Quasi due ore di grandissimo tennis per ricordare al mondo quant’è efficace, oltre che straordinariamente bello, il rovescio a una mano, in tutte le sue declinazioni: dalle pennellate slice alle botte in top, alle volée. Con l’aggiunta della prima di servizio finalmente risolutiva e anche di smorzate e cambi di ritmo e direzione e di taglio continui, ad affiancare il solito, implacabile dritto. Poi, nelle prime storiche semifinali del Roland Garros da Pietrangeli e Sirola del 1960 con due italiani, Lorenzo il Magnifico, al secolo Musetti, alza bandiera bianca e si ritira 4-6 7-6 6-0 2-0 dopo due ore e mezza al grande favorito del Roland Garros 2025, il campione uscente, Carlos Alcaraz. Il fisico, stavolta gli adduttori, non reggono il ritmo del braccio d’oro del 23enne di Carrara, esploso quest’anno fino ad approdare lunedì al numero 6 del mondo. “Sul finire del terzo set ho avvertito dolore dietro la coscia, poi nel quarto sentivo sempre più che perdevo potenza e non riuscivo più a stargli dietro negli scambi. Non volevo ritirarmi, sono triste e dispiaciuto, ma la decisione è giusta. Vediamo gli esami che cosa diranno… Era troppo rischioso forzare anche se mi dispiace per il pubblico. Più avanti ci sono tornei altrettanto importanti”. Dal Queen’s a Wimbledon.
ALLARME FISICO
Ahilui, Musetti è già crollato di fisico due volte sempre al Roland Garros contro Djokovic, quattro anni fa per 6-7 6-7 6-1 6-0 4-0 e ritiro, e due anni fa 7-5 6-7 2-6 6-3 6-0. E più recentemente contro lo stesso Carlitos nella finale di Montecarlo, per 3-6 6-1 6-0, sempre per un problema alla coscia sinistra (“Ma non sembrerebbe lo stesso”). Morale? “Analizzeremo la faccenda col mio staff in cui credo e vediamo cosa fare per rendere al meglio la prossima volta”.
DUE SET SUPER
Peccato, perché, dopo i lampi dell’anno scorso sull’erba, con lo sprint fino alle semifinali di Wimbledon, in attesa di quelli sul cemento (dove esplose da junior con la finale agli US Open e il titolo agli Australian Open), quest’anno, almeno sull’amata terra rossa, “Muso”, “Lore”, “Lollo” o come volete chiamarlo, ha rubato a Holger Rune e anche a Jack Draper il ruolo di terzo incomodo fra i giovani rampanti al vertice, dove domina la premiata coppia Sinner & Alcaraz. E giustamente si auto-applaude per i primi due set: “Considerando gli ultimi 3 confronti questo è quello in cui ho fatto la tattica migliore e mi sono sentito più vicino al suo livello, perché ho alzato il mio, come sapevo che avrei dovuto. Ma Carlos ti scava dentro anche nel fisico e io avevo già chiesto molto, evidentemente”. Quando il gioco si fa duro, il più giovane numero 1 di sempre ragiona: “Dopo il secondo set ho tirato un bel sospiro e ho fatto quello che avrei dovuto dall’inizio: portarlo al limite ed essere aggressivo, non fargli dominare lo scambio ed essere me stesso. E mi sono calmato”.
ONORE AI VINTI
Musetti s’inchina al vincitore, col quale ha perso 6 volte su 7: “Ha sicuramente meritato la finale, aveva qualcosa più di me, giocarci contro è una delle sfide più dure del Tour”. Il vincitore rende onore allo sconfitto: “Lorenzo è un gran giocatore. Ha avuto una incredibile stagione sulla terra e i primi due set sono stati davvero duri. Ha giocato un gran tennis. Gli auguro di recuperare in fretta per poterci godere quanto prima il suo tennis”.