Che bocciatura per Sasha Zverev: non è “abbastanza professionale”, Ferrero non lo allena più! |
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Che bocciatura per Sasha Zverev: non è “abbastanza professionale”, Ferrero non lo allena più! |
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Tennis

Che bocciatura per Sasha Zverev: non è “abbastanza professionale”, Ferrero non lo allena più!

Da Vincenzo Martucci 24/02/2018

“Insormontabili divergenze” fra l’ex n. 1 del mondo, spagnolo, che dopo sei mesi tronca il rapporto col promettente 20enne tedesco. Le nostre prime perplessità sul candidato al numero 1 del mondo di domani trovano conferma…

Quando Alexander Zverev Jr ha vinto il Masters 1000 di Roma ed è diventato Sascha, tanti hanno decretato con un po’ di superficialità che da lì in poi non solo la terra rossa ma il tennis tutto sarebbe diventato terreno di conquista del tedesco di genitori russi. Che è alto, giovane, potente bello, ed è il più concreto rappresentante del tennis moderno, fatto di bordate da fondo. Dal servizio ai colpi-base, senza tante varianti ma con tantissima fisicità e ritmi elevatissimi, con colpi sempre profondi e sempre più difficili da rimandare di là del net. Il Roland Garros ed o cinque set, che sono un’altra storia rispetto alle partite al meglio di tre parziali, ha poi rivalutato subito il percorso necessario per diventare grandissimi, Anche per un predestinato di grandissime qualità come Zverev, cui è facile predire un posto a numero 1 del mondo, ma di cui è più difficile intravedere i limiti. Il primo, sicuramente, caratteriale. Il ragazzo è viziato dal papà, ex pro, e dal fratello maggiore, Mischa, tennista professionista anche lui, ma vecchio stile, tutto servizio-volée, peraltro mancino. E’ viziato anche dai risultati precoci di un talento importante, e dai complimenti che fioccano su di lui da sempre. Tutti elementi destinati a indebolire le motivazioni, il desiderio di sacrificio e di miglioramento costante, che sono le caratteristiche principali dei Fab Four, e in special modo dei capostipite, i mitici Roger Federer e Rafa Nadal. Atleti simbolo di vittoria, ma anche di comportamento, di rispetto verso gli avversari, di capacità di concentrazione e di continuità fuori dalla norma. Tutte caratteristiche che, per ora, non sono ugualmente evidenti anche in Sascha. Come si può verificare nei tornei che danno l’immortalità sportiva, quelli del Slam, dove ancora non riesce ad emergere. Un po’ testardo, molto facile all’ira, chiaramente presuntuoso, non ci è affatto piaciuto per come si è comportato a Milano per le prime NextGen Finals: è vero, era già qualificato per il Masters Atp Tour, fra i primi 8 del mondo, ma disertare la prima edizione della rassegna under 21 che è stata confezionata un po’ a sua misura e dimensione e, presentarsi in Italia solo da superstar per disputare l’esibizione con Tsitsipas, non è stato carinissimo. In altri tempi, negli anni 80, Boris Becker e Stefan Edberg, giocarono serenamente lo Young Masters che aveva caratteristiche simili alle NextGen. Senza dimostrarsi così altezzosi e superiori ai coetanei. Peraltro gente, come Chung, che poi hanno messo in riga Zverev jr, e per ben due volte su due, sull’Atp Tour.
   Il secondo fattore che ci lasciava perplessi era la scarsa duttilità tecnica di Sascha a rete, la difficoltà mentale, prima ancora che fisica e tennistica, di staccarsi dal bim-bum-bam da fondocampo. Limite sul quale aveva giustamente insistito Federer sull’erba di Halle, ridicolizzando e facendo letteralmente impazzire il giovane rivale. Con questa cristallizzazione di potenza e resistenza da fondocampo, l’evoluzione della, specie dovrà essere forzatamente sotto rete, e il giovane tedesco ci sembrava un po’ indietro in questa speciale attitudine.
     La conferma delle nostre perplessità, oltre che dai risultati recenti, non all’altezza con le aspettative, ci arriva da uno dei giocatori più seri, coscienziosi, sereni, eleganti e rispettabili, Juan Carlos Ferrero, già numero 1 del mondo nel 2003 – l’anno in cui vinse il Roland Garros ed andò in finale agli Us Open -, prima evoluzione iberica del terraiolo classico. “Mosquito”, all’epoca magro e velocissimo sulle gambe, che pungeva appunto come una zanzara, ha punto il suo ultimo allievo, Sascha Zverev, denunciando sul quotidiano Marca, dopo appena 6 mesi di lavoro insieme: “Ci siamo lasciati agli Australian Open, per insormontabili differenze, di professionalità, dentro e fuori dal campo”. E’ un’accusa molto precisa, molto dolorosa per chi non ha puntato subito decisamente alla poltrona di numero 1 del mondo. Un’accusa confermata dai fatti: dopo i successi consecutivi nell’Atp 500 di Washington e nel Masters 1000 di Montreal, da agosto, il ragazzo col cannone nel braccio ha combinato un autentico disastro, senza più riuscire quasi ad aggiudicarsi più di due partite consecutive. Subito battuto a Cincinnati (da Tiafoe), è stato eliminato al secondo turno agli Us Open (da Coric), come anche a Shenzen (da Dzumhur), ha perso in semifinale a Pechino (da Kyrgios), si è arreso ancora al secondo turno a Shanghai (da Del Potro), ai quarti a Vienna (da Tsonga), all’esordio a Parigi Bercy (da Haase), nei round robin al Masters (superato Cilic, battuto da Federer e Sock. E, dall’inizio dell’anno, ha ceduto al terzo turno agli Australian Open contro il terribile coreano Chung, campione delle NextGen che lui ha sdegnosamente disertato, si è parzialmente rifatto in coppa Davis, superando sì il numero 139 del mondo De Minaur, ma solo al tie-break del quinto se, e poi avendo la meglio di un Kyrgios a mezzo servizio. Ma, di ritorno sul Tour, ha perso al secondo turno a Rotterdam contro Andreas Seppi. Risultati che, sicuramente, in vista dei due importantissimi Masters 1000 sul cemento americano di Indian Wells e Miami, non gli danno una gran fiducia.
   Per seguire il talento tedesco, Ferrero, che gestisce una Accademia di tennis a casa sua, in Spagna, aveva ceduto, a luglio, il capitanato di coppa Davis a Bruguera. E sicuramente c’è rimasto malissimo per la reazione dell’allievo. Tanto da tirargli pubblicamente le orecchie. Se davvero il nuovo coach dovesse essere Boris Becker, il Bambin o prodigio riceverà sicuramente più carezze. Ma gli converrà veramente questo cambio di allenatore?
Vincenzo Martucci
vincenzomartucci57@gmail.com
Tags: Che bocciatura per Sasha Zverev: non è “abbastanza professionale”, Ferrero non lo allena più!, tennis, vincenzo martucci

Condivisione...

Articolo precedente
Hirscher, Shiffrin, Vonn: tre casi diversi, la stessa vita dura per i favoriti
Articolo successivo
25 febbraio 1990, la prima vittoria di Pete Sampras

Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

Post correlati

  • L’astrologia dei campioni: Laver e Federer, nati a un giorno di distanza. Super giugno, con Borg e Nadal!
  • Attenti a Elena: batte forte, batte tutte
  • Il Foro Italico non è mai stato cosi bello, Roma è pronta per il quinto Slam?
  • Tennis, Naomi da…Osaka che cocktail
  • Federer-Djokovic ha dimostrato che la miglior difesa non è l’attacco
  • Il Ministro della Felicità o la beffa russa (sorry, kazaka…)?

Ultimi articoli

  • Pallavolo, al Trento lo scudetto 2025. É il sesto
  • Giro in Testa – Strasburgo e l’incontro di pugilato di Van Roosbroeck
  • Briciole dal Foro Italico fra racchette rotte, urla e selfie
  • Giro in Testa – Simon Yates diventa l’imperatore d’Ungheria
  • Briciole dal Foro Italico, Joao e il parrucchiere ungherese che spegne la torcida
  • Giro in Testa – Savoldelli plana in Belgio: il Falco va subito in rosa a Seraing

Sport Senators

Le grandi firme di 45 Olimpiadi, 8 mondiali di calcio, 86 tornei del Grande Slam, 13 Tour de France, 43 giri d’Italia, 20 GP di Formula 1, 31 Mondiali di Atletica leggera, 100 campionati Mondiali ed Europei di nuoto, ginnastica, scherma, judo, e tanti altri sport.

Accounts Social

  • Facebook
  • Twitter

Newsletter

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
Iscriviti!

Cerca

Sport Senators © 2018 - All Rights Reserved | Testata registrata al Tribunale di Milano. Registrazione n.168 del 30.05.2018. Direttore responsabile Vincenzo Martucci

  • Home
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
  • Accadde Oggi
  • Galleria
  • Sport per Tutti
  • TennisVintage
  • Privacy policy

Continuando la navigazione, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi