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Pallacanestro

Trento senza Sutton: Venezia saprà prendersi lo scudetto?

Da Luca Chiabotti 14/06/2017

La serie finale dei playoff scudetto è 1-1 ma la Dolomiti Energia, già corta per gli infortuni, ha perso anche l'unico giocatore insostituibile: l'Umana ha imparato ad approfittare delle occasioni? I trentini restano il numeri uno per quello che sanno trarre dal loro collettivo

 Peccato, accidenti! E’ sempre una brutta notizia quando un atleta si infortuna, se poi, come è successo a Dominique Sutton di Trento, si fa male il giocatore più importante di una squadra durante la finale scudetto, è tutto il basket a perderci, in spettacolo, competitività, giustizia. Non è la prima volta che succede e non è andata bene a chi ha perso giocatori fondamentali… Sutton si è infortunato nel primo tempo di gara-2, con la Dolomiti Energia davanti 1-0 nella serie dopo aver espugnato Venezia e ribaltato subito il fattore campo, col punteggio di 30-26 per l’Umana. Che, certamente, è stata molto più abile, determinata, aggressiva che in gara-1 e ha meritato di vincere e pareggiare la serie. Ma con Trento non si sa mai: la reazione post infortunio dei compagni di Sutton è stata notevole, ma impossibile da mantenere per i 27’ che mancavano. Il problema, a parte la bravura di Sutton, in lotta per l’Mvp del campionato da quando è tornato in gennaio all’Aquila Trento, è che nelle rotazioni già accorciate dai precedenti infortuni, è il solo per il quale coach Maurizio Buscaglia non ha una alternativa nel ruolo, se non spostando Joao Gomes più vicino a canestro. Un palliativo che si può usare tatticamente per qualche minuto, ma non per una serie. Diverso per Walter De Raffaele che in gara-3 potrebbe dover rinunciare a una delle chiavi tecniche della sfida, il centro Esteban Batista, ma che nelle ultime sfide aveva mandato in tribuna per il turnover due lunghi come Ben Ortner e Jemelle Hagins in un roster da 14 giocatori.

    Lo stiramento alla coscia non permetterà a Sutton di giocare gara-3, mentre sarà rivalutato per gara-4. In assoluto, è un k.o. che cambia completamente la psicologia della finale: Trento, che è 1-1 e gioca in casa le prossime due gare, non è più favorita a meno che non riesca a vincere almeno una partita delle prossime due. Il fattore campo tornerebbe a Venezia, ma Trento, al completo, nei playoff in trasferta è stata micidiale.

La finale Venezia-Trento è la fotografia della pallacanestro italiana di oggi, nel bene (due buone squadre, due ottime società) costrette a giocare in palasport piccoli e, per quanto riguarda il Taliercio che ormai è una palestra, talmente calda e umida da mettere a repentaglio l’incolumità dei giocatori e un inferno la vita degli spettatori. E’ stupido e anacronistico giocarsi una stagione in condizioni simili, la Fip lo vieterà dai playoff della prossima stagione (quando saranno richiesti impianti da 5000 spettatori di capienza minima) ma dovrebbero essere le società stesse a volerlo, per il loro bene.

Sono curioso di vedere come Venezia reagirà all’assist che le ha dato il destino con l’infortunio di Sutton. Finora l’Umana, che ha un organico profondo e solidissimo, con giocatori esperti di finali come MarQuez Haynes (per non parlare di Tomas Ress…) è stata un diesel, apparentemente in difficoltà a freddo nelle partite decisive. Ha perso in casa gara-1 in finale e in semifinale con Avellino, s’è fatta sbattere fuori immediatamente nelle Final 8 di coppa Italia e alle Final 4 di Champions. Invece ha mostrato buona continuità durante tutta la stagione ed è cresciuta esponenzialmente durante la serie con Avellino. Ma in gara-3 anche per lei, come per Trento, lo scenario è cambiato ed è quasi un nuovo inizio: riuscirà l’Umana ad approfittare dell’assenza di Sutton o, come è già accaduto, perderà energia davanti ad una sfida che potrebbe valere lo scudetto? Se entrerà in campo come in gara-2, sarà difficile per la Dolomiti energia venirne a capo.

   Ma mai sottovalutare il cuore della miglior squadra d’Italia, almeno dall’inizio del 2107. Abbiamo già scritto su Sportsenators delle grandi qualità di Trento. E delle sue eccellenti capacità tecniche e di esecuzione. Sono abbastanza certo, che gara-3 sarà una bestia difficile da maneggiare per Venezia, che dovrà imporre il suo organico superiore e non farsi portare a spasso per il campo da una avversaria per forza più corta e piccola. Credo che su una partita secca, sia meglio gestire pochi giocatori che molti, l’allenatore sbaglia di meno e chi è in campo si responsabilizza di più. Il problema è se, al di fuori delle pretattiche, i giocatori trentini abbiamo la sensazione che Sutton non tornerà neppure in gara-4 o 5. Allora potrebbe non bastare anche una capacità indubbia dell’Aquila quella di ottenere dal collettivo un forza e un rendimento molto più elevato rispetto alla somma dei singoli giocatori.

Guardate che fine hanno fatto quelli che Trento l’hanno lasciata: Tony Mitchell da Mvp della serie A a sparito completamente nel nulla, Josh Owens meno determinate proprio a Venezia rispetto alla stagione trentina, lo stesso Julian Wright, e non per il poco che ha potuto mostrare a Reggio Emilia. Perfino Dada Pascolo, una delle pochissime note positive della stagione di Milano, non è migliorato lontano da Trento. Dominique Sutton ne è proprio il caso più emblematico: lasciata la Dolomiti Energia in estate, ha giocato poche partite senza lasciare il segno in due squadre, Ulm e Nancy, prima di tornare in Italia e esplodere. Sembrano combinazioni ma non lo sono. Succedeva anche a Siena, accade solitamente, ma al contrario, a Milano… Una cosa è certa: si giocano lo scudetto le due squadre che, tirate le somme della stagione, lo hanno meritato di più. Peccato che attorno a loro, la pallacanestro italiana mostri in continuazione i suoi enormi limiti.

Post scriptum: vorrei lanciare una raccolta di firme. Per costringere i registi delle partite in tivu, gestite dalla Rai anche per quello che riguarda Sky, a riguardarsi le finali Nba e provare a capire come si riprende la pallacanestro. Le nostre partite fanno venire il mal di mare, tra stacchi continui inutili sul pubblico, azioni perse per replay o inquadrature del solito presidente, immagini buttate lì, mentre si gioca dall’altra parte del campo… Domanda: negli Stati Uniti, la patria del basket anche televisivo, dove Abc e Espn che hanno firmato un contratto da 26 miliardi per 9 anni con la Nba, sono tutti dei pirla, come dicono a Milano? Non tolgono mai le immagini dal campo, non mandano mai replay a gioco in corso, hanno inquadrato (sempre a palla ferma) solo una volta le celebrità a bordo campo usando tre o quattro volte il totale dell’Oracle Arena in momenti particolarmente significativi della gara. Tutto pulito, perfetto, bellissimo. Non si potrebbe copiare?

Luca Chiabotti

Tags: Basket, Pallacanestro, Trento senza Sutton: Venezia saprà prendersi lo scudetto?

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Nota sull’autore: Luca Chiabotti

(La Firma) Inviato a 6 Olimpiadi, 7 mondiali e 15 europei basket, oltre 200 partite dello sport che è il suo grande amore ed ha caratterizzato la sua carriera, 35 final four, finali italiano del 1978. Esperto anche di sport americani, dal football al baseball.

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