“Il tema della partita era crederci!” così Lorenzo spiega il risultato finale contro Tsitsipas. E si vedeva eccome perché, per la terza volta nel torneo, Musetti (16 ATP e n. 2 d’Italia) comincia con la testa sott’acqua, poi ritorna a galla e prende il largo. Questa volta il malcapitato è Stefanos Tsitsipas, campione uscente e triplo vincitore a Montecarlo. L’azzurro conferma ancora una volta di aver fatto quel salto di qualità tanto atteso anche dal punto di vista mentale, gestendo ad hoc lo svantaggio di un set e il tennis dirompente del greco. Accede così alla sua prima semifinale in un torneo ‘1000’ con il punteggio di 1-6 6-3 6-4, dopo 2 ore e 17 minuti. Per la prima volta batte Stefanos, che lo aveva sempre sconfitto nei cinque precedenti di cui quattro sulla terra.
Questa volta, Lorenzo sa sfruttare molto bene le proprie chance e fa sciogliere piano piano il tennis dell’avversario che, game dopo game, perde in precisione ed intensità. Musetti conferma inoltre di danzare sempre meglio sul rosso, anche perché, su questa superficie, dallo scorso luglio intasca 13 vittorie a fronte di due sole sconfitte (ha perso ai Giochi contro Auger-Aliassime e in finale a Umago con Cerundolo)
All’inizio della partita, sembra di rivedere Berrettini nel match predente. Invece, ad essere in grande difficoltà è Musetti: “Faccio fatica a muovermi” dice infatti al suo box, tant’è che sullo 0-3 chiede un medical time out. Il n. 8 del mondo invece continua a martellare e ad aggredire per concludere il set con un impietoso 6-1.
Tuttavia, qualcosa cambia nel set successivo. L’azzurro riesce a sorprenderlo con il break sul 2-1, allunga sul 5-2 e chiude per 6-3. Ora “Muso” è sciolto, in fiducia, meno falloso e si muove molto meglio in campo; il dritto e rovescio corrono veloci e fluidi e il tocco di palla è delizioso; dall’altra parte della rete, i colpi di ‘Stef’ non sono più così devastanti e precisi.
Ma la vera svolta del match avviene nel terzo parziale sul 2-1 Tsitsipas – in cui il greco fallisce ben quattro palle break – e, soprattutto, sul 3-3, quando Lorenzo invece non perdona, riuscendo a strappargli il servizio; sempre più carico, si porta poi 5-3. Il greco tenta un’ultima disperata rimonta ma ormai ha perso tante energie e, soprattutto, il rendimento al servizio,. Musetti chiude l’incontro al primo match point ed è commovente l’abbraccio con coach Tartarini, la compagna Veronica e tutto il team. Grande défaillance al servizio per il greco che mette in campo il 49% di prime palle e, quando mette pressione, vince solo il 26% dei punti a fronte del 74% di Lorenzo. Stefanos è molto aggressivo e conquista 19 punti su 28 discese a rete; l’azzurro verticalizza meno, è vero, ma su 11 discese, conquista il punto 9 volte.
La semifinale ‘1000’ è il terzo grande risultato di Lorenzo, dopo la semifinale a Wimbledon e il bronzo olimpico. Ma questa giornata ha un sapore diverso? “Sì, certamente ha un sapore diverso perché è una settimana con tante partite particolari, ho riscoperto una parte di me che forse sono stato troppo abituato a non vedere, o meglio, a non riconoscere; cioè l’aspetto del guerriero e del lottatore che, anche se di giovane età, vuole andarsi a prendere la partita come è successo oggi ma come è stato negli altri incontri. Devo dire che anche Wimbledon e Parigi sono state esperienze bellissime; ma sono tre storie diverse e questa settimana non è ancora finita”.
“All’inizio, proprio al primo punto, ho avvertito un dolore al tallone e la cosa mi ha destabilizzato un po’, non me lo aspettavo, per questo ho chiamato il fisio. Poi la cosa si è aggiustata e sono stato bene. Ho fatto quindi un po’ di confusione e a livello tattico non riuscivo a fare quello che avevo deciso. Poi ho ingranato un’atra marcia. Man mano che andava avanti la partita io acquistavo fiducia, ne avevo di più rispetto a lui. Ma avevo la convinzione di poterlo battere, fino alla fine. Ci credevo”.
In semifinale Lorenzo sfiderà Alex De Minaur che si è reso protagonista di una partita a dir poco surreale, sconfiggendo per 6-0 6-0, e in soli 44 minuti, il povero Grigor Dimitrov, visibilmente minato da un malessere fisico. Nei precedenti Alex e Lorenzo sono 1-1, l’ultima partita è stata vinta da Musetti sull’erba del Queen’s l’anno scorso; non si sono mai incontrati sulla terra.
LA REMUNTADA DI CARLOS
Lo spagnolo sconfigge il n. 15 del mondo Fils e accede per la prima volta alla semifinale di Monte Carlo, la decima finora in un Masters 1000, la terza sulla terra (dopo Madrid nel 2022 e 2023) e la seconda in stagione, dopo quella ad Indian Wells. Non solo. Estende a 5-0 il record di vittorie contro avversari più giovani e sale a 18 successi (3 sconfitte) contro i tennisti francesi.
Salgono così a 17 (e 1 sola sconfitta) le vittorie consecutive sulla terra dal Roland Garros 2024, dove ha conquistato il titolo per poi mettersi al collo la medaglia d’argento ai giochi parigini.
Carlos ci mette un po’ ad ingranare, stordito dall’esplosività e potenza del tennis di Fils; il transalpino sta disputando un inizio di stagione brillante, unico a raggiungere i quarti in tutti i primi tre ‘1000’ della stagione 2025.
Arthur sale rapidamente 3-0 e sul 3-2, Carlos fallisce quattro palle break e, soprattutto, sul 5-4 per il francese, l’ex n. 1 del mondo ha altre due possibilità per impattare sul 5-5 ma Fils chiude il set per 6-4 al secondo setpoint.
Tuttavia, nel secondo, lo spagnolo riesce a far svoltare la partita. Il francese non coglie l’occasione delle due palle break sul 2-2 ma, soprattutto, fallisce tre preziosissimi breakpoint sul 5-5 0-40 (servizio Alcaraz) e così, lo spagnolo, fa suo il parziale per 7-5.
Il terzo è dominato da Alcaraz che chiude 4-6 7-5 6-3, dopo 2 ore e 26 minuti.
Ancora una volta, Carlos comincia in sordina, ci mette un po’ per calibrare la partita e gli scambi, poi trova la confort zone e la rimonta è vincente. Gli succede spesso e sembra proprio che per mettere a segno i punti straordinari di cui è maestro, abbia bisogno di trovarsi col fiato sul collo nel punteggio: “Sì lo so! (ride, ndr). Penso che per la mia salute e quella del mio team sarebbe meglio giocare i punti migliori un po’ prima. Spesso la mia squadra e mio padre mi hanno detto che rischiano l’infarto! (ride, ndr). Non saprei, penso che i veri campioni trovino il livello giusto quando è necessario. Certo, mi piacerebbe tanto giocare il mio miglior tennis fin dalla prima palla, ma si gioca di solito in più di due ore e, la cosa più difficile, è mantenre il miglior livello tutto il tempo. Quindi, quando ce n’è bisogno è fantastico poter trovare il buon tennis ma è ovvio che mi piacerebbe giocare così bene per tutta la partita”.
Anche Carlos, come molti suoi colleghi, parla molto in campo, come spiega questa abitudine? “Quando mi trovo in una situazione difficile, ho bisogno di parlare con persone di cui mi fido, comunicare tanto con il mio team per liberarmi dal nervosismo”.
Nella sua prima semifinale, Carlos sfiderà il finalista dell’edizione 2022, il connazionale e grande amico Davidovich Fokina. Un solo precedente, nei quarti di Barcellona nel 2023 vinto da Alcaraz in due set.
Dalla nostra inviata a Montecarlo, Laura Guidobaldi
(Foto di Brigitte Grassotti)