Fanno sette assenze nelle ultime 10 edizioni, un’enormità, per il basket italiano. Ma l’eliminazione era annunciata, ci saremmo stupiti se fosse arrivata l’impresa. Quando c’è stato il sorteggio, al nome Lituania sapevamo che sarebbe stato quasi impossibile. Tantopiù quando, a fine maggio, Simone Fontecchio si è fatto operare a un piede, dopo l’infortunio di marzo. Sarebbe stato utile anche Gabriele Procida, passato dalla retrocessione in serie A2 con la Fortitudo Bologna, due anni fa, all’Eurolega con l’Alba Berlino, è una buona guardia.
L’88-64 finale con la Lituania è peraltro umiliante. Il torneo preolimpico è andato come peggio non poteva, con la sconfitta con Porto Rico, che ha proposto i lituani già in semifinale, a quel punto sarebbe stato indispensabile battere la nazionale di Sabonis junior e poi ripetersi l’indomani contro i padroni di casa. Tutti e due i colpi contro pronostico non sarebbero riusciti, anche se gli azzurri non sono inferiori ai centramericani.
Italia male da tre punti, con 6 su 21, e ancor più a rimbalzo, con troppe seconde palle offerte ai baltici. Due parziali netti, di 10-0, e 9-0, avevano già dato un saggio della superiorità dei gialloverdi. Sul -3 prima dell’intervallo la nazionale è riscivolata a 9 lunghezze.
Il secondo tempo è stato di sofferenza, con gli azzurri al minimo distacco a -11, a metà dell’ultimo quarto, giusto l’ultima illusione.
Domantas Sabonis è stato ben contenuto, sono arrivati invece 23 punti da Grigonis e 14 da Kuzminskas. Parte dei 15 di Gallinari sono giunti quando la semifinale era ormai sfuggita di mano e del resto il 36enne che gioca a Milwaaukee non può giocare tutto il match.
Spissu è calato, nell’ultimo biennio, mentre Tonut ha confermato i limiti che l’avevano portato spesso in panchina, a Milano, escluso nei playoff. Abass a Bologna Virtus era tornato protagonista, sabato notte ha combinato nulla. Polonara idem, soprattutto nel periodo in cui serviva di più.
Mannion qualcosina dà, Pajola invece è troppo scolastico. Petruccelli in campionato è più incidente, Ricci quando l’Italia scivola via fa emergere i suoi limiti, del resto a Milano il suo minutaggio è limitato. Melli aveva abituato bene, in difesa è stato più risolutivo e in attacco perde palloni.
Conoscete il nostro pensiero, l’errore è stato a monte. Meo Sacchetti aveva riportato l’Italia alle Olimpiadi, vincendo in Serbia, contro una nazionale teoricamente anche più forte della Lituania, e senza Gallinari, Belinelli e Datome, dando spettacolo. Poi aveva recuperato almeno Gallinari, per Tokyo. Un anno più tardi, ovvero due fa, è stato incredibilmente esonerato da Gianni Petrucci. Non lo meritava, semplicemente, Pozzecco fra Europei e mondiali ha fatto discretamente tuttavia il cambio era non un senso.
Da giocatore si lamentava per essere ignorato in nazionale (solo Recalcati credette davvero in lui), alla panchina panchina rinuncia al miglior tiratore, Amedeo Della Valle. E’ mancato anche Matteo Spagnolo, operato a fine aprile. Si poteva chiedere un sacrificio a Marco Belinelli, tante volte ha perso lui le partite chiave della nazionale, volendo prendersi l’ultimo tiro, anche a 38 anni 10-15’ di qualità nella gara chiave poteva darli. Senza dimenticare Tessitori, utile sotto canestro.
In teoria, ora Pozzecco dovrebbe essere esonerato, invece lo proteggerà chi l’ha scelto, ovvero Gianni Petrucci.
E’ eccellente nella promozione della pallacanestro, ma come ct altri eventualmente avevano maggiori meriti rispetto al Pozz, De Raffaele per quanto ha fatto a Venezia, Trinchieri da Cantù all’Europa.
Petrucci a 79 anni si ricandida alla presidenza federale, è un grande dirigente eppure lo sport italiano può farne a meno. Per ora lo sfida soltanto l’avvocato Guido Valori, a lungo anche in Fip. «Sarebbe il momento che finisse l’era dell’uomo solo al comando – racconta -. Non si va da nessuna parte, senza un progetto vero e senza una dirigenza composta da gente competente e preparata: il basket ha bisogno di voltare pagina».
Le elezioni sono a dicembre, Petrucci resta favorito, Valori ha 65 anni e una bella esperienza. La speranza è che si presenti anche un terzo candidato, per disgregare la maggioranza che resta attorno all’eterno Gianni.
Alle Olimpiadi va Sergio Scariolo, con la Spagna ha sbagliato solo due manifestazioni, da quando l’allena, e in tutto sono 12 anni. Ha 63 anni e sarebbe bello vederlo allenare l’Italia, prima che smetta.
A Riga non ce la fa la Lettonia di Luca Banchi, reduce dal quinto posto all’ultimo Mondiale. Passa il Brasile allenato da Aza Petrovic, fratello maggiore del compianto Drazen. L’11-34 iniziale porta i verdeoro ai Giochi per la 16esima volta, il 69-94 non era previsto. Banchi è arrivato al playin di Eurolega, con la Virtus Bologna, si è aggiudicato la supercoppa italiana e ha confermato la finale scudetto, è uno dei tanti con esperienza superiore a Pozzecco, con la Lituania è stato comunque prodigioso.
Al Pireo di Atene, la Grecia non sbaglia, mancava dai Giochi da Pechino 2008. Ha schiantato la Slovenia di Luka Doncic in semifinale e poi controllato la Croazia. Vassilis Spanoulis sarà a Parigi come ct, 16 anni fa andò da giocatore. Adesso la stella è Giannis Antetokounmpo e può essere da podio anche alle olimpiadi. In genere le europee che si qualificano arrivano almeno ai quarti di finale, il vero obiettivo per la Spagna e la Grecia sono complicate semifinali. Per l’Italia se ne riparla per Los Angeles 2028.
Vanni Zagnoli