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Tennis

Bianca Andreescu: la fenice canadese spicca il volo anche a Roma

Da Angelica Fratini 12/05/2025

A Roma, tra gli echi dei colpi sulla terra rossa e l’inconfondibile odore di pini marittimi e crema solare, c’è una storia che sa di rinascita. Quella di Bianca Andreescu, che dopo due vittorie da urlo (nel senso letterale visto come le ha festeggiate) – prima su Donna Vekić, poi Elena Rybakina – è tornata a far parlare di sé. Non solo per il suo tennis esplosivo, ma per quel mix irresistibile di resilienza, consapevolezza e quella giusta dose di incoscienza che, diciamocelo, nel tennis non guasta mai.

2019 vs. 2025: da meteora a fenice

Classe 2000, Bibi (come la chiamano fan e amici), è esplosa nel 2019 con un anno da sogno: tre titoli WTA, tra cui lo US Open, dove ha battuto Serena Williams in finale, diventando la prima canadese a sollevare un trofeo del Grande Slam. Sembrava l’inizio di un’era d’oro, e invece… è stata una serie TV con troppe interruzioni: infortuni, dubbi, cedimenti mentali, pause più lunghe della coda al bar del Foro.

Ma oggi, nella sua versione 2025, Andreescu sembra aver trovato l’equilibrio perfetto tra la grinta della teenager prodigio e la saggezza di chi ha 24 anni ma a volte pensa di averne il doppio.

“Non sono sorpresa, ma… sì, un po’ lo sono”

Parlando con i giornalisti accompagna ogni risposta con grandi sorrisi. Bianca Andreescu, ha ammesso con la sincerità di chi ha visto il peggio e ora si gode il meglio di quello che succede in campo:

“Non direi sorpresa, ma non pensavo che il mio livello sarebbe tornato così in fretta. A volte basta una partita, un set, un punto per risentirlo addosso. E sono fortunata ad averlo già ritrovato qui.”

Contro Rybakina ha sfoderato uno match più intelligente rispetto a quello perso a Madrid: variazioni continue, palle corte, slice velenosi, colpi potenti. Un mix che avrebbe fatto impazzire persino un algoritmo dei social.

“Non credo di aver mai cambiato ritmo così tanto in una partita,” ha detto. “A Madrid ero stata troppo testarda su alcune scelte. Oggi, invece, ho avuto il coraggio di provare cose nuove.”

La ricetta del ritorno: dieta, mente e… resistenza alla tentazione

Dietro al suo ritorno c’è un cambio radicale di stile di vita. Bianca è attenta alla dieta – niente alcol, niente glutine e niente latticini – e ha dichiarato guerra ai cibi ‘nemici delle articolazioni’.

“Sto meglio fisicamente, le mie articolazioni mi ringraziano,” ha scherzato.

Certo, a Roma – patria della pasta – la tentazione è forte, ma Bianca resiste. E lo dimostra anche con il suo outfit super attillato (aggiungiamo anche che se ci fosse una fashion police, avrebbe già diramato un mandato di arresto).

Il suo segreto? Un approccio a 360 gradi: niente ossessione per il ranking, solo attenzione al sonno, alla mente e all’allenamento quotidiano.
“So che se continuo così, i risultati arriveranno.”
Sembra facile, vero? Tipo quei buoni propositi che tutti facciamo a gennaio, salvo poi abbandonarli a febbraio. Lei, invece, ci sta riuscendo.

Esperienza, istinto e… i selfie con i fan

Andreescu si sente più adulta…ma senza esagerare. Poi lo dice chiaramente, con una risata sincera:
“Cosa porta l’ètà e la maturità? Oh mio Dio, di sicuro l’esperienza! È la differenza più grande rispetto a qualche anno fa. Per esempio, durante le pause lunghe, oggi riesco ad affrontarle con un’altra testa. Tre anni fa avrei vissuto tutto molto peggio. Ho imparato a conoscermi meglio, e credo che sia una delle cose più importanti nella vita. A volte mi faccio troppe domande, mi sembra che il tempo corra contro di me, poi però mi ricordo che ho solo 24 anni. Certo, vedo queste ragazzine che iniziano a vincere tutto, e un po’ mi ci rivedo. Ma devo solo essere paziente: ho davanti ancora dieci, dodici anni. Quindi cerco, cerco di non mettermi troppa pressione.”

Che, detto così, sembra facile. Ma in un circuito che corre alla velocità della luce, serve un gran controllo per non farsi travolgere. In campo ha riscoperto l’istinto, quello puro:

“Prima ero ossessionata dalle statistiche. Ora torno a vivere il momento. Quando seguo l’istinto, il tennis mi esce fluido, naturale. È bello che questo si stia già vedendo.”

Fuori dal campo? Ama il contatto coi tifosi, anche quando attraversare il Foro Italico sembra più un’esercitazione di sopravvivenza che una passeggiata. Per raggiungere gli spogliatoi dal Grand Stand ci ha messo circa 15 minuti: per tutti i selfie e autografi (talmente tanti che ad un certo punto si è girata verso i due bodyguard chiedendo se avesse ancora un po’ di tempo).

“È bellissimo, li sento sinceramente vicini. Alcuni li ho conosciuti anni fa e li rivedo sempre qui. Vengono a tutti i miei match. Amo stare in contatto con i miei fan. Qualche volta è un po’ troppo… qui sono molto passionali.” Ride, sicuramente pensando a quel ragazzo che, subito dopo il selfie, le ha dato un bacio sulla guancia ed è scappato via prima che la guardia del corpo riuscisse ad afferrarlo.

E ora? Zheng all’orizzonte

Il prossimo ostacolo? Una sfida negli ottavi di finale contro Qinwen Zheng, numero 8 del seeding e tra le giocatrici più solide del circuito. La canadese contro la cinese, istinto contro potenza, fantasia contro geometria.

Insomma, Bianca Andreescu è tornata. Con il suo tennis brillante, la sua filosofia di vita e quel pizzico di caos che non guasta. E anche se non dovesse arrivare in fondo, ha già vinto qualcosa che in pochi riescono a conquistare: il diritto di riprovarci con il sorriso.

da Roma, Angelica Fratini

Tags: Bianca Andreescu: la fenice canadese spicca il volo anche a Roma

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Nota sull’autore: Angelica Fratini

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