Il 21 maggio 1967 a Siracusa si respira un clima teso, quasi come se piloti e organizzatori siano già a conoscenza che quella sarà l’ultima volta. Nella città di Santa Lucia va in scena la sedicesima edizione del Gran Premio di Formula 1, uno dei più rinomati benché non inserito nel calendario del Mondiale.
A differenza delle altre volte, sul Circuito degli Aranci sono presenti soltanto otto piloti a dispetto dei dodici iscritti. I tempi sembrano esser cambiati più velocemente di quanto gli organizzatori pensassero, il calendario si è fatto più fitto e la concomitanza con le prove della 500 Miglia di Indianapolis costringono le grandi scuderie a saltare l’appuntamento siciliano.
A peggiorare la situazione vi è anche il tragico esito del Gran Premio di Monaco nel quale, giusto due settimane prima, è scomparso tragicamente Lorenzo Bandini, morto a causa delle ustioni riportate dopo l’incendio esploso sulla sua Ferrari alla Curva del Tabaccaio.
Fra i piloti c’è grande paura e, nonostante il circuito siracusano appaia decisamente più sicuro complice l’utilizzo di strade extraurbane, la voglia di gareggiare è ridotta ai minimi termini. Chi vuole omaggiare il pilota romagnolo è Enzo Ferrari che puntualmente schiera Ludovico Scarfiotti e Mike Parkes, obbligati di fatto a vincere vista anche la concorrenza ridotta di fatto alle Cooper Maserati di Jo Siffert e Jo Bonnier.
Complice l’incidente di Bandini, anche la scuderia di Maranello è costretta a presentarsi con auto del passato con Scarfiotti che guida la vecchia 36 valvole con cui ha vinto l’anno precedente a Monza, mentre Parkes sfrutta un vecchio telaio accompagnato dal motore aggiornato. L’inglese dovrebbe scendere in pista con la vettura numero 18, lo stesso di Bandini; tuttavia, la scaramanzia gli consiglia di optare per un più tranquillo 28.
Le prove vanno come previsto e le Ferrari si prendono la prima fila nonostante i tentativi di Siffert di rimanere loro in scia. Alla partenza Scarfiotti e Parkes scappano così via offrendo al pubblico un bello spettacolo scambiandosi più volte le posizioni e tenendo una media oraria superiore ai 183 chilometri orari.
Quando tutto sembra deciso, ecco che accade l’impensabile: Scarfiotti e Parkes rallentano e tagliano il traguardo uno fianco all’altro, in parata, destinati a celebrare il ricordo del compagno di squadra molto qualche giorno prima. Il fotofinish non è ancora così efficace e, complice la bontà dei giudici, viene assegnato per la prima e unica volta la vittoria ex-aequo.
Dopotutto all’arrivo delle Ferrari lo speaker ha annunciato la vittoria della “vettura di Bandini”, un annuncio che viene accolto di buon grado da Scarfiotti e Parkes che sul podio condividono la corona d’alloro dedicata al vincitore. Alle loro spalle giunge Siffert, mentre a completare la classifica ci pensano Chris Irwin con una Lotus 33 e Bonnier, distanti tre giri.
Sarà l’ultima volta per il Gran Premio di Siracusa che, a partire dal 1968, non vedrà più sfrecciare le Formula 1 sulle proprie strade. Un triste epilogo, ma che rimarrà nella storia essendo l’unica volta in cui una gara ha avuto due vincitori.