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Brescello è nota per le vicende di Don Camillo e Peppone, la celebre saga scritta da Giovanni Guareschi nel Secondo Dopoguerra e in grado di raccontare un’Italia divisa in due, fra i dogmi del Cattolicesimo e i progressi del Comunismo. Cinquant’anni dopo l’Italia si è divisa nuovamente per via di Brescello, questa volta a causa di una partita di calcio che vide la compagine locale sfidare i vice-campioni d’Europa della Juventus.
A differenza del coraggioso sacerdote di campagna e l’ottuso sindaco l’incontro va in scena a qualche chilometro di distanza dalle sponde del Po dove da alcuni anni sta brillando la stella della Polisportiva Brescello. Grazie a una doppia promozione avvenuta a inizio anni Novanta, i gialloblu raggiungono la Serie C1 presentando fra le proprie fila anche giocatori di Serie A come Simone Inzaghi, Riccardo Zampagna e Dario Morello.
Dopo una salvezza arrivata in extremis nel 1996 ai play-out, l’anno successivo arriva il secondo posto nel girone A a un solo punto dal Treviso e di conseguenza dalla promozione in Serie B. Per quel punto l’undici reggiano deve passare dai play-off dove esce in semifinale a causa di una doppia sconfitta con il Monza nonostante i dieci gol messi a segno durante la stagione da Francesco Bertolotti.
Ciò apre la strada a un nuovo ciclo con l’arrivo di un emergente attaccante piacentino come Simone Inzaghi, fratello minore del bomber della Juventus Filippo, ma soprattutto con il lavoro svolto dall’allenatore Giancarlo D’Astoli che ha creato un gruppo solido, pronto a partecipare per la prima volta nella sua storia alla Coppa Italia.
Come da tradizione si parte con il primo turno dove sotto il sole cocente di un pomeriggio d’agosto il Brescello strapazza per 4-1 la Lucchese allo Stadio Mirabello di Reggio Emilia grazie alle doppiette di Massimo Borgobello e Emiliano Centanni. Al ritorno una settimana dopo a Lucca non si va oltre l’1-1 con i padroni di casa che vanno in vantaggio a inizio secondo tempo, ma vengono ripresi da un rigore al 76’ da Arnaldo Franzini.
Nulla di particolare se non fosse che il Brescello a questo prenderà parte ai sedicesimi di finale dove entrano in scena le grandi della Serie A a partire dai campioni d’Italia della Juventus. E’ la squadra di Bobo Vieri e Alen Bokšić, di Alessandro Del Piero e Michele Padovano, di Nicola Amoruso e Zinedine Zidane, considerata la “più bella e completa” di sempre secondo Roberto Beccantini. Una macchina quasi perfetta, che si è inceppata soltanto in finale di Champions League quando a passare è il Borussia Dortmund del Pallone d’Oro 1996 Matthias Sammer.
A quel punto il Brescello toglie dall’armadio l’abito della domenica e si trasferisce allo Stadio del Giglio dove si prospetta una serata da incubo per la difesa gialloblu. Il 4 settembre 1997 accade però qualcosa di strano: Antonio Conte e compagni vengono accolti da insaccati e formaggi, come se si trattasse di una festa di paese, facendo pensare a tutti che si tratti semplicemente di una gita di inizio stagione.
Non appena il Brescello scende in campo mette in difficoltà la squadra di Marcello Lippi con Corrado Oldoni che dopo soli due minuti centra in pieno uno dei pali protetti da Michelangelo Rampulla. Caso vuole che lo stesso centrocampista, avendo il 41 e mezzo di piede, verrà chiamato dalla Nike per testare la scarpetta R9 Mercurial che avrebbe accompagnato Ronaldo ai Mondiali di Francia 1998.
I bianconeri sono presuntuosi, svogliati, fermi, tanto che in meno di tre minuti Paolo Montero riesce nell’impresa di beccarsi due cartellini gialli e lasciare la propria squadra in dieci. Il Brescello gioca a memoria e al 42’ passa in vantaggio con Franzini che su rigore spiazza Rampulla. Davide ha colpito ancora, Golia è in crisi. La Juventus reagisce, segna con Conte al 56’, ma non riesce a sorpassare i reggiani che addirittura rischiano di conquistare un clamoroso successo.
Gli highlights di Brescello-Juventus
Il pareggio va stretto a Inzaghi e compagni, ma c’è poco da chiedere dopo una prestazione di questo genere. La Juventus sbaglia una volta, ma non due e la dimostrazione arriva al Delle Alpi il 24 settembre quando la squadra di Marcello Lippi si impone per 4-0 con due autogol di Alessandro Delpiano, una rete di Nicola Amoruso e una di Daniel Fonseca. Per il Brescello la favola si interrompe qui, ma il bello arriverà nel 2000 quando l’undici emiliano verrà estromesso ai play-off dal Cittadella per il miglior piazzamento in classifica dove i due pareggi in finale.
Quello sarà il preludio a un lungo e devastante declino che porterà in pochi anni il Brescello fra i dilettanti prima e al fallimento poi, ma nel comune di Don Camillo e Peppone ci sarà sempre spazio per D’Astoli e i suoi ragazzi.