Giochiamo in anticipo la sfida numero 11 Sinner-Alcaraz partendo dalle statistiche sull’ATP Tour dei formidabili rivali in vetta alla classifica e al tennis mondiale che si fronteggiano oggi in finale a Roma. Per entrambi è la finale numero 25 sul circuito pro.
DIVERSI
“Siamo due giocatori i totalmente diversi, quando giochiamo contro, il livello è molto alto perché tutti e due ci spingiamo a fare cose che normalmente non facciamo”, dice Jannik. “Ogni volta che ci gioco contro è sempre una battaglia, e molto, molto dura. Qui, in finale, sarà una sfida ancor più difficile, a casa sua, con la gente che lo sostiene”, puntualizza Carlos, confessando che durante lo stop non ha mai contattato il rivale.
SERVIZIO
Jannik è quarto come valutazione, dietro Berrettini, Perricard e Zverev, col 79.6% di punti vinti con la prima – meglio di tutti i colleghi – , il 58.2 % con la seconda e il 91.3% di games di servizio vinti; Alcaraz è appena il 18° (72.% sulla prima) anche se sulla seconda ottiene il 56.3% dei punti (più di tutti gli atri, dopo Sinner).
RISPOSTA
Carlos è secondo come risposta (valutazione 164.5), poco dietro de Minaur: ha il 35.1% di percentuale sulla prima, il 54.1% sulla seconda, e il 32.2% di games vinti. Sinner è quinto, con una percentuale importante sulla seconda: 56.9% (la migliore di tutti).
COLPI
Jannik è più forte di rovescio e Carlos di dritto, ma il dritto dell’italiano è più forte del rovescio dello spagnolo. Anche se, dopo lo stop, l’allievo di Vagnozzi & Cahill deve ancora registrare al meglio quest’arma. Come varietà di colpi, soluzioni, e quindi anche con l’opzione-smorzate, Carlitos è tennisticamente superiore, come pure per capacità a rete. Ma come selezione di giocate e gestione della situazione nei momenti topici, nessuno batte il 23enne di San Candido che, il 9 giugno, resterà comunque numero 1 almeno fino al termine del Roland Garros, per 53 settimane.
SOTTO PRESSIONE
Il Profeta dai capelli rossi primeggia col 259.5 di valutazione col 41% di palle break trasformate, il 71.2% di palle-break salvate – largamente meglio di tutti – e l’eccezionale 80.6% di successo al tie-break (secondo solo a Jordan Thompson con l’84.6%). Alcaraz è solo ottavo (valutazione 234.7), trasforma le palle break al 43.1% – meglio di tutti – ma su quelle salvate ha il 63.7% e sui tie-break appena il 59.1%.
RECUPERO
Alcaraz, quand’è avanti nel punteggio, si esalta, Sinner l’anno scorso ha dominato anche grazie alla straordinaria capacità di rimonta dopo aver perso il primo set, addirittura al 78.6%. Gli altri sono lontani: da Zverev al 50% ad Alcaraz col 47.1%. E a Roma il 6-0 con cui Sinner ha risposto al’1-6 iniziale di Paul è stato impressionante.
CONTRO I BIG
Nel dominare Casper Ruud a Roma con l’eclatante 6-0 6-1 e una prestazione pressoché perfetta, Sinner ha vinto il match consecutivo numero 11 contro i top ten, e senza perdere un set. Non a caso, la sua imbattibilità di 26 partite parte dal ko contro Alcaraz nella finale di Pechino di settembre, e contro Carlos è 4-6 negli scontri diretti, 0-3 l’anno scorso, inclusa la sanguinosa semifinale al quinto set al Roland Garros. Mentre nell’altro precedente sulla terra, nella finale di Umago 2022, aveva vinto lui.
SULLA TERRA
Jannik ha mosso i primi passi sul veloce indoor – tuttora la superficie preferita – , il suo unico torneo vinto sulla terra resta Umago, anche se ha frequentato molto la terra negli allenamenti dai 13 ai 20 anni alla Piatti Academy di Bordighera. L’anno scorso è arrivato in semifinale a Montecarlo e a Parigi, riscattando il clamoroso ko nel secondo turno con Altmaier del 2023. Viceversa, Carlitos nasce sulla terra rossa dove ha vinto 9 tornei, la metà del totale. E’ alla prima finale a Roma – come Sinner -, ma al Roland Garros è il campione uscente, dopo la semifinale 2023 persa, coi crampi da tensione, contro Djokovic. Eppure i bookmakers danno favorito Jannik a 1,65, con Carlos a 2,20.
Vincenzo Martucci