L’inno spagnolo risuona sul Centrale di Montecarlo ma questa volta non c’è Nadal, ormai ritiratosi dal circuito. Vent’anni dopo il primo degli undici successi di Rafa, a sollevare il trofeo del classico sulla terra rossa è l’altro fenomeno iberico, Carlos Alcaraz. Che conquista il primo sigillo al Principato, il sesto Masters 1000, il primo dopo quello vinto ad indian Wells l’anno scorso, il diciottesimo tout court.
Alcaraz sfinisce alla distanza un Musetti minato nel fisico e bloccato dall’inizio del terzo set da un problema al quadricipite destro. Così completa la rimonta dopo tante incertezze ed errori nel primo set, pressato in modo magistrale dal tennis vario, attento e di classe di Lorenzo. Poi Carlos ritrova i meccanismi gusti, spinge il piede sull’acceleratore e travolge l’italiano per 3-6 6-1 6-0, dopo 1 ora e 42 minuti.
Resta tuttavia un torneo straordinario per il carrarino, che disputa la prima finale “1000”, la sesta in carriera e sale oggi al numero 11 del mondo, record personale. Mentre, a 21 anni e 337 giorni, Alcaraz diventa il campione più giovane a Montecarlo dopo Rafa Nadal nel 2008 (21 anni e 321 giorni) e subentra a Zverev alla seconda posizione nel ranking ATP.
Un torneo di alti e bassi per il murciano che, però, nei momenti cruciali ha saputo trovare sempre il bandolo della matassa. Contro Musetti ha influito certamente la grande stanchezza dell’azzurro, sfinito dalle complessive undici ore di gioco nel torneo (quattro in più rispetto a Carlos) dei cinque incontri (e quattro rimonte al terzo) di cui è stato protagonista. Lorenzo infatti disputa un primo set da manuale, molto solido negli scambi e in grande spinta, sfruttando comunque i tantissimi gratuiti dell’avversario, soprattutto di dritto. Poi l’inerzia del match si capovolge, Alcaraz è sempre più in fiducia mentre Lorenzo si spegne piano piano, fino a non poter più opporre resistenza nel cocente 6-0 finale.
È stato un anno importante per Lorenzo, di grande crescita, in cui ha imparato a “non sottovalutarmi, ad essere più ambizioso e sicuro di me“, ha ammesso l’italiano nella conferenza post-match, “sto cercando di trovare nuovi stimoli, anche perché la vita dell’atleta in generale ti impone la stessa routine; poi è importante affrontare determinate cose con più leggerezza e godersi il momento”.
Dopo un primo set pazzesco, “ero sorpreso positivamente di come mi sentissi fisicamente durante il primo set, perché comunque stamattina avvertivo qualche acciacco dopo tanti match tirati. Poi il fisico non mi ha retto più e non mi ha permesso di giocarmi tutte le mie chance, né di disuputare una partita di livello per battere Carlos; mi serviva ancora un set ma non avevo più le energie. Ma non voglio togliere i meriti della vittoria a Carlos. Fisicamente, in generale, ho dimostrato di tener testa ad atleti molto in forma come De Minaur, Tsitsipas, Lehecka. Però ci sono tante cose positive, come la consapevolezza di poter stare a questo livello è una cosa che ti fa migliorare incosciamente e ti fa ambire a qualcosa di più grande e di più importante”.
A causa dell’infortunio Lorenzo salterà il torneo di Barcellona; poi in programma ci sono Madrid, Roma e il Roland Garros.
Dopo il primo successo di Lollo nella finale di Amburgo, che segnò il primo dei due trofei sul circuito, Carlos ha quindi superato l’ex rivale a livello under 16 in quattro incontri su cinque, infliggendogli il secondo ko sul rosso, la superficie dove sono nati entrambi. Così, sale al bilancio di 17-1 dalla trionfale finale del Roland Garros di giugno, segnata dal buco nero della finale dell’Olimpiade persa contro Djokovic. Sale invece a 18-2 il bilancio contro gli italiani dagli US Open 2022: entrambe le sconfitte sono avvenute per mano di Sinner.
“Devo dire che mi dispiace molto per Lorenzo” ha dichirato Carlos in conferenza stamp, “ma sono certo che raggiungerà altri grandi risultati in altri tornei, perché il livello che ha raggiunto non mi ha affatto sorpreso, lavora bene e farà certamente grandi cose. Per quanto mi riguarda, sapevo che avrei attravarsato momenti difficili, il primo torneo sulla terra è sempre complicato, ma sapevo anche che dovevo restare positivo. Il mio coach Samuel mi ha detto una cosa che, alla fine, è stata la chiave di questa bella settimana: bisogna affrontare le difficoltà, non evitarle. Ciò mi ha iautato molto, in partita bisogna affrontare i momenti difficili e non avere paura. Se vinco, bene, mi godo il momento; se perdo, devo trarne le conseguenze e cercherò di capirne i motivi”.
Curiosamente Carlos non è creativo solo con la racchetta ma è anche un aspirante vasaio. Alla fine della conferenza stampa post-finale, infatti, accanto alla magnifica coppa ha presentato anche un piccolo trofeo in terracotta fatto a mano da lui durante una piccola “esibizione” artigianale organizzata dal torneo alla vigilia delle gare, insieme ad altri giocatori. Insomma, il talento di Carlos non ha limiti…
Dalla nostra inviata a Montecarlo, Laura Guidobaldi
(Foto di Brigitte Grassotti)