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Azzurri in missione: l’inesperienza non è una scusa. L’Africa attende la nuova Italia

Da Benedetta Borsani 25/06/2025

Il tour estivo dell’Italia di rugby, quest’anno in Africa, si preannuncia una sfida cruciale per la costruzione della squadra in vista dei Mondiali 2027. L’entusiasmo è palpabile e le parole di capitan Nicotera “Questa tournée deve diventare nostra. Mancano molti leader, ma inesperienza e giovinezza non possono essere una scusa” riflettono la determinazione a non cercare alibi e a giocarsela contro Namibia e Sudafrica, dimostrando la fame di indossare la maglia azzurra e la voglia di conquistarsi un posto per i Mondiali

Windhoek, Pretoria, Port Elizabeth. Nomi che evocano battaglie, sfide epiche e, da questa settimana, il banco di prova per l’Italia del rugby di Gonzalo Quesada: gli Azzurri sono atterrati in Africa per un tour estivo che, sulla carta, sa di montagna da scalare: Namibia, venerdì 27 giugno (ore 15, Windhoek), e poi due volte i Campioni del Mondo del Sudafrica, il 5 luglio (ore 17.10, Pretoria) e il 12 luglio (ore 17.10, Port Elizabeth). Ma se l’impresa è ardua, l’atmosfera nel ritiro azzurro profuma di una fiducia nuova, intrisa di entusiasmo e di una leadership che ha già conquistato tutti.

“Vis Unita Fortior” e la sferzata di Nicotera: la nuova ricetta di Quesada

Quesada ha calato l’asso: un nuovo capitano, soprannominato affettuosamente “Mulo”, affiancato da due colonne d’acciaio come Danilo Fischetti e Niccolò Cannone, entrambi con 52 caps all’attivo, nominati vice-capitani. Una scelta che, a sentire le voci dal ritiro, è stata accolta con un plebiscito di consensi. Ma la vera iniezione di adrenalina arriva dalle parole di Giacomo Nicotera che ha accolto la nomina a capitano con la grinta che lo contraddistingue: “Questa tournée deve diventare nostra. Mancano molti leader, ma inesperienza e giovinezza non possono essere una scusa.”
Una dichiarazione che è un programma, un monito a non cercare alibi e a trasformare ogni ostacolo in un’opportunità, in linea con gli obiettivi dichiarati da Quesada: “Questo tour non solo ci dà l’opportunità di affrontare avversari come Sudafrica e Namibia, ma anche di vedere emergere altri leader”. Fatto che affascina lo stesso Quesada: “Nella rosa – le sue parole – non ci sono giocatori che ricoprono ruoli abituali come il capitano (Lamaro), il leader delle touche (Ruzza), il leader della difesa (Brex) e il leader della fase di attacco (Paolo Garbisi), tutte posizioni per le quali ora chi normalmente ha supportato i leader, adesso deve farsi avanti. Questo aspetto del mio lavoro mi piace moltissimo perché ruota intorno alle dinamiche del gruppo, la psicologia dello sport, la gestione delle squadre”.

E a proposito di dinamiche di gruppo, “Mulo è un amico di tutti e ha una grande personalità”, ci ha confermato in conferenza stampa Louis Lynagh, mettendo appunto in luce l’armonia che regna tra i ragazzi. “Siamo tutti d’accordo che loro tre siano la scelta migliore per affrontare Namibia e Sudafrica, due squadre molto fisiche”. Questa scelta di un tridente messo alla guida degli azzurri in chi scrive ha evocato il detto latino “Vis Unita Fortior” principio che coach Quesada sembra voler iniettare nel DNA di questa Italia: contro la fisicità debordante degli Springboks e l’imprevedibilità dei Welwitschias, la coesione e la compattezza del gruppo potrebbero rivelarsi l’arma segreta, l’asso nella manica in grado di stupire.

Entusiasmo alle stelle e Mondiali nel mirino: una squadra affamata

L’aria che si respira in casa Italia è quella di chi non vede l’ora di scendere in campo. “Saranno delle belle partite e non vedo l’ora di giocarle”, ha dichiarato un determinato Riccardo Favretto, riassumendo lo spirito di una squadra che ha voglia di dimostrare, di osare, di mettersi alla prova contro i giganti del rugby mondiale. Questo tour estivo infatti è molto più di una serie di test match. È un’occasione d’oro per ogni singolo giocatore per mostrare il proprio valore, per conquistarsi future convocazioni, per cementare il proprio posto in vista dell’obiettivo finale: essere nella rosa che volerà ai Mondiali del 2027. Ogni placcaggio, ogni ruck, ogni corsa in campo africano, ogni offload saranno un tassello fondamentale nella costruzione del sogno iridato. Occhi puntati anche sugli esordienti, sette: Muhamed Hasa,Tommaso Di Bartolomeo, Pablo Dimcheff, Matteo Canali, David Odiase, Giovanni Montemauri, Mirko Belloni.

Gli Azzurri sono qui per giocare il loro rugby, con la fame di chi vuole indossare quella maglia con orgoglio e la consapevolezza che ogni istante in campo può essere decisivo. Il tour africano è appena iniziato e promette scintille. La “vis unita” sarà davvero più forte? Lo scopriremo presto. Le partite saranno trasmesse su Sky Sport Arena, stesso fuso orario italiano.

Italia – Namibia
Sarà il sesto confronto tra le due squadre, il quarto a Windhoek con i precedenti giocati in Africa in favore dei padroni di casa (2 vittorie Namibia – nel tour del 1991 – contro una italiana nel 2001). L’ultimo precedente è nella Rugby World Cup 2023 con la vittoria a Saint-Etienne nella prima partita degli Azzurri al Mondiale che si sono imposti con il risultato di 52-8, mentre nella capitale namibiana l’ultima partita tra le due squadre si è giocata il 23 giugno del 2001.
Le formazioni in campo
Gli Azzurri
1 Danilo Fischetti, 2 Giacomo Nicotera, 3 Marco Riccioni, 4 Niccolò Cannone, 5 Riccardo Favretto, 6 Sebastian Negri, 7 Manuel Zuliani, 8 Ross Vintcnet, 9 Alessandro Fusco, 10 Giacomo Da Re, 11 Simone Gesi, 12 Leonardo Marin,13 Tommaso Menoncello,14 Paolo Odogwu,15 Jacopo Trulla
A disposizione
16 Tommaso di Bartolomeo, 17 Mirco Spagnolo, 18 Muhamed Hasa,
19 Andrea Zambonin, 20 Lorenzo Cannone,  21 Stephen Varney, 22 Giulio Bertaccini,  23 Mirko Belloni

I Welwitschias
La squadra presenta cinque cambi rispetto alla formazione titolare dello scorso fine settimana che ha perso 59-19 con i Pumas, mentre la mischia è stata rafforzata con ulteriori rinforzi dall’estero che si sono uniti alla squadra. Coach Quesada quella partita l’ha vista e sa cosa aspetta i suoi ragazzi: “Ma siamo pronti. Questi giorni di adattamento ci hanno permesso anche di capire cosa vuol dire giocare a 1700 m di altitudine”.
1 Haitembi Shikufa, 2 Louis van der Westhuizen, 3 Aranos Coetzee, 4 Adriaan Ludick, 5 Johan Retief, 6 Prince! Gaoseb, 7 Max Katjijek, 8 Adriaan Boysen, 9 Jacques Theron,10 Tiaan Swanepoel, 11 Jurgen Meyer, 12 Danco Burger, 13 Alcino Izaacs,14 Dane van der Merwe, 15 Andre van der Berg,

A disposizione: 16 Armand Combrink, 17 Jason Benade, 18, Sidney Halupe, 19 Ruan Ludick, 20 Johan Luttig, 21 Pieter Diergaardt, 22 Oela Blauuw, 23 Quirione Majiedt

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Nota sull’autore: Benedetta Borsani

Sempre in cerca di nuove avventure nasco come giornalista – professionista dal 2015 – e nel tempo mi specializzo anche come fotografa, reporter, videomaker con una passione per gli sport, specie quelli cosiddetti minori. Curiosissima, mi piace autodefinirmi una “news hunter” affamata di storie da raccontare.

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