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Tennis

Non fidatevi del nome, Casper Ruud non è un fantasma

Da Vincenzo Martucci 17/05/2023

Casper non è un fantasma. Al di là del nome. Nel tennis, Casper Ruud non è così amichevole e non è nemmeno un cartone, anzi, è concreto che mai e ci tiene a farlo sapere. A tutti. In primis i colleghi della racchetta. E, se qualcuno se lo fosse dimenticato, se qualcuno si fosse illuso, se qualcuno avesse anche solo pensato che si fosse volatilizzato, eccolo qui presente nei quarti degli Internazionali BNL d’Italia.

CREDENZIALI
L’anno scorso l’eroe del tennis norvegese ha vinto 3 titoli ATP, ha raggiunto due finali Slam e anche quella del Masters, salendo al numero 2 del mondo. Lui che già era stato il primo degli juniores. Col 9 urrà sulla terra rossa, fra i 10 titoli sul circuito pro, è diventato anche il numero 2 della superficie dietro il super-eroe Rafa Nadal, col quale ha perso sotto il traguardo del Roland Garros, facendosi comunque un nome anche sul duro. Pure su nquello più veloce, indoor.

Da giocatore completo che ha imparato l’arte del servizio e della volée, da aggiungere a tutte le altri belle qualità che gli vengono dal lavoro, dalla resilienza e dall’intelligenza.

CONTRACCOLPO
La stagione delle conferma dopo l’esplosione è spesso la più dura. Per tutti. Ma si pensava lo fosse meno per questo ragazzo così quadrato e diligente. Invece anche lui è rientrato nella casistica. E, nei primi 4 mesi del 2023 ha brillato solo all’Estoril, poi ha soprattutto stentato, perdendo partite che 12 mesi fa non avrebbe perso, soprattutto, smarrendo quella continuità che aveva impressionato. Non ha sorpreso tanto il calo sul cemento, ma soprattutto sulla prediletta terra, dove, a Madrid ha ceduto ad un Matteo Arnaldi ottimo ma ancora lontano, sulla carta, da quei livelli.

Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano, direbbe qualcuno, e si temeva che davanti alle difficoltà, Ruud reagisse come un “parvenu” che torna povero. Che fare: piangere, disperarsi, prendersela con destino, andare in confusione, eclissarsi? Da brava formichina volenterosa, Casper ha reagito come al solito, in modo ideale: testa sotto e lavorare. Dopo un bel discorsetto con l’ex professionista Christian Ruud, che non è solo papà, ma anche mentore, allenatore, consigliere, preparatore mentale e amico. “Che succede, dove sto sbagliando, che posso fare?”.

DIAGNOSI E PROGNOSI
Il motivo del caos era in realtà noto a entrambe: la vacanza di fine anno in Sud America, la lucrosa ma sfibrante tournée con l’idolo Nadal che l’aveva accolto nella scuola di Maiorca e gli aveva dato la spinta decisiva nel tennis, gli aveva – ahilui anche spezzato il ritmo, riducendo e modificando la consueta programmazione. Frastornandolo.

Papà gli ha allora fatto un progettino nuovo, semplice, magari banale, ma efficace con le persone semplici, magari banali, ma serie e coscienziose come Casper.

Lesson 1: “Ridimensiona gli obiettivi, vai sul semplice, punta ai tornei dove difendere punti importanti per restare top 10, e comunque fai più attenzione alla programmazione per restare intanto a galla. Ricordati che la stagione è molto lunga, ti potrai riprendere anche più avanti. E’ successo anche nel pre ATP Finals che sono finite quasi in gloria”.

Lesson 2: “Tutti, in questo tennis, hanno problemi più o meno frequenti, tutti hanno dubbi e momenti di assestamento, ancor di più in quest’epoca così equilibrata del nostro sport. Dobbiamo abituarci che i mostri non ci sono più: i 14 Roland Garros di Rafa, le settimane-record in testa di Nole, tutti i numeri di Roger… Ora, tutti i giorni 2/3 games decidono la partita. E tu hai avuto situazioni che ti sono girate male. Non hai perso scomparendo dal campo. Non sei in una crisi totale. Insieme alle ombre hai visto anche dei bagliori”.

Lesson 3: “Pensa a migliorare, non mettere in crisi, di testa, cambiando magari per paura e sfiducia, quello che già sei e che hai costruito negli anni: sei più forte dell’anno scorso, come tennista e come uomo, conosci molte più cose, hai molta più esperienza. Anche se i risultati non arrivano come e quanto vorresti, non essere frenetico. Valorizza quello che sei”.

Lesson 4: “Rimani molto umile. Se un giornalista italiano ti chiede di Sinner prima che batta Cerundolo, rispondigli sereno e sincero: “E’ uno dei giovani più forti, con Alcaraz – chissà perché si dimentica di Rune col quale ha avuto qualche problema comportamentale – , è aggressivo, veloce, completo, tante volte vorrei avere io i loro colpi. Farà quanto prima risultati importanti”.

Poi, in questo pazzo pazzo tennis terribilmente di moda anche in questi giorni a Roma, che all’incrocio dei quarti Ruud non trovi Sinner, ma l’argentino. Che a sua volta non è un fantasma, ma è solido: è anzi 2-0, sulla terra.

Testo e foto tratti da supertennis.tv

Tags: Casper Ruud non è un fantasma, Non fidatevi del nome

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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