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Motori

La moto va al Superbowl?

Da Sport Senators 11/03/2017

Spettacolo! Spettacolo! Più che un grido di dolore sembra una preghiera. Ridateci la vecchia Formula 1, dicono i tanti che pensano che ogni domenica possa essere come Digione ’79  – ricordate le ruotate Villeneuve-Arnoux? – dimenticando che anche una volta c’erano i domìni, i pochi sorpassi, le gare noiose, dove dopo la partenza con l’adrenalina dell’incidente sempre in agguato alla prima curva, si poteva apprezzare l’accoglienza del proprio divano per appisolarsi, salvo svegliarsi (guarda caso) proprio quando si abbassava la bandiera a scacchi.

Le emozioni a quattro ruote vanno gustate col contagocce: non a caso uno che se ne intende (se ne intendeva: Bernie Ecclestone) si lamentava che in una gara di Motomondiale si vedono più sorpassi di un intero campionato di Formula 1. Ma senza esagerare. Il problema è che il “potere” di fare i regolamenti, al di là di chi li fa materialmente, è nelle mani di ingegneri, che si “eccitano” soltanto quando quello che progettano va un decimo più veloce di quello che avevano progettato l’anno prima o, meglio ancora, che progetta il concorrente.

Prendete l’ultima follia che sta per andare in scena con le prime prove dell’anno. Gomme più larghe di circa il 25 per cento che, assicurano le simulazioni (ah questi computer…) faranno andare le macchine più forte di 4-6 secondi… Ma stiamo scherzando? Ma chi se ne frega se il tempo sul giro sarà 1’25” invece di 1’30”. L’occhio umano non lo vede: lui vuole vedere un pilota che attacca un altro e lo passa, salvo poi essere subito risuperato. Si chiama battaglia. Per i record c’è il Lago Salato nello Utah. Le gare sono – dovrebbero essere – confronto tra piloti, come dice la denominazione stessa del Mondiale: Campionato del Mondo Piloti. Salvo poi assegnare “anche” il titolo Costruttori, che interessa solo… a chi perde quello piloti.

E poi che follia è? Abbassare così i tempi fa schizzare i rischi in maniera esponenziale. Perché le piste rimangono (ovviamente) le stesse e le barriere restano sempre alla stessa distanza dalla pista e una semplice regoletta fisica recita che la forza dell’impatto di un corpo è dato dal suo peso moltiplicato per il doppio (ripeto il doppio) della sua velocità… Pazzia pura!

Ma torniamo allo spettacolo. Si continua a dire che i nuovi proprietari (Liberty Media, quelli che hanno liquidato senza pensarci troppo il “genio” Bernie) vogliono fare di ogni gran premio un evento paragonabile al Superbowl americano. Ma la prima mossa è stata prendere Ross Brawn, ex Ferrari, ma soprattutto ex Brawn GP, cioè la Honda comprata per 1 sterlina nel 2008 e dominatrice del 2009: “casualmente” Ross aveva scritto i regolamenti di quell’anno…

La strada non può essere questa. Ci vuole una rivoluzione. Impossibile? No, semplicissima. Basterebbe scrivere 4-5 norme semplici e definitive, senza possibilità di interpretazione.

  • Vietata qualsiasi comunicazione in telemetria tra vettura in pista e box (si eliminerebbero decine, forse centinaia di elettronici e il pilota dovrebbe gestire le varie situazioni di gara)
  • Vietati i colloqui tra muretto e piloti, che dovrebbero essere soli contro gli avversari, altro che radiocomandati… Si vuole lo “spettacolo” dei lamenti e dei bip contro gli altri piloti? Ok i piloti possono parlare, ma soltanto con la regia tv.
  • Aerodinamica limitata. Basta cavilli e cavillucci per sfruttare ad esempio anche il riscaldamento del cerchio (con i cestelli copridisco). Via tutto. Non ci può essere nessuna appendice fuori dalla scocca, sopra o sotto la vettura.
  • Basta ali studiate ore e ore in galleria del vento. Una anteriore con un piano (fisso), una posteriore con due o tre piani.

E via di questo passo. In fondo è facile. Ma chi farebbe un regolamento che gli porta via il posto di lavoro. Sarebbe come abolire il Senato. E infatti…      

Filippo Falsaperla

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Nota sull’autore: Sport Senators

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