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Golf

Un altro Francesco alla ribalta del golf

Da Jacopo Crivellari 14/11/2019

Torneo che vai, Francesco che trovi. E che vince. Il golf in Italia negli ultimi anni è cresciuto grazie soprattutto a Francesco Molinari, che vincendo l’Open e, tra le altre cose, la Race To Dubai, ha spinto molti atei a diventar credenti interessandosi a questo sport. Nello scorso weekend è arrivata un’altra grande, grandissima notizia per il golf nostrano. Francesco ha monopolizzato la Race to Mallorca, l’ha vinta e si è guadagnato la carta per lo European Tour.  Non si tratta di Molinari, ma di Laporta, ventinovenne di Bari che ha vinto nel gran finale del Challenge Tour a Maiorca. Dall’anno prossimo saranno quindi due i Francesco sul circuito europeo.

Laporta si è fatto conoscere al grande pubblico durante l’Open d’Italia dell’Olgiata, in cui ha concluso settimo a -9; è stato il migliore degli italiani. Quella settimana gli è servita per rendersi davvero consapevole del fatto che avrebbe potuto essere competitivo a tutti i livelli. Inoltre, quel settimo posto gli fruttò 164.017.81 euro, mentre questa settimana trionfando in Spagna ne ha vinti “solo” 72.000. Chissà che anche questo non sia stato una motivazione ulteriore. Un finale di stagione brillantissimo per Lapo, dunque, grande interista e appassionatissimo di sneakers. La sua collezione è vastissima, ed è composta soprattutto da edizioni limitate; non è difficile pensare che il primo regalo che si sia fatto dopo questo grande risultato sia proprio un paio di scarpe.

Motivatissimo, Francesco Laporta sta già pensando alla prossima stagione. Lo European Tour richiede energie fisiche e mentali, ma soprattutto una buona programmazione: per questo l’italiano sta organizzando già da ora gli impegni del 2020 con il suo team. Il giocatore italiano l’anno prossimo avrà la consacrazione: per quel tredicenne che giocava a golf all’ombra degli ulivi secolari del San Domenico di Brindisi è il momento di approdare tra i grandissimi. Per seguire il suo sogno, Lapo si è spinto fino al Sudafrica, che ha fatto divenire luogo sede dei propri allenamenti a causa della mancanza di grande varietà nei campi della Puglia (che sono solo tre) e soprattutto di gare ufficiali. Nello stato affacciato sull’Oceano Atlantico è diventato un giocatore completo: ora è pronto per il grande salto, quello definitivo. 

La settimana scorsa si è giocato anche sullo European Tour. Il terzultimo appuntamento delle Rolex Series è stato il Turkish Airlines Open, che passerà alla storia per almeno un paio di motivi. A vincere è stato Tyrrel Hatton, e questa di per sé non è una notizia incredibile visto che per l’inglese è stata la quarta vittoria sul tour maggiore. La cosa straordinaria è che Hatton abbia vinto dopo un playoff a sei durato tre buche. Mai sei giocatori erano arrivati al primo posto a pari merito (tutti a -20) dopo 72 buche sul tour maggiore. L’ultimo giro, a causa di questo lungo spareggio, è durato talmente tanto che sul percorso del Montgomerie Maxx Royal di Antalya, sede della gara, si sono accese le luci artificiali lungo tutta la buca 18. Anche in questo caso si è trattato di un unicum: non era mai accaduto che in un torneo ufficiale dello European Tour fosse stato necessario accendere i lampioni.

La prima bandiera italiana sul leaderboard del Turkish Airlines l’ha fissata Guido Migliozzi, decimo con -16. Francesco Molinari è arrivato quarantaquattresimo a -7.

Tags: Antalya, european tour, golf, hatton, italia, laporta

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Nota sull’autore: Jacopo Crivellari

Ho iniziato a praticare sport a cinque anni e solo quattordici primavere più tardi ho capito che sarebbe stato meglio scriverne o parlarne. Conduco un programma radiofonico su CiaoComo Radio, ho scritto un libro e collaboro con GazzaNet. La filosofia mi ha sedotto e conquistato, ma è un amore platonico. Il tennis è mia moglie, il golf l’amante; per questo ne scrivo dopo le 23.

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