Quando Silvio Piola entra a tutti gli effetti nella storia del calcio italiano non è ancora il marcatore più prolifico del campionato italiano, è soltanto un bomber di provincia un po’ capriccioso, con la pretesa di poter guadagnare del proprio lavoro almeno al pari dei più illustri colleghi Giuseppe Meazza e Felice Borel.
Eppure, nonostante sia ormai un “divorziato in casa” con la mente già proiettata verso il trasferimento all’Ambrosiana, il 29 ottobre 1933 è pronto a far vedere alla Pro Vercelli e al mondo intero che lui è l’attaccante più forte che il calcio italiano possa vantare.
Quando Silvio Piola solca il terreno dello Stadio “Leonida Robbiano”, tutti sanno che la Pro Vercelli è una squadra che galleggia grazie ai gol del suo bomber, a fronte di un bilancio finanziario a dir poco disastroso. Nonostante le promesse lanciate dal presidente Secondo Ressia di trattenere il giocatore a tutti i costi, a fine stagione Piola lascerà la città che lo ha lanciato, impedendo alla squadra, che per anni lo ha coccolato, di continuare a sognare di tornare ai vertici di inizio Novecento.

Nessuno sa che quel pomeriggio contro la Fiorentina cambierà la storia sia di Piola che della Pro Vercelli intera perché quella domenica d’autunno il bomber piemontese ha deciso di far un regalo d’addio ai suoi compagni di squadra. L’incontro è fra due squadre che non hanno avuto un inizio di campionato sfavillante: la Pro Vercelli ha vinto solo con il Brescia e ha infilato una serie di pareggi a fronte di pesanti sconfitte con Genova e Roma. La Fiorentina non ha mezze misure alternando brillanti vittorie a brucianti stop.
Quando Piola scende in campo, le cose cambiano improvvisamente. L’attaccante piemontese è come posseduto, dopo un minuto va in rete e, dopo altri dieci giri d’orologio, manda in gol il compagno Luigi Casalino. La Pro Vercelli dilaga e al quattordicesimo è 3-0 con la doppietta di Piola a cui risponde al diciassettesimo Gastone Prendato su rigore. La Fiorentina sembra aver rotto l’assedio tanto che all’intervallo le squadre vanno negli spogliatoi sul 3-1.
Gli uomini di Guido Ara sembrano accontentarsi del risultato, ma devono fare i conti con Piola, deciso ad arrotondare il suo bottino. Al sessantunesimo realizza la tripletta personale, mentre al settantesimo completa l’opera con un poker. Piola è insaziabile. Più che infliggere pene al malcapitato portiere avversario, sembra voler dare una lezione ai suoi tifosi che non credono più in lui e così continua a bombardare la porta della Fiorentina andando in gol al settantasettesimo e all’ottantaseiesimo.
Il bilancio è chiaro: sei gol realizzati in una sola partita e Pro Vercelli in vantaggio per 7-1. Per i viola non resta altro che il gol della bandiera di Vinicio Viani per chiudere la sfida su uno scoppiettante 7-2. Vittorio Pozzo, presente sugli spalti, non può far altro che scendere a bordo campo e complimentarsi con Piola. Ha trovato il suo bomber, l’uomo giusto per trascinare la sua Nazionale nel quadriennio successivo.