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Pallacanestro

Sensazione Doncic, terza scelta: l’Europa bussa ancora alla grande alle porte dell’Nba 

Da Luca Chiabotti 22/06/2018

Il 19enne sloveno votato miglior giocatore d'Eurolega con i campioni del Real Madrid, giocherà nei Dallas Mavericks in cerca di riscatto. Si rinnova così il sistema che ogni anno distribuisce i migliori giovani del mondo partendo dal fondo della classifica, per avere un torneo sempre equilibrato e competitivo

Luka Doncic, la sensazione slovena del Real Madrid che a soli 19 anni ha vinto ed è stato eletto miglior giocatore dell’Eurolega, è stato chiamato come n.3 nel draft Nba. Diventa, col turco Enes Kanter, il giocatore europeo scelto più in alto dai professionisti americani dal 2006, quando l’azzurro Andrea Bargnani stupì il mondo come n.1 assoluto. Per la fascinosa legge delle scelte Nba, dove i giovani giocatori più forti vengono chiamati in ordine dalle squadre più deboli per riequilibrare i valori tecnici della Lega, Doncic giocherà con i Dallas Mavericks, una autentica tristezza negli ultimi due anni. Avrà però un ottimo allenatore, Rick Carlisle, il manager che per primo scoprì gli europei portandoli nella Nba, Donn Nelson, e un mentore eccezionale, il grandissimo Dirk Novitzki, arrivato all’ultima fermata della sua grande carriera. Per la legge del “dai i più forti ai più deboli”, la chiamata n. 1 gestita dai derelitti Phoenix Suns, come da ogni previsione, è andata su DeAndre Ayton, centro bahamiano di 2.16 che ha svernato all’Università di Arizona, che rappresenta l’ennesima evoluzione della specie, fisicamente e come talento tecnico per un giocatore così alto. Pare che non sia proprio uno stakanovista nel lavoro in palestra, ma ha davvero tutto per poter fare la differenza da subito anche nella Nba e, assieme a Devin Booker, riportare i Suns in zona playoff.

    Doncic, vista la sua esperienza ad alto livello al Real, è il più pronto di tutti gli scelti ma dovrà superare il grande muro dei preconcetti mai sopiti degli americani verso i giocatori europei, ben rappresentati dal benvenuto che gli ha dato Charles Barkley. Che ha dichiarato che se Doncic, a 19 anni, è stato Mvp dell’Eurolega, vuol dire che giocava in “campionati di merda”. Sappiamo tutti che Sir Charles viene pagato da anni dalle televisioni per provocare e dire fesserie, non vale la pena neppure di prendere in considerazione i suoi giudizi, ma il clima è questo: di fronte a decine di scelte sbagliate o addirittura disastrose compiute dalle franchigie Nba in questi anni, se riguardano un europeo diventano una macchia impossibile da togliere dalla fedina tecnica di una squadra e del suo gm. Lo sappiamo fin troppo bene noi italiani, con quello che ha patito, certamente aggravato dal suo carattere difficile, Andrea Bargnani, che almeno per cinque anni, prima cioè di dover fare i conti con i ripetuti infortuni, dimostrò di poter essere un giocatore da All Star Game e oggi è considerato un flop.
    Doncic è il giocatore europeo con il miglior vissuto in termini di successi ed esperienza entrato nelle scelte da Ricky Rubio, chiamato dai Wolves nel 2009 ed approdato due anni dopo nella Nba. Gli altri sono stati poca cosa nel nostro continente prima di andare negli Stati Uniti e, parlando degli ultimi anni, solo Giannis Antetokounmpo, peraltro chiamato col n. 15 che se vogliamo è un “errore” del draft (per gli avversari di Milwaukee, ovviamente, considerando alcune bufale scelte ben prima di lui e con Anthony Bennett al n.1) è un giocatore franchigia. Kristaps Porgingis sta per diventarlo. Se snocciolo nomi come Lauri Markkanen, Frank Ntilikina, Dragan Bender, Domantas Sabonis, Georgios Papagiannis dicono ben poco a chi non è un hard core fan di pallacanestro Nba anche se le squadre hanno investito molto su di loro con scelte pregiate. Luka Doncic è certamente di un livello superiore, poi sul suo successo pesano molte cose, prima su tutte la volontà di Dallas di non snaturarlo portandolo fuori dal suo ruolo naturale preoccupata degli accoppiamenti difensivi sulle guardie avversarie. Ma non ho dubbi che ce la farà. Che poi, un ragazzo che ha già vinto tutto a 19 anni, Europeo, Eurolega e titolo spagnolo col Real, non si perda nelle mancanza di stimoli e quindi nelle cattive abitudini mentali che spesso caratterizzano le squadre in fondo alla classifica Nba, è un altro discorso. Ci vorrà un bel po’ di tempo perché i Mavericks, la trentesima squadra su 30 per stipendi pagati nel 2018, possano tornate ai playoffs, è Doncic dovrà tenere duro.
    Del resto, il bello delle scelte è anche che un giovane possa avere un impatto più morbido con la Nba partendo dal basso, situazione nella quale può giocare di più e pretendere che una franchigia costruisca attorno a lui il futuro. Ma è una cosa che, alla lunga, se la squadra non cresce, può diventare negativa. Doncic vola in un mondo meraviglioso e difficile, dove aver successo ti consacra a livello planetario ma perdersi è facilissimo. Per fortuna lo aspetta Nowitzki, che sa cosa vuol dire soffrire per avere successo nella Nba. Il primo tweet per Doncic dopo la scelta è arrivato proprio da lui: “Welcome my man”. Traduzione: non aver paura, non ti lascerò da solo.
Luca Chiabotti
Tags: Basket, Sensazione Doncic, terza scelta: l’Europa bussa ancora alla grande alle porte dell’Nba

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Nota sull’autore: Luca Chiabotti

(La Firma) Inviato a 6 Olimpiadi, 7 mondiali e 15 europei basket, oltre 200 partite dello sport che è il suo grande amore ed ha caratterizzato la sua carriera, 35 final four, finali italiano del 1978. Esperto anche di sport americani, dal football al baseball.

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1 Commenti

  1. Sensazione Doncic, terza scelta: l'Europa bussa ancora alla grande alle porte della NBA - basketnet.it
    23/06/2018 at 3:34

    […] sportsenators.it a cura di Luca […]

I commenti sono chiusi.

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