L’ennesimo schiaffo a Sua Maestà, dannati scozzesi! La decisione di Fergus Burke, rugbista neozelandese di madre inglese e nonno scozzese, di giocare per la nazionale del Cardo invece di quella dei Tre Leoni è solo l’ultimo degli sgambetti che gli scorbutici highlander hanno rifilato ai più nobili cugini. Quando Sir Bill Beaumont, direttore della RFU (Rugby Football Union, la federazione rugby inglese), ha ascoltato Burke al telefono che gli rifilava un cordiale ma gelido ‘No, grazie: preferisco la Scozia’, la sua mente sarà corsa allo sciagurato Cinque Nazioni 1976, l’ultima volta che l’Inghilterra ha perso tutte le partite del torneo, compresa la sfida con la Scozia a Edimburgo. Il seconda linea Beaumont era in campo quel 21 febbraio allo stadio di Murrayfield, in un’autentica battaglia di trincea che sorrise per un solo punto alla Nazionale del Cardo, 22-21. È stata solo una delle diverse volte in cui il XV di Scozia è risultato indigesto all’Inghilterra. Come l’anno scorso, quando quell’ossesso più sudafricano che scozzese di Duhan Van der Mewde ha fatto vedere tre mete e tanti, tantissimi sorci verdi ai sudditi di Sua Maestà. La Scozia ha conquistato così la quarta Calcutta Cup consecutiva, il trofeo che ogni anno si contendono le due nazionali britanniche nello scontro diretto del Sei Nazioni. Sfida che racchiude appieno tutti i crismi di ogni derby che si rispetti, primo fra tutti la capacità di rivalsa e competitività dei più piccoli su quelli più blasonati.
DAVIDE CONTRO GOLIA
Tutti i derby, a qualsiasi latitudini, sono sfide sempre sofferte ed equilibrate, a prescindere dal rendimento delle due squadre nella stagione. Come il Torino contro la Juve, o la Fortitudo Bologna contro la Virtus, per parlare dei più noti casi italiani nel calcio e nel basket in cui i meno quotati si trasformano proprio quando gli altri stanno giocando un’annata alla grande. La Juventus, la Virtus e l’Inghilterra con la bacheca piena, il Torino, la Fortitudo e la Scozia con la pancia vuota ma una passione e un orgoglio – forse – maggiori. Non a caso si parla del Torino come la vera squadra dei cittadini nati e cresciuti all’ombra della Mole e della Juve come la squadra dei lavoratori giunti dalle altre parti d’Italia, quindi molto meno torinesi (luogo comune o verità?). E allo stesso modo i tifosi della Fortitudo chiamano “le bave” i più titolati supporter virtussini, per il modo in cui questi ultimi nella stracittadina guarderebbero, stupiti e invidiosi, la curva rivale così più folta e sfegatata (i lettori tifosi Virtus hanno ampia libertà di rispondere, nella speranza che non abbiano già abbandonato la pagina di Sportsenators…).
IL DERBY PIÙ ANTICO
La Calcutta Cup è il derby che vanta 146 anni di storia. Dal 1879 sono state giocate 131 edizioni, con 71 vittorie dell’Inghilterra e 44 della Scozia, oltre a 16 pareggi. La sfida si chiama così perché nacque per ricordare il Calcutta Football Club, una squadra di rugby formata da giocatori di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda, che si sciolse dopo pochi anni. Il trofeo è di proprietà della federazione inglese e fu commissionato a un artigiano indiano dal tesoriere del club, con i fondi rimasti dopo lo scioglimento. Il risultato fu una coppa con tre manici a forma di cobra e un coperchio sormontato da un elefante bianco. La coppa originale è conservata ed esposta al World Rugby Museum di Twickenham, a Londra. Dal 1883 la sfida si gioca in occasione dell’Home Championship, il torneo che dal 1910 divenne Cinque Nazioni con l’ingresso della Francia e dal 2000 Sei Nazioni con quello dell’Italia. Il record di punti segnati in una singola sfida è di Jonny Wilkinson – il Baronetto di Sua Maestà autore del drop decisivo nella finale della Coppa del Mondo 2003 vinta dall’Inghilterra contro l’Australia padrona di casa – che nel 2007 mise a segno 27 punti nella larga vittoria inglese per 42-20. Sul fronte scozzese, il record appartiene a Gavin Hastings, autore di 21 punti nel 33-6 del Cinque Nazioni 1986. E su questo nome allarghiamo i derby britannici oltre la Calcutta Cup.
IL BAGGIO DI SCOZIA
Semifinale della Coppa del Mondo 1991. Il primo Mondiale dell’Emisfero Nord è organizzato dall’Inghilterra, ma diverse partite si disputano anche in Scozia, Galles, Irlanda e Francia. Succede così che la semifinale tra Inghilterra e Scozia si gioca a Edimburgo, nel fortino di Murrayfield. La Nazionale del Cardo è tra le più grandi di sempre tanto che l’anno prima, 1990, ha centrato il Grande Slam, la vittoria del Cinque Nazioni trionfando in tutte le partite. La semifinale del 26 ottobre ’91 è serrata e molto tesa, penetrare le difese e marcare la meta è impossibile (primo non prenderle in una partita secca, non vale solo nel calcio), ci si gioca tutto sui calci di punizione.
Gavin Hastings, leggenda scozzese che chiuderà la carriera con 667 presenze in Nazionale e che nel 2003 entrerà nella Hall of Fame, è di fronte al calcio più semplice, quasi centrale e da posizione ravvicinata. I tre punti sono considerati cosa fatta, ma Hastings calcia incredibilmente fuori. Come Roberto Baggio alla finale di USA ’94 a Pasadena contro il Brasile, rigore alto e Verdeoro campioni. Né più né meno. Il risultato finale rende decisivo quell’errore: la Scozia perde per tre punti (9 a 6), proprio quelli del facile calcio fallito dal campione scozzese. A ben guardare, un altro derby vinto dai meno forti, viste le gerarchie di quegli anni.
BEFFE EPOCALI
In una rivalità così storica e così sentita, le beffe da parte degli uomini in kilt non provengono certo solo dal rugby. Nel tennis, Andy Murray ha costretto gli inglesi a bere il più amaro dei calici. I nipotini di Fred Perry hanno dovuto tifare uno scozzese pur di tornare a vincere Wimbledon quasi un secolo dopo (l’ultimo Wimbledon di Fred Perry è quello del 1936, il primo di Murray è del 2013: 83 anni di digiuno britannico).
Nel calcio, Inghilterra e Scozia si sono sfidate 114 volte, con 48 vittorie inglesi e 41 scozzesi, oltre a 25 pareggi. Si tratta della partita più volte disputata tra due nazionali. La prima è stata a Glasgow nel 1872, conclusa sullo 0-0. Nell’aprile del 1967, i rozzi britannici sopra il Vallo di Adriano hanno centrato l’impresa di espugnare Wembley, contro l’Inghilterra campione del mondo l’anno prima, per 3-2. Sempre perché la squadra più forte è spesso destinata ad avere la peggio.
Sir Beaumont continua a pensare a tutte queste beffe scozzesi… forse ci sta bene un bicchierino. Di scotch whisky? No, per carità, molto meglio un inglesissimo gin…