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Inter-Juventus. Conte contro il suo vecchio mondo

Da Sport Senators 06/10/2019

La questione della stella

Il pretesto cui Conte s’è appigliato è una petizione online per togliergli la stella allo Stadium, il riconoscimento riservato ai grandi del passato (e lui è stato grande capitano e grande allenatore). Una piccola cosa: l’appello ha raccolto 15mila firme virtuali, non certificate. Ma per lui è «un’iniziativa becera e ignorante. Non sono tifosi ma deficienti, stupidi». ~ Emanuele Gamba e Franco Vanni, la Repubblica

 

Con Boniek vinsero loro

Non soltanto la stella non si può spegnere, ma brilla ancora di più dopo certe sortite. Il becerume – che l’ebbe vinta con Zibì Boniek nel 2010 – non ha bisogno di altri commenti. ~ Matteo Marani, Tuttosport

 

Christillin rivela il niet della famiglia Agnelli al ritorno di Conte

Qualche tifoso vorrebbe levare la sua stella dallo Stadium: che ne pensa?

«Che sarebbe una grandissima stupidaggine, bisogna solo dirgli grazie».

Ha mai sperato che tornasse alla Juve?

«Sì, ma erano “wishful thinking”, pensieri illusori. Ci ho sperato, ma non l’ho mai pensato».

Perché?

«Lui non ha mai nascosto che sarebbe tornato volentieri, ma c’erano dei “niet” ben precisi».

Di Andrea Agnelli o di John Elkann?

«Diciamo famigliari, e di società».

Evelina Christillin intervistata da Massimiliano Nerozzi, Corriere di Torino

 

Diventare un Mourinho complottista

Comincia a diventare un caso l’irruenza di Conte. Non puoi essere nemico degli arbitri, dei tifosi, dei social, dei giornalisti, tutto in tre giorni. Significa che l’errore è tuo, l’esagerazione è tua. Se poi un arbitro ti dice in gara «non ti sopporto più», non è un’offesa, è il riassunto del tutto. Conte non allena più la Juve, società che frena di suo la polemica ed è coperta nel frenare dal resto dell’ opinione pubblica. Conte adesso è in un pezzo di calcio in cui le cose si moltiplicano sempre, qualunque cosa portino. Deve cercare di capirlo o avrà ragione l’arbitro di Barcellona. A meno che non sia una vera tattica, diventare un Mourinho complottista un po’ più snob («chi me lo ha fatto fare…»).

Mario Sconcerti, Corriere della sera

 

Colpo di scena

Sarri sta ruotando molto più di Conte i suoi giocatori, contribuendo a demolire il pregiudizio costruito ai tempi del Napoli. ~ Fabrizio Patania, Corriere dello sport-Stadio

 

Gli inseparabili

Titola così L’Équipe un articolo dedicato al rapporto tra Gonzalo Higuain e Maurizio Sarri. L’argentino lo scorso anno era un indesiderato e adesso è tornato a segnare. Il quotidiano francese ripercorre il rapporto con l’allenatore, ovviamente dai tempi di Napoli. Sottolinea il suo cambio di atteggiamento in allenamento. “Malgrado la concorrenza, è titolare quattro volte su sei in campionato e due su due in Champions”.

 

 

Genoa-Milan

Un rigore pesante per due panchine

 

 È ancora un malato grave

Il Milan è ancora un malato grave e se può respirare deve ringraziare anche il black out dei rivali a inizio ripresa e la forza interiore di Reina, che dopo aver regalato a Schöne il gol del vantaggio, gli para oltre il 90′ il rigore del possibile 2-2. Il Milan è salvo. Andreazzoli, invece, rischia di perdere la sua panchina. Ma forse meriterebbe un’ altra chance.

Alessandro Bocci, Corriere della sera

 

L’input dalla tribuna

Giampaolo ha la follia di rinunciare ai suoi due uomini più in forma e l’umiltà di cambiare idea nell’intervallo, anche se è lecito sospettare che l’input sia arrivato dalla tribuna. La svolta tattica della ripresa ha un impatto dirompente sulla partita. Il Milan 2, chiamiamolo così, aggredisce il Genoa e lo rimonta in pochi minuti, trascinato da Leao e soprattutto da Paquetà.

Stefano Mancini, La Stampa

 

La specialità della casa

Parare i rigori è una specialità della casa. Pepe, che in settimana si era pronunciato a favore del tecnico pericolante, aveva un pezzo del destino di Giampaolo nelle mani e non ha tradito.

Alessandra Bocci, Gazzetta dello sport

 

 

La Sampdoria ultima

 

 Triste, solitario y final

Eusebio Di Francesco è un allenatore in fuga dalla Sampdoria. Dalla sua realtà, tanto per cominciare. Al fischio finale il tecnico non è nemmeno andato a salutare gli arbitri, è rientrato velocemente negli spogliatoi. E dopo ha evitato il confronto con i media. Niente conferenza stampa. Ha lasciato altrettanto velocemente il Bentegodi, da solo.

Damiano Basso, Secolo XIX

 

Pioli, la volta buona. Pioli due settimane fa ha dovuto superare un lutto familiare (la scomparsa del papà Pasquino) e adesso è pronto a ributtarsi in pista. Già due volte in passato è stato vicino alla Samp, questa dovrebbe essere la volta buona. Si va verso un contratto fino a giugno sulla base delle cifre concordate già in estate, prima che poi Ferrero non virasse in autonomia su Di Francesco.

 

L’unico dubbio. Sembra l’esonero di un allenatore che è, comunque, legato al club da un contratto triennale. Abbastanza ricco. Questo, forse, resta l’unico dubbio della società, scrive Francesco Velluzzi sulla Gazzetta dello sport

 

 

L’Atalanta torna a Bergamo

Nasce il Muro stile Dortmund

  Hanno lavorato per cinque mesi, di giorno sotto il sole a 40 gradi, e di notte al buio. Trecento maestranze ligie a un cronoprogramma che, in origine, si era accorciato di tre settimane. (…) Sarà, infatti, il 2020 l’anno della tribuna Ubi, mentre si metterà mano solo nel 2021 alla Sud, restyling che ingloba, oltre al parcheggio sotterraneo, una sfilza di considerazioni urbanistiche (e ripensamenti progettuali). Povera Sud, a guardarla dalla Nord mette quasi tenerezza tanto è brutta. Il paragone è impietoso perché l’imponenza e la funzionalità della nuova curva (ristrutturazione che farà scuola in Italia per altri stadi) proiettano l’Atalanta e la sua tifoseria in una dimensione mai vista.

Donatella Tiraboschi, Corriere di Bergamo

 

“Montate sette coppie di tornelli che permetteranno ai 9.121 tifosi di entrare in un’ora. Inoltre, quanto spazio per punti ristoro e servizi igienici. E per occupare il proprio posto basterà avvicinare il biglietto al lettore prima dei controlli di borse e zaini. L’estetica della Pisani? Prima o dopo il match, si potrà comodamente osservare la scritta «1907» (anno di nascita del club) di colore bianco che farà da contrasto al blu e al nero dei seggiolini. Insomma, il Gewiss Stadium sarà una «bolgia all’avanguardia» da 22.512 spettatori (24.000 al termine dei lavori).

Francesco Fontana, la Gazzetta dello sport

 

 

Il reportage sui cori razzisti a Cagliari

 La rivista francese So Foot è stata in Sardegna a raccontare “il club che si batte per evitare che la barra di ricerca di Google continui ad associare il suo nome al razzismo”. Nel reportage di 5 pagine firmato da Javier Prieto Santos, vengono ricordati i cori contro Eto’o, Muntari, Matuidi, Alex Sandro, Kean, Balotelli e per ultimo Lukaku, ma anche l’impegno della società e i 20mila volantini stampati con la poesia di Grazia Deledda, con cui venivano rivendicate le radici multiculturali del popolo sardo.

Il d.g. Passetti parla di pochi imbecilli che macchiano l’immagine di un club e di un territorio. Il presidente Giulini dice che le tribune non sono a 50-100 metri dal prato come altrove ma a ridosso, per cui “i calciatori riescono a sentire tutte le follie che arrivano dalle gradinate”. Michele, ultrà del gruppo Sconvolts, sostiene: “Francamente, cosa cambia se gridiamo sporco negro anziché figlio di puttana? Per me è la stessa cosa”. So Foot riporta anche la posizione di Marco Pitzelis, professore di sociologia all’Università di Cagliari: “All’interno dello stadio, il loro razzismo non è politico o culturale, ma comunicativo e opportunista. Sono in una dimensione parallela”.

 

Nainggolan contro la Roma. Si può amare il cuore selvaggio di Radja Nainggolan, senza sentirsene minacciati? Sì. Assolutamente sì. Lui ha il dono e la maledizione di non sapere dove e quando ci si ferma, nella vita e nel tackle. Lui va a oltranza, in un mondo di manichini e di manichei. I tifosi a Roma lo amavano per questo e lo amano ancora, giuro, anche se devono fingere a se stessi di averlo dimenticato. ~ Giancarlo Dotto, Corriere dello sport-Stadio

“La pressione c’è dove si vuole vincere. Chi non la sa gestire deve prendersi un appezzamento di terreno e coltivare patate”

Paulo Fonseca, allenatore della Roma

Tratto da loslalom.it

Il meglio del racconto sportivo. Scelto e commentato

Tags: Inter-Juventus. Conte contro il suo vecchio mondo

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Nota sull’autore: Sport Senators

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