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Pallacanestro

Finali Nba: James, da solo contro la storia

Da Luca Chiabotti 31/05/2018

Per la quarta volta di fila, sarà Golden State-Cleveland ad assegnare il titolo. Warriors campioni e ancora favoriti ma c'è LeBron in stato di grazia. Che può ribaltare la storica profezia che sostiene che a una squadra non basti una sola stella, anche se è la più grande, per vincere 

Sono bravo o no? Proprio qui, sui Senators, avevo predetto l’ennesima finale Golden State-Cleveland, la quarta di fila. Stavolta azzeccarla è stata più difficile delle altre. Come dite, non sono così tanto bravo? Solo perché sul sito di Euroleague ho sbagliato la vincente delle Final Four puntando sul Fenerbahce? Lì, secondo me, il vero pronostico era azzeccare la finale, e puntare sul Real Madrid contro il Cska. Poi, in verità, dopo aver visto quella sfida, avrei già cambiato le mie previsioni sull’esito della finale perché le qualità di gioco e mentali della squadra allenata meravigliosamente, a Belgrado, da Pablo Laso erano da predestinati per il titolo. I pronostici sono così, cerchi di fare un sacco di ragionamenti più o meno ponderati, esprimi dei giudizi che credi suffragati da fatti, poi accade quello che manda tutto a quel paese: l’infortunio di Chris Paul che forse può essere costato la finale agli Houston Rockets di Mike D’Antoni, la partita inattesa di un giocatore ormai “anziano” e visto mille volte come Fabien Caseur che ha dominato l’ultimo atto dell’Eurolega anche se l’mvp è stato Doncic, la squalifica del campo di Avellino quando, proprio su questo sito, mi ero lanciato in un giudizio su Trento più in palla della Sidigas che però poteva farcela per il fattore campo (che non c’è più stato).
   Oggi le previsioni di quelli che ci capiscono sulla finale Warriors-Cavs è tutta a favore dei campioni in carica, che hanno vinto due delle ultime tre sfide per il titolo. Francamente quando c’è di mezzo LeBron James, questo LeBron, quello dei playoff, direi che puntargli contro può essere molto pericoloso anche se la logica e il peso che Golden State s’è tolto dopo aver eliminato Houston, danno la squadra di Durant, Curry e Thompson grandemente favorita. Per anni è stato detto e scritto, giustamente, che nessuno, nemmeno Wilt Chamberlain o Michael Jordan, dominanti in campo nelle loro rispettive epoche, sono riusciti a vincere un titolo “da soli”. Di certo LeBron ha mostrato più e più volte, fin dagli inizi della carriera, di poter portare da solo una squadra in finale, ma per vincere ha dovuto passare attraverso The Decision, andare a Miami convincendo altre star prima di tornare a Cleveland trovando, anche lì, un giocatore straordinario anche se giovane come Kyrie Irving e Kevin Love. Stavolta, con una squadra ricostruita a metà di una stagione costellata da prove mediocri e difese imbarazzanti, James ha riscritto la sua storia e quella dei playoff. Sotto 3-2 contro Boston, con la sua squadra priva anche di Love, ha prodotto due partite da 40.5, 13 rimbalzi e 9 assist di media (ma solo perché, soprattutto in gara-7, i compagni non la mettevano mai dopo i suoi passaggi smarcanti) realizzando da solo il 43.3% dei punti della sua squadra. Il che sarebbe già una percentuale altissima se non salisse al 50% esatto considerando solo gli ultimi, decisivi, quarti. Complessivamente LeBron ha chiuso la finale dell’Est con Boston a 32 punti di media ma ha potuto riposare solo 2’ su 96 totali nelle ultime due gare. Il che sommato al fatto che Love è ancora in dubbio per gara-1, rende l’impresa che James ha davanti per riconquistare il titolo probabilmente la più ardua e difficile che una stella Nba abbia mai dovuto affrontare.
    Golden State non è stata brillantissima contro Houston, se non nei suoi ormai celeberrimi “terzi quarti”, quando riesce a sprigionare tutta la sua pallacanestro straordinaria. Ma per giudicarli davvero, avrei voluto vederli vincere contro Chris Paul in campo, l’unico capace di placare la follia che prende anche James Harden nei momenti di difficoltà, quando i Rockets fanno apparire la filosofia di D’Antoni una barzelletta e sanno solo sparare ripetutamente da tre con risultati apocalittici e farseschi, come sono state le 27 triple di fila sbagliate in gara 7. Insomma, Warriors immensamente superiori e favoriti anche in questa in finale ma, dopo aver constato lo stato di grazia in cui si trova, non è furbo scommettere contro LeBron sulla strada per essere considerato, anche se molti lo fanno già, il più forte giocatore mai visto sulla terra.
   Se vincerà “da solo” cambierà la storia del basket. Se qualcuno dei compagni gli darà una mano per davvero, per Golden State sarà dura. Mi aspetto una finale più combattuta di quanto i pronostici dicano. Onore, ammirazione e rispetto a King James, comunque vada a finire.
Luca Chiabotti
Tags: Basket, finali nba, Golden State-Cleveland, nba

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Nota sull’autore: Luca Chiabotti

(La Firma) Inviato a 6 Olimpiadi, 7 mondiali e 15 europei basket, oltre 200 partite dello sport che è il suo grande amore ed ha caratterizzato la sua carriera, 35 final four, finali italiano del 1978. Esperto anche di sport americani, dal football al baseball.

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1 Commenti

  1. Finali NBA: James, da solo contro la storia di Luca Chiabotti - basketnet.it
    04/06/2018 at 4:31

    […] sportsenators.it a cura di Luca […]

I commenti sono chiusi.

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