3 Novembre 1981. Muore a Torino, all’età di 75 anni, Eraldo Monzeglio, storico terzino della Nazionale Italiana di calcio Campione del Mondo nel 1934 e protagonista anche della difesa del titolo quattro anni dopo in Francia.
La sua storia con la maglia della Nazionale è assai curiosa; nel 1930 esordisce contribuendo alla più clamorosa affermazione esterna della nostra Nazionale (5-0 a Budapest contro i maestri dell’Ungheria) e viene spesso usato da Pozzo per far rifiatare il titolare Virginio Rosetta.
Nel 1934 parte riserva, ma dalla prima sfida dei quarti con la Spagna, è titolare inamovibile; superata e vinta la rivalità con Rosetta, Monzeglio ora se la deve vedere con lo juventivo Alfredo Foni, cinque anni più giovane e autentica promessa del calcio italiano. Ai Mondiali del 1938, per uno scherzo del destino, è Monzeglio che parte titolare contro la Norvegia negli ottavi in quella che si rivelerà la sua ultima gara in Nazionale. L’Italia campione in carica trema fino ai supplementari e Pozzo, anche a seguito di una polemica con il generale Vaccaro (presidente della Federazione), lo sostituisce con Alfredo Foni.
Scoperto dal compaesano Caligaris, che lo vede ancora ragazzino stoppare un pallone uscito dal campo, Monzeglio gioca 16 stagioni nella massima serie con la maglia del Casale, del Bologna (scudetto e due coppe dell’Europa centrale) e della Roma. Non è un fuoriclasse, ma un robusto e onesto terzino metodista con un ottimo stacco di testa, un buon senso della posizione, preciso nei rilanci e nei tackle. Durante la sua permanenza nella Roma, dal 1935 al 1939, diventa istruttore atletico dei figli di Mussolini e del Duce stesso.