Cantando sotto la pioggia i bambini delle scuole di Parigi inondano come tutti gli anni il Roland Garros, mentre i professionisti del tennis soffrono 5 ore in attesa negli spogliatoi e poi fuggono rabbiosi in hotel. Fra loro, Matteo Arnaldi che, dopo tre quarti d’ora è stoppato sul 5-3 contro Alexander Muller e Lorenzo Sonego che si salva dopo il break del 3-4 contro Zhizhen Zhang. Riprenderanno oggi, pioggia permettendo, nella giornata con addirittura 64 incontri e 10 italiani in singolare. Tutti, meno Jannik Sinner che, protetto dal tetto del Philippe Chatrier come i più forti, si qualifica al terzo turno dominando da. Spione per 6-4 6-2 6-4 il braccio d’oro di Francia, Richard Gasquet. Dopo la grande paura dell’anca infortunata, è tornato lui e lo dimostra con una prova ancor più convincente dell’esordio con Eubanks, promuovendosi contro il vincitore di Wawrinka-Kotov.
SUPERIORE
Jannik è talmente forte che anche il pubblico di Parigi rimane senza parole davanti alla sua dimostrazione di superiorità da fondo, con fiondate in top che sbattono di qua e di là il quasi 38enne di casa, sfiancandolo, come le smorzate con tagli micidiali, dopo perentori servizi oltre i 200 all’ora con cui il Profeta dei capelli rossi si apre il campo e comanda continuamente lo scambio. Dribblando il formidabile anticipo e le incredibili invenzioni di rovescio del beniamino di casa, arrugginito, con la barba lunga e lo sguardo sfatto, ma aggrappato a quest’ultimo sogno sul viale del tramonto. Peccato che, frustrato da qualche tocco di classe sotto rete di Jannik, regga solo un set e poi si spenga inesorabilmente. Come da differenza di età e da classifica rispetto all’ex numero 7, oggi 124, con qualità ed ambizioni lontanissime.
BIG INCERTI
A differenza di Jannik, non aveva convinto il numero 1 del mondo, Novak Djokovic, all’esordio martedì contro la wild card locale, Pierre-Hugues Herbert, decaparecido fino a metà gennaio (142 ATP), e non convince il 3, Carlos Alcaraz, al secondo match contro il qualificato Jesper de Jong (176). I punteggi dei loro successi – 6-4 7-6 6-4 per il serbo, 6-3 6-4 2-6 6-2 per lo spagnolo – fotografano i tentennamenti, le incertezze, gli alti e bassi, le imprecisioni, i dubbi, la frustrazione, a volte la disperazione dei finalisti dell’ultimo Wimbledon. Con la differenza che Nole, a 37 anni, con 24 trionfi-record Slam e meno motivazioni, è pressato da Sinner al quale cederebbe automaticamente la corona se dovesse perdere prima dei quarti a Parigi. Mentre Carlitos, a 21 appena compiuti, ha vinto 2 Majors ed è stato numero 1 per 36 settimane (più giovane di sempre, a 19 anni 4 mesi 6 giorni), ma è poi entrato in un girone infernale di infortuni e confusione di gioco e di fiducia.
CHE DONNE!
Come la finale di Madrid, forse meglio, la numero 1 del mondo e della terra rossa, Iga Swiatek, regina di 3 degli ultimi 4 Roland Garros, vince di resilienza, intelligenza e personalità. Dopo bum bum Sabalenka, per 9-7 al tie-break decisivo salvando 3 match point, piega anche Naomi Osaka dai 54 vincenti. Dopo il 7-6, la polacca di ferro recupera da 6-1 5-2 sotto, salva un match point e firma il 7-5, poi parla al pubblico giacobino: “Vi amo e vi rispetto, ma quando gridate durante lo scambio è difficile essere concentrati. So che il pubblico francese fischia i giocatori che non gli piacciono, spero che continuiate a tifare per me”.
Vincenzo Martucci (Tratto dal messaggero del 30 maggio del 2024)