Segni particolari: il 77% di prime in campo, col 75% di realizzazione e più aggressività in risposta sulla seconda (62% di punti). Il nuovo Sinner, quello che, dopo la finale persa agli US Open contro Alcaraz, ha promesso di uscire di più dalla “comfort zone” a costo di perdere anche qualche partita extra, verrà. Quello che ha già riscritto a 24 anni la storia del tennis italiano e quest’anno ha disputato 4 finali Slam, perdendone 2 mancando 3 match point sotto il traguardo del Roland Garros, all’esordio a Pechino domina per 6-2 6-2 Marin Cilic – 38 anni domenica -, mettendo il pilota automatico del suo oliatissimo forcing da fondo. Così tocca quota 60 match consecutivi vinti sul cemento ci colleghi fuori dalla top 10 (da Shelton negli ottavi di Shanghai 2023); l’ultima sconfitta d’acchito è datata Cincinnati 2023 con Lajovic (all’epoca 66), l’ultimo fuori dalla top 50 a sorprenderlo. Magari domani dovrà mischiare di più le carte contro il mancino di qualità Terence Atmane: ricordate, quello che prima della semifinale di Cincinnati gli ha regalato per il compleanno un “Pikachu Secret Rare” della sua collezione Pokémon? Come a fine agosto, il francese atipico (68 ATP) che si apre bene il campo con servizio e dritto viene dalle qualificazioni e ha giocato già 3 partite.
LA CALMA DEI FORTI
Jannik è sereno: “Cerco sempre di mettere la massima concentrazione nei match di primo turno perché so che molte cose possono andare storte. Dopo, di solito, si trova il ritmo e ci si abitua alla velocità dei campi. Ho cercato di prepararmi nel miglior modo possibile, e sono venuto qui in anticipo proprio per abituarmi alle condizioni. Sono molto contento di questa prestazione: Marin è un giocatore tosto, ha dei picchi di gioco molto alti: a New York ci siamo allenati insieme e lo rispetto molto. Sono riuscito a strappargli il servizio molto presto in entrambi i set e questo mi ha dato la giusta fiducia”. La componente psicologica dopo la pausa è essenziale: “Ero emozionato all’idea di tornare in campo, abbiamo lavorato tanto per metterci in questa posizione e mi mancava la competizione. Ero nervoso, ovviamente, i dubbi ci sono sempre ed è normale. Ma ero anche felice all’idea di tornare in campo, mi sentivo bene sia mentalmente che fisicamente e questa è la cosa più importante. Più il match andava avanti e più mi scioglievo, sia nel corpo che nella testa. Ed è filato tutto liscio”.
ALCARAZ E DAVIS
Nel parallelo “500” di Tokyo, il rivale Alcaraz si storce la caviglia sinistra già nel primo set, ma domina all’esordio Baez per 6-4 6-2. Con Darderi che doma Nishioka 7-6 6-3 e sfida Brooksby, e oggi Berrettini attacca Ruud. Il profeta dai capelli rossi affronta il discorso numero 1: “Non credo che perdere la prima posizione mondiale mi tolga pressione. La stagione è andata come è andata. Ci siamo divisi gli Slam ma abbiamo avuto due stagioni diverse. Sono contento e credo sia da rimarcare ciò che ho fatto in questo 2025. Ma anche i tanti titoli vinti da lui sono impressionanti: merita di essere lì, ha giocato più tornei e tutti molto bene”. Domani sarà. Dalle ATP Finals: “Che succederà a Torino? Vedremo“. Alle successive finali di Davis a Bologna con l’Italia bi-campione: “Onestamente, devo ancora decidere, non ci sto pensando in questo momento. La Davis è un discorso a parte perché non giochi per te stesso ma per il tuo paese, il che genera tutt’altro tipo di pressione. La stagione non è ancora finita: ci sono Shanghai e Parigi, eventi molto importanti, poi Torino e Bologna. Il ranking va e viene”.
Il nuovo Sinner è saggio come il vecchio.
Vincenzo Martucci (Tratto dal messaggero del 26 settembre 2025)
