Spettatore, giornalista o semplice curioso che si trova invischiato nei Mondiali acquatici a Singapore si fa una domanda epocale: “Ma a Singapore lo sanno che hanno inventato gli ascensori?”. E mica da poco tempo!
Già, perché a guardare gli impianti di questa edizione dei Mondiali è inevitabile porsi la questione. E la risposta è sconfortante, perché le due strutture in cui si svolgono le gare che prevedono una piscina, nonostante appaiano vecchie e scomode, sono state costruite da poco: il grandissimo OCBC Aquatic Centre (pallanuoto e tuffi) è stato completato nel 2014 e ha ospitato i Giochi Asiatici del Mare 2015; la World Aquatics Championships Arena (nuoto e nuoto artistico) è stata addirittura costruita appositamente per questi Mondiali.
Eppure, a guardarle e a “utilizzarle”, da spettatori, da giornalisti o da qualsiasi altro punto di vista, sembrano vecchie, con antiquate soluzioni architettoniche e di servizi. Il caso degli ascensori che non ci sono è il più eclatante: soprattutto nell’OCBC bisogna salire scale interminabili (vista la grandezza dell’impianto), non si intravvedono soluzioni per l’ingresso dei disabili nelle tribune, tutte piazzate in alto. Insomma, un disastro. Se poi gli ascensori li hanno costruiti, beh, sono stati davvero bravi a nasconderli. A tutti. Perché se chiedi a tutti gli addetti locali ai lavori, ti rispondono che “non lo sanno”. Poi, si aggiunge la carenza di servizi con pochissimi bagni: ce n’è solo uno per tutto un lato (di quasi cento metri) dell’impianto. Dall’altro lato, non è possibile quantificare perché i giornalisti non sono ammessi.
La World Aquatics Championships Arena è molto più piccola (viene data per 4800 posti come capienza, ma, contando i seggiolini, si arriva a poco più di tremila), ma presenta gli stessi problemi: scale, sempre scale, ancora scale, con indicazioni fuorvianti che fanno perdere la strada per arrivare alle tribune. E anche qui, concorso a premi per trovare i bagni, anzi, “il” bagno, perché siamo riusciti a scovarne solo uno. Ce ne sarà sicuramente qualcun altro, ma, anche qui, chiedere agli addetti è inutile, non lo sanno.
Ora, è mai possibile che due impianti, uno costruito appena 10 anni fa, l’altro terminato appositamente per questi Mondiali, nascano già “vecchi”? Ancor più inverosimile appare tutto questo se si pensa che Singapore, per tutto il resto, appare un posto modernissimo, con palazzi e strutture all’avanguardia, metropolitana efficientissima, ordine pubblico senza problemi, pulizia incredibile dappertutto (chi si permette anche solo di sputare per terra passa i guai, come sanno molti giovani turisti che si divertivano anche imbrattare un muro e sono stati arrestati). E proprio per gli impianti sportivi si fa un viaggio nel passato? Ultima chicca: la struttura è “aperta”, quindi non ci può essere un impianto di aria condizionata. Ci sono invece giganteschi ventilatori che, almeno questo, portano aria fresca, sia pure a condizione di sopportare un venticello non proprio leggero che fa volare le carte dai tavoli della tribuna stampa. E il quadro è completo.
Alle disfunzioni “strutturali”, poi, si aggiungono i problemi che derivano dalle decisioni “umane” degli organizzatori. La lista è lunga, ve la risparmio, soltanto un cenno alla completa disorganizzazione dei trasporti per i giornalisti, con orari assurdi che impongono di arrivare agli impianti due ore prima, “buchi” di ore senza shuttle-bus, e altro ancora. E poi, l’aver voluto diluire i Mondiali in 24 giorni, responsabilità di Singapore, decisione che ha rovinato ulteriormente questa edizione. Ma il capolavoro è la sistemazione della tribuna stampa nella World Aquatics Championships Arena in occasione dei tuffi, che potete vedere illustrata nelle foto. In pratica, il trampolino 3 metri è nascosto a metà alla visione dei giornalisti, per cui non si possono vedere gli atleti che cominciano la rincorsa e si può solo cogliere l’attimo quando spuntano all’improvviso per poi effettuare il tuffo. La costruzione della struttura che regge i trampolini è assurda, perché non tiene conto della visione che viene oscurata a chi sta in tribuna. Una soluzione geniale!
In conclusione, è vero e acclarato che la Federazione mondiale (un tempo Fina, ora World Aquatic, ma la sostanza è la stessa) ha problemi a trovare nazioni che si accollino l’organizzazione dei Mondiali, per via delle enormi spese e quant’altro, tant’è che fra due anni si va per la terza volta a Budapest dopo le edizioni del 2017 e del 2022, ma questo non significa che non ci debbano essere controlli sulla qualità dell’organizzazione e dei servizi per atleti, spettatori e mezzi di informazione. Si può solo sperare che nessuno ne parli, a cominciare dai giornalisti che si lamentano per questa situazione e poi se ne stanno zitti e buoni, dando così l’autorizzazione a essere trattati sempre peggio.
