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Sport

Calcio e pallacanestro, vittime della globalizzazione…

Da Maurizio Mondoni 27/03/2022

Analizziamo i perché degli ultimi deludenti risultati delle nazionali di due sport di squadra e poniamoci qualche domanda importante sui compensi e l'insegnamento, ma anche sugli stranieri

Dopo la mancata partecipazione dell’Italia all’ultimo campionato mondiale di calcio in Russia, secondo capitombolo degli azzurri (sconfitta contro la Macedonia del Nord) e niente mondiali in Qatar e ……………. dopo l’ottima prestazione della nazionale maschile di Sacchetti ai Giochi Olimpici di Tokyo, clamorosa sconfitta nelle qualificazioni per i mondiali di pallacanestro (sconfitta contro l’Islanda) e …….. il pareggio con il Montenegro dell’Under 21.

Troppi stranieri

Troppi stranieri, i giocatori italiani non trovano spazio oppure giocano poco, i vivai giovanili sono pochi e troppo esigui, e tutto ciò penalizza questi due sport.

Ormai gli stranieri hanno invaso lo sport professionistico mondiale, cancellando così ogni identità delle squadre in cui giocano (continui cambi di casacca) e a parte qualche caso sporadico, sono scomparsi anche gli atleti “bandiera”.

 

In Europa

In Europa la globalizzazione ha creato uno sconquasso nei settori giovanili del calcio e della pallacanestro e, di conseguenza, nelle rappresentative nazionali.

L’Italia, non può assolutamente fare affidamento sulla scuola per reclutare le speranze di domani (come negli USA), ma deve affidarsi all’impegno e alla buona volontà delle piccole società. Mancano gli Sponsor e anche la pandemia ha contribuito moltissimo a questa incresciosa situazione. Dimezzati gli incassi per la non partecipazione del pubblico alle partite,

 

L’avvento del professionismo

Dopo l’avvento del professionismo, che dal calcio si è esteso anche alla pallacanestro, dopo l’introduzione della legge Bosman, i grandi club hanno abbandonato o ridimensionato i propri settori giovanili per evitare di farsi “soffiare” i migliori elementi, dopo aver speso tempo e denaro per “costruirli”: è più facile comprare il “prodotto finito” sul mercato internazionale (e costa meno).

E’ vero che è stata introdotta l’indennità per le Società che hanno contribuito alla costruzione dei giovani atleti, tuttavia troppi talenti prodotti valgono molto di più di questi parametri.

 

Nel calcio

Nel calcio (un autentico mercato sempre aperto), troppi stranieri (e molti mediocri, ma che costano di meno dei giocatori italiani) le Società si sono trasformate in un’accozzaglia di giocatori provenienti da ogni parte del mondo, dilapidando anche i vivai africani e sudamericani.

 

Nella pallacanestro

Anche la Pallacanestro ha da tempo intrapreso la via dello straniero. Non dico di tornare ai tempi di ostracismo degli anni sessanta, durante i quali nella serie A italiana era possibile tesserare un solo straniero (con l’eccezione di due in campo europeo), o ai due stranieri successivamente, ma un limite serio dovrebbe essere introdotto, sia per garantire un posto ai migliori atleti italiani, sia per far crescere la nazionale!

Tra stranieri, extracomunitari e comunitari il campionato italiano di serie A sembra essere divenuto un’appendice dell’NBA, con il non trascurabile particolare di possedere un livello di tecnica e spettacolarità decisamente inferiore. Arrivano giocatori “scarsi” tecnicamente, che costano poco, con contratti “cut”, è un continuo “tagliare” e “prenderne di nuovi”, a discapito della “chimica” della squadra.

 

Gli italiani

Il numero assai esiguo di giocatori italiani presenti nelle squadre di calcio e di pallacanestro, non attira le masse di tifosi che preferiscono incitare le proprie “bandiere” piuttosto che emeriti sconosciuti legati persino da contratti “pro tempore”. Oltretutto, la corsa sfrenata allo straniero ha generato numerosi fallimenti di società negli ultimi anni.

 

Di chi sono le colpe?

E’ colpa della globalizzazione?

E’ colpa dei troppi stranieri nel campionato italiano di calcio e di pallacanestro?

Gli italiani che giocano non sono all’altezza dei giocatori stranieri?

Costano di meno gli stranieri?

Non ci sono più i vivai?

Troppi stranieri a livello giovanile?

Non si lavora bene sui settori giovanili?

Gli stipendi dei giocatori di calcio sono troppo alti?

Ci sono troppi procuratori anche a livello giovanile?

Bisogna rivalutare l’Educazione Fisica e Sportiva scolastica?

Bisogna cambiare i programmi e le metodologie delle Scuole Calcio e nei Centri Minibasket?

C’è da rivedere qualcosa nella F.I.G.C. e nella F.I.P.?

Tags: Basket, calcio, italia

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Nota sull’autore: Maurizio Mondoni

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