Il granitico alibi dei facinorosi del web |
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Il granitico alibi dei facinorosi del web |
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Calcio

Il granitico alibi dei facinorosi del web

Da Ruggero Canevazzi 09/01/2024

Se sui social ci sono solo insulti ed epiteti indegni, la responsabilità è di giornalisti, tifosi e giocatori avversari...

“Il VAR cieco”, titola il Corriere dello Sport, “Campioni d’inVARno” gli fa eco Tuttosport, a proposito della gomitata di Bastoni non vista dal VAR, nell’azione del gol di Frattesi che ha permesso all’Inter di battere il Verona e laurearsi campione d’inverno. Sono due esempi freschi di titoli provocatori tra i tanti che riempiono le pagine sportive dei quotidiani. Una tecnica dichiarata per attirare l’attenzione dei lettori. Che vengono invitati a leggere dopo essere stati stuzzicati o magari talvolta anche pesantemente provocati da un titolo, diciamolo pure, aggressivo. Un interista che legge i due titoli sopra avrebbe ragione di indispettirsi (eufemismo)? Fino a provare rabbia per come vengono depressi i meriti della sua squadra? Davvero un titolo di giornale può generare una forma di rabbia nel lettore tifoso? Forse sì. I giocatori delle squadre rivali, qualunque esse siano, se esultano in faccia ai lui e agli altri tifosi o addirittura in faccia ai propri giocatori, possono generare ulteriore rabbia nel tifoso, già provato dalla digestione di un titolo provocatorio? Potrebbe anche essere. Può quindi il tifoso vessato da giornalisti, giocatori e tifosi “nemici” esplodere la propria rabbia con azioni violente? Naturalmente no. Può però almeno sfogarsi sul web, sui social, ad esempio se milanista o juventino, augurando la morte alla famiglia di Thomas Henry, attaccante del Verona reo di avere sbagliato il rigore del pareggio che avrebbe frenato la corsa in classifica dell’Inter? Ovviamente no. Ovviamente?

Forse, ahinoi, non così ovviamente, visto che in molti sul web – chiamiamoli geni fra gli webeti – senza giustificarli apertamente, trovano che i post abominevoli che “animano” (leggasi distruggono, rendendolo inaccettabile) il dibattito online siano comprensibili alla luce delle provocazioni giornalistiche o di qualche esultanza sopra le righe. Così, a fronte dell’intervento su X di Lia Capizzi, giornalista sportiva, per condannare senza se e senza ma l’elegante e simpatico augurio di morte alla famiglia di Henry di cui si è detto, capita che alcuni di loro rispondano come segue: “Non pensa che il giornalismo debba finalmente fare autocritica? Decenni di trasmissioni e articoli ripugnanti, che non hanno fatto altro che coltivare il sentimento popolare e avvelenare i pozzi, e questi sono i risultati?” Oppure, fonte un altro webete: “Quando vengono derisi gli avversari, quando si danno le gomitate in faccia, quando si continua a giocare con giocatori a terra, e stiamo parlando di 11 atleti, cosa ci si può aspettare da decine di migliaia di persone?”.

Insomma, se i giornali provocano e gli avversari non si fermano quando un giocatore della propria squadra è a terra (quando in realtà solo l’arbitro, regolamento alla mano, può interrompere o meno il gioco), allora non ci si deve stupire se sul web volino i peggiori insulti. I responsabili non sono gli autori delle frasi abominevoli, bensì i giornalisti e i giocatori avversari.

Tutto grottesco da sembrare ridicolo, se non raccapricciante. Un enorme coacervo di odio e ignoranza che c’è sempre stato – quello sì che ha avvelenato e avvelena i pozzi, altro che i giornalisti provocatori, anche se qualche eccesso c’è sempre in qualsiasi categoria – , ma che viene a galla solo in questi anni a causa dei social. Già i social, responsabili come giornali, tifosi e giocatori avversari dell’odio che fa marcire il calcio…: un’analisi perfetta, caro amico webete.

C’è una soluzione a tutto questo? No, perchè con gli webeti è impossibile dialogare. Semmai un tentativo – forse velleitario – di avvicinamento tra tifosi e addetti ai lavori potrebbe arrivare se la Federazione si decidesse a far parlare gli arbitri, non a caldo al novantesimo ma in conferenza stampa dopo il match. Forse con la spiegazione di un errore o di un mancato ricorso al VAR molti episodi verrebbero letti con più chiarezza e meno animosità. Lasciando qualche mugugno in chi sarebbe costretto, per onestà intellettuale, a dare ragione alla controparte. Questo però può funzionare coi tifosi per bene, magari arrabbiati, ma in grado di controllarsi e discernere tra un post sopra le righe e una minaccia da leone da tastiera. Parlare di webeti con onestà intellettuale è come parlare di ghiaccio bollente, un ossimoro in piena regola. No, gli webeti meglio ignorarli e abbandonarli a loro stessi.

Tags: #serieA, #tifosi

Condivisione...

Articolo precedente
Azzurro Cenere – Enzo Bearzot e la “marcatura a uomo” su Ferenc Puskás
Articolo successivo
Le fatiche di Djokovic. “Il ritiro? ci penso”

Nota sull’autore: Ruggero Canevazzi

Giornalista pubblicista e ingegnere. Grande appassionato e conoscitore di tennis, calcio e rugby, ha praticato hockey su prato a livello agonistico e poi ha seguito il Sei Nazioni per Sportsenators con Italia-Francia 2019, Italia-Galles 2023, dopo molte altre partite della Nazionale di rugby sempre nel Sei Nazioni e Irlanda-Italia alla World Cup 2015. Per il tennis ha seguito per Ubitennis due US Open (2015 e 2016), due Roland Garros (2017 e 2018), due ATP di Montecarlo (2014 e 2016), due turni di Fed Cup (Italia-Slovacchia a Forlì 2017 e Italia-Belgio a Genova 2018), l'ATP tedesco di Halle nel 2019 e nel 2023, le ATP Finals di Londra 2019. Per Sportsenators è stato inviato a Wimbledon 2022 e agli Internazionali d'Italia a Roma del 2024. Autore di circa 350 articoli.

Post correlati

  • Ecco perché la nazionale, oggi, è un uccello con un’ala sola
  • Mi spezzo ma non mi piego
  • Champions, Juve e Atalanta sorridono, ma Napoli rivede… Maradona!
  • Massurìe, Claut, Roger… La breve storia del gigante Grava è una ballata
  • Senegal beffato dal “nuovo” fair play del calcio. Dov’è la correttezza?
  • Pirlo e le rivoluzioni a metà

Ultimi articoli

  • Chiusa una storica edizione degli Internazionali Bnl d’Italia con quasi 400 mila spettatori. Presentato il nuovo campo centrale
  • Sinner – Alcaraz, i segreti della sfida finale agli Internazionali Bnl d’Italia
  • Giro in Testa – Siena come Trieste: la città fraternizza con la maglia rosa Cottur, ma Leoni rovina la festa
  • Magnifica Jasmine, sconfigge la Gauff vince gli Internazionali Bnl d’Italia realizzando il sogno da bambina
  • Dal pasticcio di maccheroni di serie A al pane duro della D: congelare i ricordi per salvare la pelle
  • Fiocchi di Ghiaccio: “Cortina è pronta, ma Federica … Non forzare, ti vogliamo solo se sei è al 100%”

Sport Senators

Le grandi firme di 45 Olimpiadi, 8 mondiali di calcio, 86 tornei del Grande Slam, 13 Tour de France, 43 giri d’Italia, 20 GP di Formula 1, 31 Mondiali di Atletica leggera, 100 campionati Mondiali ed Europei di nuoto, ginnastica, scherma, judo, e tanti altri sport.

Accounts Social

  • Facebook
  • Twitter

Newsletter

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
Iscriviti!

Cerca

Sport Senators © 2018 - All Rights Reserved | Testata registrata al Tribunale di Milano. Registrazione n.168 del 30.05.2018. Direttore responsabile Vincenzo Martucci

  • Home
  • Chi Siamo – Le nostre firme
  • Sport
  • Accadde Oggi
  • Galleria
  • Sport per Tutti
  • TennisVintage
  • Privacy policy

Continuando la navigazione, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi