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Golf

Tiger, 7 anni da spezzare la schiena e la vita: dallo scandalo 2009 all’arresto per guida da ubriaco

Da Vincenzo Martucci 30/05/2017

Il campione di 14 Slam travolto dallo scandalo sessuale e poi da quattro operazioni, privato del suo golf, si è perso completamente: lunedì mattina è stato trattenuto dalla polizia, lui nega che si tratti di alcol. Ma la sua favola è sconvolgente

 Se non fosse il secondo atleta più pagato di sempre, con 1,65 miliardi di dollari guadagnati, dietro solo a Michael Jordan, verrebbe da dirgli, semplicemente, “povero”. Perché la sua favola, dalle stelle alle stalle, è davvero sconvolgente, con una parabola verso il basso velocissima e, sembra, inarrestabile, come dice l’ultima sventura: l’arresto per guida in stato di ubriachezza alle 3 del mattino di lunedì, dietro casa sua, a Jupiter, in Florida. Un altro equivoco, un altro sgambetto del destino, secondo il campione statunitense, che giura: “L’alcol non c’entra, non ho calcolato l’effetto dei medicinali diversi, prescritti, che sto prendendo e ho avuto una reazione inattesa”. Un altro massiccio intervento degli avvocati, un’altra macchia sull’immagine di un campione che sembrava immacolato, perfetto, ideale, per sponsor e seguaci del golf. E quindi altre scuse pubbliche, altri tentativi di rappacificarsi col mondo esterno, e coi suoi cari: “Mi scuso dal profondo del cuore con la mia famiglia, gli amici e i tifosi. Mi aspetto molto anche da me stesso, e farò tutto quello che posso perché non accada più“. Con tanti ringraziamenti ai poliziotti della contea di Palm Beach che l’hanno trattenuto dalle 7.18 alle 10.50. Ma, come spesso gli succede ultimamente, si tratta di un altro, violento, passo indietro, dopo le ottimistiche dichiarazioni post-operatorie alla schiena disastrata, di qualche giorno fa: “Non mi sentivo così bene da anni”. Di fatti, operato ad aprile, il re di 14 Slam ha perso anche la seconda parte della stagione 2016 e tutto l’inizio del 2017, dopo aver già disertato il 2015.

   Non ha perso solo quelle, ha perso se stesso. Come altri campioni, che avevano fatto del loro sport l’unica ragione di vita, una volta raggiunti gli obiettivi, non ha più trovato altre motivazioni e quindi la forza per rimettersi in carreggiata, sia come atleta che come uomo. E tutto questo in sette anni davvero da incubo, dopo quel fatidico 23 novembre 2009, il Giorno del Ringraziamento, tanto caro agli americani, quando, per scappare dalla moglie infuriata per le innumerevoli scappatelle coniugali, andò a sbattere con l’auto. Travolto dallo scandalo sessuale, smascherato nella sua dipendenza dalle donne giovani, belle e bionde, Tiger sembrava comunque superiore, da dio del golf, tanto che nel 2013 vinse cinque gare, compreso il Players Championship, è recuperò il suo numero 1 del mondo. Ma cominciò la sua Odissea, con una prima operazione alla schiena, la prima rinuncia al Masters 2014, una serie di tagli mancati, il miracoloso rientro al Masters 2015, chiuso al 17° posto, seguito però da una seconda operazione alla schiena e da tanti, troppi, rinvii, che sono culminati nella cancellazione dell’intera stagione 2016 dell’atleta-Woods, mentre l’icona-Tiger è riapparsa come vice-capitano degli Stati Uniti nella Ryder Cup, condita da altre promesse di un ritorno.

Ma non c’è stato niente da fare. Fra incertezze e debolezze, problemi fisici e psicologici, il fatidico ritorno di Tiger Woods è stato rinviato di torneo in torneo, fino al 2 dicembre, quando il Fenomeno è riapparso sul green, dopo 16 mesi, nell’Hero World Challenge con un 73-65-70-76 che l’ha tenuto lontano dalla vetta ma ha riacceso le speranze che fosse davvero guarito e potesse davvero riprendersi. Tanto che una famosa marca di bastoni l’ha subito scritturato, dando fiducia a lui e ai suoi fans.

Purtroppo, le cose sono andate ancora male. Il 28 gennaio di quest’anno, Tiger ha giocato il primo torneo ufficiale Pga dal 2015 ma ha mancato il taglio nel Farmers Insurance Open che aveva vinto 8 volte. E, il 3 febbraio, dopo il deludente 77 del primo giro al Dubai Desert Classic, si è ritirato un’ora prima delle seconde 18 buche per spasmi alla schiena della notte. Così da rinunciare al Masters per la terza volta in quattro anni, proprio il Major, il torneo più famoso del golf, il Wimbledon del golf, che ne ha caratterizzato la carriera. Di più, Tiger ha rinunciato proprio nel ventennale dell’impresa del’97, quando dominò l’Augusta National aggiudicandosi il primo Slam. La quarta operazione alla schiena, di aprile, sembrava averlo messo definitivamente k.o., ma magari, chissà, questo secondo incidente d’auto, gli creerà un contro-choc, dopo quello famoso del 2009, e lo riporterà alla vita.

Vincenzo Martucci

Tags: 7 anni da spezzare la schiena e la vita: dallo scandalo 2009 all’arresto per guida da ubriaco…, Tiger, Tiger woods, vincenzo martucci

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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