Esiste un modo ideale per inaugurare uno stadio? Semplice, vincere la partita d’esordio. Un’impresa facile da completare per una big del calcio mondiale, un po’ meno per una squadra del calibro dell’Ancona, tutt’altro che abituata ad affrontare la Serie A. Eppure, il 6 dicembre 1992 i marchigiani non sembrano essere la classica Cenerentola destinata a lasciare la massima serie dopo un piccolo assaggio, ma una vera e propria corazzata pronta ad affondare qualsiasi avversaria si presenti al suo cospetto.
Nel dicembre 1992 l’Ancona era approdato da pochi mesi in Serie A per la prima volta della sua storia dopo aver centrato in estate un fondamentale terzo posto in Serie B decisivo per fare il salto di qualità. La compagine guidata da Vincenzo Guerini è apparsa solida ed equilibrata, trascinata soprattutto dai gol di Mauro Bertarelli e Sandro Tovalieri che, giusto in vista del cambio di categoria, lasciano le sponde dell’Adriatico per trasferirsi alla Sampdoria e al Bari venendo sostituiti dal giovane Nicola Caccia, reduce dalla breve esperienza in Puglia l’anno precedente, e dall’esperto Massimo Agostini, già titolare al Milan e al Parma.
Dalla Germania arriva l’argentino Sergio Zarate, tuttavia l’avvio è a dir poco drammatico: quattro gol subiti con il Torino, tre con la Sampdoria, addirittura sette dalla Fiorentina. La prima vittoria arriva alla settima giornata con il Foggia, ma contro la Juventus finisce ancora 5-1 costringendo i dorici in fondo alla classifica.
L’arrivo in Serie A cambia però le carte in tavola costringendo soprattutto l’Ancona a mollare lo storico Stadio Dorico per trasferirsi verso l’innovativo “Del Conero”, realizzato per l’occasione ai piedi del monte omonimo. Si tratta di una sorta di “anfiteatro” ricavato dalle colline marchigiane pronto a ospitare 24.000 spettatori.
L’occasione giusta per celebrare l’apertura del nuovo impianto è la dodicesima giornata in cui è in programma la sfida contro l’Inter. L’Ancona ha subito due sconfitte di seguito contro Roma e Cagliari e pensare anche soltanto di battere i nerazzurri è pura follia. Il calore della tifoseria locale carica i ragazzi di Guerini che sono pronti a vendere cara la pelle contro gli uomini di Osvaldo Bagnoli, alquanto altalenanti dopo l’addio del trio tedesco. La sconfitta alla prima giornata contro l’Udinese e il poker patito contro la Roma fanno specie, l’arrivo di Matthias Sammer non incide complice le incomprensioni con il “Mago della Bovisa” e le prestazioni offerte da Darko Pancev e Salvatore Schillaci non sono all’altezza delle aspettative.
Si tratta pur sempre dell’Inter, una delle big della Serie A pronte a far di un sol boccone la piccola Ancona. Quello che succede al Del Conero ha però dell’incredibile. Su un campo che assomiglia più a un acquitrino che a un manto erboso, l’Inter fatica a trovare la porta difesa da Davide Micillo e soprattutto quella rete numero 4000 che permetterebbe di tenere la corsa del Milan in testa alla classifica.
Chi danza in mezzo a quella “piscina” è l’ungherese Lajos Détári che si porta a spasso la difesa nerazzurra prima di far partire un destro che si infila all’incrocio dei pali occupati da Walter Zenga. Tutti si aspettano una reazione dell’Inter trascinata dall’estro di Davide Fontolan, ma Darko Pancev non sembra essere in forma e questo favorisce ancora una volta la squadra di casa, a proprio agio su un terreno particolarmente pesante.
E’ proprio la pioggia a sparigliare le carte in tavola al trentacinquesimo: retropassaggio maldestro di Nicola Berti verso Zenga, la palla viene fermata al limite dell’area a causa di una pozzanghera e a quel punto l’Uomo Ragno è costretto a un’uscita disperata che travolge Agostini lanciato a rete. L’Inter rimane in dieci con Alessandro Bianchi costretto a lasciare il posto al portiere di riserva Beniamino Abate. Proprio quando la situazione dovrebbe crollare, i nerazzurri vivono il momento migliore con Micillo che si trasforma per un pomeriggio in Superman e abbatte perfino Pancev, costretto a uscire al quarto della ripresa con un taglio al volto.
Gli highlights di Ancona-Inter 3-0 del 6 dicembre 1992
Al 75’ arriva la seconda occasione per l’Ancona. Détári prende palla al limite dell’area e infila Abate con un destro a fil di palo. È la fine per l’Inter che crolla sempre sotto i colpi del magiaro che ruba palla all’83’ dando vita a uno slalom ubriacante per la difesa milanese che decide di abbattere l’attaccante con un fallo da dietro. Inutile ai fini del risultato perché la palla finisce sulla riga di porta e un lesto Fabio Lupo chiude la contesa con il 3-0.
Il Del Conero è in delirio, anche perché una cosa del genere non accadrà praticamente mai più. L’Inter esce a testa bassa preparandosi a una drammatica pausa natalizia, l’Ancona vive invece un sogno che è soltanto il preludio di una retrocessione già segnata. Poco importa, questa è una giornata di festa, il modo migliore per inaugurare un nuovo stadio.