Da Lionel Messi a Diego Armando Maradona passando per Pelè e Cristiano Ronaldo, nessuno può vantare la media realizzativa di Francesco Rizzo con una nazionale. Il centrocampista calabrese è infatti andato in gol per due volte nelle sfide disputate con gli azzurri passando alla storia per un record difficilmente battibile.
La carriera di Rizzo non si può ridurre a quei freddi numeri, ma valutata nel suo complesso fra esperienze all’estero e traguardi impensabili da raggiungere per un ragazzo nato nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale nella campagna cosentina. Francesco nasce il 30 maggio 1943 a Rovito, un piccolo borgo sulle pendici della Sila, a pochi mesi dallo sbarco degli Americani che liberano velocemente il Sud Italia e consentono a Rizzo di crescere in un contesto pacifico, lontano da quelle bombe che attraversano la Penisola in quei giorni.
La passione per il calcio emerge però presto portandolo a debuttare a diciassette anni nel Cosenza dove nel 1961 conquista la promozione in Serie B dopo aver vinto il campionato di C. Il suo talento non passa inosservato agli occhi del Milan che decide di chiamarlo per disputare tornei giovanili e alcune amichevoli dove condivide l’esperienza con un certo Gianni Rivera.
Per lui non c’è spazio in Serie A per cui è costretto a scendere in cadetteria dove disputa un campionato con l’Alessandria prima di passare al Cagliari nel 1962 regalando ai sardi la prima storica promozione nella massima categoria due anni dopo. Sull’isola Francesco cresce sino a finire nel mirino della Nazionale con Edmondo Fabbri che lo chiama per le due amichevoli in preparazione ai Mondiali 1966.
Rizzo si presenta quindi al Comunale di Bologna per disputare la sfida contro la Bulgaria partendo dalla panchina e lasciando spazio a fuoriclasse dell’epoca come Sandro Mazzola, Giacomo Bulgarelli e Marino Perani. L’Italia domina segnando nel primo tempo due reti con l’attaccante dell’Inter al 26’ e quello del Bologna al 32’. La situazione è consolidata tanto che Fabbri decide di compiere alcuni cambi fra spicca la decisione di far entrare Franco al posto di Rivera.
Gli highlights di Italia-Bulgaria 6-1 del 14 giugno 1966
La Bulgaria accorcia al 53’, ma l’Italia può fornire del talento di Gigi Meroni, entrato in campo al posto di Mazzola all’inizio della ripresa. La Farfalla Granata crea occasioni a volontà e consente Rizzo di centrare la porta al 58’ prima che Paolo Barison segni il poker al 68’. L’Italia è ormai dilagante, usa tutto il potenziale offensivo di Meroni che consente a Rizzo di firmare una personale doppietta al 70’ prima che il giocatore del Torino chiuda la contesa all’82’.
Il centrocampista calabrese si è guadagnato la scena, ma ciò non basta per esser convocato quattro giorni dopo per l’amichevole contro l’Austria. Rizzo ritorna il 22 giugno contro l’Argentina dove Ezio Pascutti fa impazzire la difesa sudamericana e Meroni, subentrato ancora una volta a Mazzola, segna il terzo decisivo gol. Rizzo scende in campo nella ripresa, sempre al posto di Rivera, e contribuisce a un successo che sa di trionfo anticipato in vista della rassegna iridata.
In Inghilterra invece Rizzo non scenderà in campo nemmeno una volta, dovendo impotente vedere i compagni affondare con la Corea del Nord. Il giovane calabrese non si arrende e riprende l’avventura con il Cagliari con il quale partecipa nel 1967 all’esperienza della United Soccer Association che organizza il primo campionato nordamericano della storia. Per consentire alle formazioni a stelle strisce di prendere corpo entro l’anno successivo, la lega importa dodici squadre in giro per il mondo permettendogli di disputare la kermesse in estate.
Il Cagliari si ritrova nella Western Division rappresentando i Chigago Mustangs chiudendo in terza posizione, a soli due punti dal pass per la finale conquistato dai L.A. Wolves, composti dai giocatori del Wolverhampton. A trascinare la squadra è Roberto Boninsegna che, con undici gol, è capocannoniere della competizione, tuttavia Rizzo si mette in luce realizzando quattro reti in dieci partite.
La storia con i sardi si interrompe l’anno successivo quando Rizzo passa alla Fiorentina regalando alla Viola il secondo scudetto della sua storia nel 1969. Tutto ciò gli vale anche la convocazione per alcune partite di qualificazione agli Europei 1968 senza però scendere mai più in campo e prendere parte alla rassegna finale.
L’esperienza in Toscana si interrompe nel 1970 iniziando così a vagabondare per la provincia italiana fra Bologna, Catanzaro, Cesena e Genoa dove rimane per cinque anni riportando i rossoblù in Serie A e chiudendo la carriera nel 1979. Quel talento nato sulle macerie della guerra continuerà a contribuire alla crescita dei giovani prima al Cosenza e poi alla Fiorentina, tuttavia rimarrà il rimpianto di aver potuto disputare soltanto due partite con la maglia azzurra firmando una media realizzativa da far invidia.