Questo è solo il settimo torneo da professionista di Iga Swiatek, ed è già in finale. E parliamo di uno Slam.
Iga anche oggi ha lasciato le briciole all’avversaria, una comunque eccezionale Nadia Podoroska, giunta fino alla semifinale dalle qualificazioni.
Gioca con tranquillità, Swiatek, non subisce minimamente il nervosismo di un traguardo così enorme.
Così ha vinto fin dal primo turno, prendendo il campo fin dalla risposta, e impostando poi un gioco aggressivo. Non le manca nulla tecnicamente, è potente, serve bene.
E oltretutto ha mostrato nervi d’acciaio.
Che altro aggiungere?
Forse che ha anche la testa sulle spalle. Terminata la scuola superiore lo scorso anno, ha assunto una mental coach che la segue ovunque, insegnandole a non porsi aspettative troppo alte, coltivare l’umiltà durante il match. Proprio come il suo idolo dichiarato, Rafa Nadal.
Iga ha deciso: si concede due anni per raggiungere la top ten e vittorie importanti. Se ciò non accadrà, tornerà a studiare.
Visto come ha raggiunto la finale del Roland Garros, senza perdere un solo set, l’università può attendere.
Variare molto era la tattica decisa da Kenin per affrontare Kvitova, nell’intento di farla muovere il più possibile – gli spostamenti, tasto dolente per Petra- e ci è riuscita fin da subito.
Complice un servizio non brillante della ceca e tanti, troppi errori anche in risposta.
Battere Kvitova può essere facilissimo o difficilissimo. Dipende da lei. Oggi era entrata in campo nella versione peggiore, sparatutto e tutto fuori.
Poi si è resa conto lei stessa che era troppo grave giocarsi così una semifinale Slam, e si è data una regolata. Più accorta, intelligente e paziente, ma non basta. Chiede ancora troppo alla sua risposta, ma non è giornata.
Il parziale è di Kenin, 6/4.
Petra inizia ad avere chance di breakkare l’avversaria nel secondo set, ma non riesce a sfruttarle e, in giornata no anche al servizio, complice il vento che è un problema per il suo lancio di palla molto alto, soffre anche nei suoi turni di battuta.
La coriacea Kenin non si abbatte e, pur tremando al momento di servire per il match, vince in due set e conquista la seconda finale slam dell’anno.
Due semifinali brutte e poco avvincenti, e per avere una finale entusiasmante bisogna solo sperare che Iga tenga salde le briglie sui propri nervi. La pugnace Sofia lo farà.
Silvia Aresi
(foto wtatennis.com)