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Sport

Florida nuovo Eldorado dello sport Usa? Domenica il golf, poi forse Nba e gli Us Open di tennis…

Da Vincenzo Martucci 15/05/2020

Il Corona Virus, gli ingenti impegni economici, il clima, le nuove norme di quarantena imposte dagli Stati Uniti: sono tanti i fattori che spingono a un clamoroso trasloco molte delle più ricche discipline d'èlite

   Quello che sta succedendo negli Stati Uniti, negli immensi Stati Uniti d’America, dovrebbe aprire gli occhi ai nostri governanti sulle immense e mai esplorate possibilità turistico-sportive del meraviglioso Meridione di casa nostra. Per dribblare il micidiale e ancora misterioso Corona Virus, gli sport più ricchi ed importanti si stanno indirizzando sempre più verso la Florida, dal golf al basket e per ultimo il tennis. Dopo il no, almeno momentaneo di Indian Wells in California di ospitare la prova, un articolo sul New York Times azzarda la possibilità di salvare gli Us Open di tennis, fissati il 24 agosto a Flushing Meadows, New York, traslocandoli dalla sede che mantiene dal 1978 e ricollocandoli proprio a Orlando. Dove la Federtennis USA (Usta) ha costruito 100 campi per il suo Campus, costato 700 milioni di dollari.      

   Ci sarebbero molte spese da sostenere per adeguare l’impianto alle capillari riprese tv e migliorare tutte le strutture, a cominciare dalle aree per i giocatori e quindi il catering. Senza contare che i campi non dispongono di tribune e tutti gli interventi sarebbero parziali e non definitivi, e quindi ulteriormente costosi. Ma sarebbe forse l’unica alternativa al previsto clamoroso salasso economico: il torneo che costa 400 milioni di dollari, attrae ogni anno 738 mila spettatori con 161 milioni di dollari di biglietteria, più l’impatto dei visitatori su alberghi e ristoranti nella vicina New York. Al di là dei biglietti, le suites hanno garantito alla Usta 42.4 milioni di dollari, più 140 milioni di diritti media, inclusi quelli dell’accordo da 825 milioni della durata di 11 anni con la rete tv ESPN. Insomma, il torneo genera 400 milioni di dollari l’anno, a fronte di 242 milioni di costi vivi, fra cui 70 di premi ai giocatori. E la Federtennis Usa trae l’80% degli introiti proprio dalla sua principale manifestazione.

   L’impianto di Flushing Meadows ha appena riaperto dopo essere stato riadattato come ospedale da campo per i malati di Corona Virus, con 350 posti letti approntati su 12 campi indoor, e 25 mila pasti al giorno per pazienti, lavoratori e bambini. Ma le difficoltà della prossima edizione degli Us Open sono molteplici. Fra queste c’è anche il salto della torre effettuato dalla Federtennis francese, che ha spostato d’ufficio il Roland Garros dall’ultima settimana di maggio all’ultima di settembre. Così, al momento, sempre che poi davvero la stagione riprenda veramente, la distanza fra le due tappe dello Slam sarebbe di appena due settimane, già troppo breve ma che diventa davvero complicata da sostenere in considerazione delle nuove norme di quarantena imposte dall’amministrazione Usa ai viaggiatori stranieri. Come ha sottolineato il pro francese Gilles Simon all’Equipe con la consueta acutezza: “Se quando arriviamo in America dobbiamo restare 14 giorni chiusi in un hotel poi abbiamo bisogno di altrettanto tempo di allenamento per recuperare la condizione. Il che significa un torneo ogni mese e mezzo, e una netta separazione fra statunitensi ed europei”. Con un’ulteriore rivoluzione legata agli accompagnatori: dopo anni di carovane di parenti-amici-tecnici sempre più nutrite al seguito degli atleti, secondo le nuove norme per il Covid-19, ogni giocatore potrebbe essere accompagnato nelle strutture di gioco da un solo soggetto. Che sia l’allenatore, il fisioterapista,  il manager o un congiunto.

  Il clima dela Florida garantirebbe la possibilità di giocare all’aperto anche più avanti nella stagione. Oltre ad avere avuto molti meno casi di pandemia dell’area di New York. Tanto che anche il basket NBA ha annunciato che sta contemplando la possibilità di portare a conclusione la stagione in sede unica proprio in quella zona del paese e il golf, dopo 70 giorni senza tv, riapre proprio in Florida anche se soltanto per un evento di beneficienza e soltanto sulla spinta dei uno sponsor di nome come TaylorMade. Domenica alle 20 dal Seminole Golf Club di Juno Beach in Florida, McIlroy e Dustin Johnson sfideranno Rickie Fowler e Matthew Wolff a sostegno di una raccolta fondi contro il Covid-19, in diretta sulle piattaforme del gruppo Discovery: su Golftv, semplicemente registrandosi e gratuitamente in via eccezionale, Eurosport 2, ed Eurosport Player.

La competizione seguirà rigide misure di distanziamento sociale e si giocherà a porte chiuse per proteggere la salute e la sicurezza dei golfisti e del personale di produzione. Così come a porte chiuse si disputeranno anche le prime tre gare ufficiali del PGA Tour al via l’11 giugno.

Il mini-evento in Florida richiama alcune star mondiali che risiedono in zona e permetterà di vedere il bellissimo swing dell’ex numero 1 del mondo, Rory McIlroy, il McEnroe del golf, il potente drive di Dustin Johnson e il solido putt di Rickie Fowler. Farà anche le prove generali alle nuove norme. Non a quella più temuta, però, cioè la quarantena di due settimane che verrà richiesta sul PGA Tour a giocatori e caddie che non vivono negli Stati Uniti. Una norma destinata a creare molti problemi logistici ai protagonisti del circuito perché dilaterà costi e trasferte e probabilmente stravolgerà nuovamente l’equilibrio con il calendario europeo sin dal via dell’attività di massimo livello, fissato l’11 giugno a Fort Worth, in Texas. Soprattutto, chi ha famiglia e risiede in Gran Bretagna, come Francesco Molinari e il suo amico del cuore Tommy Fleetwood, dovrebbe sommare alla quarantena negli Usa le due settimane previste dal governo britannico per chi a sua volta torna a casa. Portando addirittura a un mese la forzata inattività e costringendo a un delicatissimo esame del calendario, anche in funzione delle qualificazioni alla Ryder Cup in Wisconsin, che è ancora fissata il 25-27 settembre.

  Ma intanto riassaporiamo il golf d’élite in Florida. A ciascuna delle 18 buche del match-play format sarà assegnato un punteggio crescente: le due coppie di campioni giocheranno seguendo la formula “Team Skins, 4 palle la migliore”. Il punteggio più basso di ciascun team ad ogni buca conquisterà il valore stabilito per la buca stessa: in caso di pareggio la somma verrà aggiunta al valore delle buca successiva. La coppia con più punti a fine gara vincerà un montepremi di 3 milioni donati dalla UnitedHealth Group per le associazioni di beneficenza Covid-19, tra cui la American Nurses Foundation e la CDC Foundation. Un ulteriore milione di dollari sarà devoluto in beneficenza dalla Farmers Insurance a beneficio dell’ente Off Their Plate, mentre le donazioni online saranno possibili tramite leapp Text-To-Give.


*credito foto golf.com

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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