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Pallacanestro

Sacchetti, esordio vincente in azzurro: la tradizione è salva

Da Luca Chiabotti 25/11/2017

La prima volta del nuovo c.t. è stata un successo sulla Romania: l'ultima sconfitta al debutto di un coach della Nazionale risale a 60 anni fa, poi 10 vittorie di fila. Ma quella di Sacchetti è una delle più significative, arrivata in una manifestazione ufficiale, le qualificazioni al Mondiale, e con una squadra forzatamente molto rinnovata

La partita di debutto di un c.t. della Nazionale è sempre un momento significativo nella piccola storia di uno sport. Romeo Sacchetti ha brindato all’esordio in azzurro, lui che con l’Italia negli anni Ottanta ha giocato tanto e vinto l’argento olimpico a Mosca e l’oro e il bronzo continentale a Nantes e Stoccarda, col successo sulla Romania nella prima gara delle qualificazioni al Mondiale del 2019. Niente di trascendentale, è finita con solo 5 punti di scarto dopo una partita controllata fin dal primo quarto, né avrebbe potuto essere altrimenti con due giorni di lavoro alle spalle. Pochi per dare una identità alla squadra, anche se la voglia di correre e tirare sempre quando si è in ritmo che sono alla base del gioco del nuovo c.t., si sono viste nelle folate chiuse con un tiro da tre di Amedeo Della Valle, miglior realizzatore dell’incontro alla pari col il nuovo capitano, Pietro Aradori, con 16 punti. Ma scavando nelle pieghe della gara, si scopre che i momenti migliori dell’Italia sono stati quelli in cui è stato in campo Paul Biligha grazie all’energia sui 28 metri che sa sprigionare questo mini pivot dalle mani d’oro. Ora c’è subito la Croazia, un test più importante non tanto per la forza dell’avversario messo ko all’esordio dall’Olanda, ai croati mancano tutti i migliori giocatori, parliamo almeno di una dozzina, quanto per la sfida in trasferta. Punto ostico di tutte le squadre italiane negli ultimi anni. Una Nazionale senza i due Nba Belinelli e Gallinari, e priva anche dei giocatori impegnati in Eurolega, Datome, Melli, Hackett, Cinciarini, Pascolo e Cusin, ma che è simpatica, ha certamente un notevole talento offensivo e si è sbattuta pur con l’evidente calo di tensione quando il vantaggio coi romeni è arrivato vicino ai 20 punti. Una Nazionale che fa pubblicità allo Ius soli, con l’argentino arrivato da noi a 16 anni Ariel Filloy, il ganese-togolese (papà e mamma) ma nato a Como Awudu Abass, il camerunese di Perugia Paul Biligha e l’americano Chris Burns, sposato con una nostra connazionale. Burns a parte, dei veri italiani. Bello così.

Nonostante la relativa difficoltà della sfida coi romeni, il debutto da c.t. di Meo Sacchetti è stato uno dei più significativi, perché arrivato con una squadra forzatamente rinnovata e in una sfida ufficiale. L’ultimo commissario tecnico che ha perso una gara d’esordio è stato Nello Paratore, sessant’anni fa, ma poveretto gli avevano organizzato una amichevole in Spagna, persa di due punti. Poi 10 vittorie. Messina e Pianigiani hanno debuttato in amichevoli e con successi dai contorni roboanti quanto un po’ falsi. Bisogna tornare a Recalcati per trovare una prima volta ufficiale, in una qualificazione all’Europeo. Nel caso di Charlie finì comunque con una goleada: 99-63 all’Inghilterra. Il debutto più significativo fu probabilmente quello di Boscia Tanjevic che nel 1998 vinse in Lettonia, sempre nelle qualificazioni all’Europeo. Non solo perché in trasferta ma per il fatto che Boscia portò praticamente per la prima volta in azzurro Gianmarco Pozzecco facendo disputare la seconda partita ufficiale ad Andrea Meneghin. Anche Valerio Bianchini vinse in trasferta, in Turchia, la sua prima gara da c.t. ma la sua Italia, in quelle prime uscite, ricalcava quella portata al successo da Sandro Gamba. Meo Sacchetti fu il capocannoniere azzurro di quella gara con 13 punti. Venerdì sera è toccato a lui comandare.

Difficile prevedere dove potrà arrivare questa Nazionale che manca dal Mondiale dal 2006. Inutile fare previsioni anche perché le finestre si apriranno anche in momenti nei quali le squadre potranno presentarsi, come a fine giugno, con tutti i migliori. Diverso sarà affrontare la Croazia di adesso o quella al completo che ci ha meritatamente scippato l’Olimpiade. E gli azzurri Nba e di Eurolega verranno tutti? C’è anche un problema etico-tecnico: se sono Gentile, Aradori, Della Valle quelli che dovranno sostenere il peso maggiore delle qualificazioni, è giusto chiamare chi oggi non c’è, ammesso che voglia venire, per un paio di partite l’anno, magari decisive? Di certo, il momento storico della pallacanestro internazionale mette Meo Sacchetti di fronte al compito più difficile che un c.t. abbia mai dovuto svolgere, più ancora di Carlo Recalcati penalizzato dai no inaspettati che gli azzurri freschi di Nba opposero alle convocazioni, togliendo stabilità alla Nazionale. Meo ha iniziato con una vittoria, anche se quella più stirata nel punteggio tra i debutti sulla panchina azzurra, ed è sempre un buon auspicio. Per tutti noi appassionati.

Tags: italia basket, Luca Chiabotti, mister sacchetti

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Nota sull’autore: Luca Chiabotti

(La Firma) Inviato a 6 Olimpiadi, 7 mondiali e 15 europei basket, oltre 200 partite dello sport che è il suo grande amore ed ha caratterizzato la sua carriera, 35 final four, finali italiano del 1978. Esperto anche di sport americani, dal football al baseball.

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