini. Avevate già programmato di andare oltre i 76 metri?
Sicuramente era un obiettivo visto che lo scorso 26 giugno ci ero andato vicino ad Avellino lanciando il mio attrezzo a 74,89 metri, trentanove centimetri in meno del primato nazionale. Non trattandosi di una gara World Athletics, agli Europei mi sono presentato con una misura inferiore. Quando sono entrato in gara a quel punto l’obiettivo era di fare il record italiano e vincere una medaglia, anche se non mi sarei mai aspettato di vincere l’oro.
Quanto ha contribuito la spinta offerta dai diversi trionfi ottenuti dall’Italia a Banska Bystrica?
Assolutamente sì, anche perché il mio compagno di squadra Kyan Escalona aveva vinto il titolo nei 110 metri ostacoli e ciò mi ha aiutato a fare ancor meglio. Tutti i miei colleghi mi hanno caricato per lanciare più lontano possibile e questo mi ha spinto a rispettare le aspettative che c’erano su di me.
Com’è nata la sua passione per il giavellotto?
E’ nata quando ero piccolo perché ero abituato a lanciare il vortex. Vedendo questa predilezione, mi ha iniziato a farmi lanciare al campo e, al primo anno da cadetto, ho iniziato con il giavellotto. La mia passione principale rimaneva il basket così che, finchè non è arrivato il primo titolo italiano al secondo anno da cadetto, è rimasto come un passatempo. A quel punto mi sono innamorato di questa specialità così elegante e ciò mi ha aiutato a crescere.
Come si allena per raggiungere traguardi così prestigiosi?
Due volte a settimana mi concentro sui lanci, altre due volte sulla preparazione atletica e una in palestra. La mia società predilige un modo di prepararsi in modo più generale, senza concentrarsi su una singola specialità, ma permettendogli di sviluppare caratteristiche dedite a quello sport. Nel corso dell’anno cerchiamo di allenarci in maniera più generale per finalizzare la preparazione in vista degli appuntamenti più importanti.
Ha già messo nel mirino quota 80 metri che lo lancerebbe nell’Olimpo di questo sport?
Il sogno sarebbe di raggiungere i 90 metri, ma gli 80 sono comunque un passo per entrare nel mondo dei grandi. Adesso penso di fare il record italiano con l’attrezzo da 800 grammi e qualificarmi agli Europei Under 20 2025 per poi tentare nel 2026 di partecipare ai Mondiali a Eugene.
La sua vittoria potrebbe spingere altri giovani ad avvicinarsi al lancio del giavellotto?
Lo spero vivamente perché conosco molti ragazzi che fanno giavellotto, ma lo fanno soltanto per coprire le gare delle società. Mi auguro però che i più giovani possano incuriosirsi e provare il giavellotto che in Italia è poco praticato e di conseguenza in molti possano seguire il mio esempio.
Quali sono gli obiettivi per le prossime stagioni?
Già quest’anno impronterò la mia preparazione sulla mobilità articolare e sulla tecnica del lancio per poter migliorare. Con l’attrezzo di 800 grammi punto a migliorare il record italiano allievi che attualmente è fissato a 68,92 metri, mentre per il prossimo anno proverò a battere il record italiano Under 20 per partecipare agli Europei in programma a Tampere, in Finlandia, la patria del giavellotto.