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Pallacanestro

Milano e Gallinari: il basket come il Giorno della Marmotta

Da Luca Chiabotti 23/08/2018

Il campionato riparte, dopo le vacanze, e l’Olimpia è sempre la grande favorita: ma vincere lo scudetto facendo brutte figure in Europa non basta più. “Gallo” dopo le polemiche col c.t. azzurro lo scorso giugno sulla mancata disponibilità per le qualificazioni mondiali, non verrà neanche a settembre...

Il campionato di basket ricomincia da capo, dopo il mercato e le vacanze estive, e sembra proprio il Giorno della Marmotta: come da tanti anni ormai, si partirà con una favorita che è sempre più favorita. Niente dubbi neppure stavolta: l’Olimpia Milano lo scudetto potrà anche perderlo, come è accaduto nel 2015 e 2017, ma nessuno oggi può affermare che non sia ancora nettamente superiore alle altre squadre, anche quelle ambiziose e di vertice. Che sono buone, saranno certamente competitive, proveranno a fare la voce grossa almeno in Italia, faranno scattare velenose trappole in coppa Italia, ma poi ai playoff saranno inferiori anche se non meno meritevoli, come Trento delle ultime finali. E’ il Giorno della Marmotta anche per la querelle Gallinari-Nazionale: Danilo dopo le polemiche a distanza di giugno col c.t. in cui accusava Sacchetti di non aver capito che è sempre disponibile per la Nazionale salvo infortuni, ha deciso che è meglio, per lui, saltare anche le partite di settembre. Chi l’avrebbe mai detto… Gallo ha tutto il diritto di dire no alla Nazionale, ma non di trascinare il c.t. e l’Italia in velenosi contrasti solo per salvaguardare la sua immagine milionaria. Petrucci avrebbe dovuto capirlo subito, avallando la scelta corretta del c.t., non l’ha fatto dicendo che avrebbe sistemato tutto lui e la ferita, adesso, non sarà semplice da saturare. Al solito, saranno i risultati della Nazionale a pagarne le conseguenze.
    A breve, senza fili, mi lancerò in una piccola analisi delle squadre al via la prossima stagione. E’ sempre più difficile scrivere cose sensate in anticipo, per il grande turnover in atto in tutte le società e la relativa popolarità dei nuovi arrivati. Alla partenza del prossimo campionato, poco più di un centinaio di giocatori vestiranno una nuova maglia, poco più di 6 per squadra. Nel 60% abbondante dei casi, si tratta di atleti italiani o già visti in Italia. Il 40% sono novità, e ci metterei anche Mike James di Milano che iniziò proprio da noi, nelle minors più minors, una carriera che poi è passata anche dalla Nba. E’ un altro giocatore rispetto ad allora. Nomi interessanti ce ne sono tanti, del resto i nostri manager sono davvero bravi sul mercato. Con alcune vette molto suggestive, come gli ex campioni Nba Norris Cole di Avellino e James McAdoo di Torino ma non necessariamente migliori di atleti più giovani e in crescita.
     Sarebbe molto bello se venissero a rinforzare le nostre squadre esistenti e non a ricostruirle, come da anni accade, ogni santa estate. Per quello che conta la classifica dei realizzatori, in termini di valutazione assoluta dei giocatori, la nuova stagione partirà senza i primi 6 top scorer della passata stagione, 8 dei primi 10, e 10 dei primi 15. Se ne sono andati anche Alessandro Gentile, almeno per il momento, e Michele Vitali, due dei primi 4 italiani. Che i nuovi arrivati siano migliori dei Rich, Goudelock, Landry, Shields, Sutton che sono andati a giocare altrove, lo scopriremo solo a stagione avanzata. Su alcuni ho grandi dubbi che accada. E non mi va giù che Michele Vitali, l’unico italiano che ha fatto il salto di qualità nella passata stagione, sia finito ad Andorra: pazienza ce lo avesse rubato un club di Eurolega più ricco…
    Premesso che il campionato sarà difficile e indecifrabile per tutte, considerando che dopo tanti anni avremo ben 10 squadre impegnate nelle coppe internazionali, alcune ad alto livello, ecco qualche giudizio volante.
    Le squadre che soffrono. Sono quelle che hanno rivoluzionato ma senza certezze sulla qualità dei nuovi arrivi. Ci metto Brindisi, Cantù che ha fatto un bel passo indietro dall’anno scorso e come società non esiste, Cremona, con 4 stranieri rookie del nostro campionato di cui uno, Aldridge, rookie davvero. E senza Fontecchio.
    Le squadre che, forse, la nottata è passata. Dopo i rischi tremendi delle ultime stagioni, Pesaro pare aver fatto una pesca più pregiata con gli stranieri. Pistoia, dopo le difficoltà dell’anno passato, ha fatto un mercato notevole all’estero.
    Le squadre che non si fanno follie ma sono solide. Varese si conferma formazione che può lottare per i playoff, stavolta senza i brividi della rimontona della passata stagione. Trieste è neopromossa, sa che deve soprattutto salvarsi, e ha costruito un gruppo con carte sicure. Sono due delle tre società, l’altra è Venezia, che hanno acquistato solo giocatori già visti in Italia.
    Le squadre che proviamo a fare un grande salto di qualità. La Virtus Bologna, fuori dai playoff lo scorso maggio, ha costruito un roster con notevole esperienza europea, visto che tornerà in coppa, e quindi da vertice in Italia. Torino dopo l’ebbrezza della coppa Italia e il successivo naufragio, ha messo assieme un gruppo col maggior potenziale di crescita e un maestro per insegnarle la pallacanestro. Un modello affascinante ma rischioso, nel nostro campionato. Non solo perché un americano pregiato, Royce Wright, pare già voler dare forfait.
   Le squadre che erano più forti l’anno scorso, ma… Buscaglia non è d’accordo sul fatto che la sua squadra fosse più forte un anno fa. Ma Trento ha perso due giocatori da salto di qualità per il nostro campionato, Fields e Sutton (lasciamo perdere il flop di Gutierrez e Silins…), e a oggi non si può pronosticare in finale come nelle ultime due stagioni. Ma sono bravi e alla fine ci saranno anche loro al vertice. Reggio Emilia ha chiuso una stagione difficilissima rivoluzionando molto ma non la sua identità di oasi per i giovani italiani con innesti stranieri convincenti. Sono convinto che, “meno forti”, finiranno meglio che nell’ultimo anno.
    Le squadre che se ci gira giusta andiamo in finale. Sassari ormai è una società di elite, può avere alti e bassi, ma esce dall’ultimo mercato con una squadra migliore, uno staff tecnico societario rinforzato e un mix di giocatori conosciuti e novità sulla carta molto valido. Brescia ha perso due giocatori simbolo come Landry e Michele Vitali, ma è una delle poche ad avere un italiano potenzialmente di buon livello Eurolega, come Abass, un forte nucleo nostrano e stranieri mediamente migliori che in passato.
    Le squadre che per vincere lo scudetto cambio tutto. Ad Avellino, l’anno scorso, è spesso mancato qualcosa quando si è trattato di vincere un trofeo. La ricetta è stata alzare l’esperienza ad alto livello degli stranieri presi, non solo Cole, per provare ad avere qualcosa in più. Molto forte lo era già.
    Le squadre che per vincere lo scudetto, faccio ritocchi importanti. Non c’è dubbio che Venezia sia, ad oggi, ancora la n.2 del ranking italiano. A una struttura consolidata al vertice aggiunge due giocatori conosciuti e atipici, come Stone e Washington, che hanno nella squadra e nei tanti modi in cui sanno aiutarla, la loro priorità.
Le squadre che se non mi sparo da solo, vinco. Sempre lei, Milano. Ci riprova dopo uno scudetto difficile, nato da aggiunte e clamorose bocciature in corsa, che solo chi ha tanti, ma tanti soldi può permettersi senza tragiche conseguenze. Non sarà facile, neanche quest’anno: ha stravolto il cuore pulsante della squadra, il settore guardie, aggiungendo tre giocatori di alto livello, James, Nedovic e Della Valle la cui convivenza tecnica, anche con Jerrells, va ancora tutta scritta mentre si devono subito scacciare i nuvoloni che riguardano quella difensiva. Il resto è da top club europeo, figuriamoci in serie A con Brooks diventato italiano anche se, e questa è una cosa inconcepibile se il basket italiano fosse un movimento serio, sarà il c.t. Sacchetti a dargli in Nazionale lo status di italiano “vero”, cioè a decidere se l’Armani sarà enormemente più forte o solo molto più forte delle avversarie di serie A.
    Come ogni anno, davanti a una squadra così, facciamo fatica a credere alla storia che il “vero obbiettivo stagionale” è lo scudetto. Il vero obbiettivo, come da molti anni, è ovviamente vincere lo scudetto ma, anche, competere tra le prime 8 in Europa. Finalmente è stato detto chiaramente soprattutto dai nuovi arrivati, James e Nedovic. Speriamo siano la spinta per cambiare una mentalità finora troppo ristretta.
Luca Chiabotti
Tags: Basket, Milano, stagione 2018-2019

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Nota sull’autore: Luca Chiabotti

(La Firma) Inviato a 6 Olimpiadi, 7 mondiali e 15 europei basket, oltre 200 partite dello sport che è il suo grande amore ed ha caratterizzato la sua carriera, 35 final four, finali italiano del 1978. Esperto anche di sport americani, dal football al baseball.

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1 Commenti

  1. Milano e Gallinari: il basket come il Giorno della Marmotta (di Luca Chiabotti) - basketnet.it
    24/08/2018 at 7:33

    […] sportsenators.it a cura di Luca […]

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