Una preghiera, accorata. Dovi, per cortesia, diventa un po’ cattivo. Lo sappiamo, sei troppo un bravo ragazzo, nessuno come te analizza i valori in campo, sa riconoscere i suoi limiti (e quelli della sua moto, oggi la rossa Ducati) ma è arrivato il momento di violentarti.
Per la prima volta nella tua carriera hai la grande occasione della vita. È il momento di mostrare i muscoli. Difficile, difficilissimo, ma non casualmente adesso sei in piena lotta per provare a fare sogni iridati e non puoi tirarti indietro: non sarebbe giusto per il popolo rosso, quello che ora può sognare a due e quattro ruote, sarebbe un delitto per te, operaio delle due ruote, forse senza le stimati della star, ma oggi perfettamente a tuo agio nei panni del protagonista.
Eri arrivato a Barcellona dicendoti sicuro che qui non c’era trippa per gatti. La vittoria di quattro giorni prima al Mugello era stata meravigliosa, ma la vedevi come una bella favola da mettere nell’album ricordi prima di una domenica dove stringere i denti e provare a portare a casa qualche briciola. Ne eri convinto e forse avevi anche ragione. Ma poi hai capito, prova dopo prova, che gli altri erano messi peggio di te e ci si poteva provare.
Così la favola del Mugello è diventata la leggenda di Barcellona, una pista sempre dolce-amara per la Ducati, che qui aveva vinto la prima gara in MotoGP (nel 2003 con Capirossi), ma nel 2006 aveva visto svanire il sogno iridato sempre con Loris, che era stato coinvolto nel mucchio innescato dal compagno di squadra Sete Gibernau. Doppietta (dopo 7 giorni) a 7 anni di distanza dall’ultima volta, ovviamente Casey Stoner (Aragon-Motegi 2010) per soli 7 punti di ritardo da Maverick Vinales, che prima sembrava irraggiungibile, nel Mondiale.
Se la cabala dei numeri può servire a qualcosa, Andrea, leggi: “Il numero 7 ha, molte altre caratteristiche quali l’intuizione, la capacità di fondere magia e realtà, la capacità di “realizzare” il magico nel quotidiano. Per i Pitagorici era il numero della perfezione ciclica, associato geometricamente al cerchio”.
Ci siamo. Potremmo avere tutti gli elementi per iniziare a costruire una storia diversa per questo Motomondiale 2017. Se è arrivato un risultato del genere su una pista che obiettivamente doveva essere difficile, significa che non è giusto porre limiti alle ambizioni. Da poco si è doppiata la boa del terzo di campionato, la strada è lunghissima – 11 gare – ma si può percorrerla col sorriso. Che adesso non fai fatica a mostrare, senza pudori.
Del resto la situazione è perfetta. Tu sei in una condizione personale straordinaria, ma anche la Ducati forse ha imboccato la strada giusta. Il merito è anche di Jorge Lorenzo, il cui arrivo ha portato tanti vantaggi, a parte la riduzione del tuo ingaggio, per pagare il suo… Però l’arrivo dello spagnolo ha costretto a concentrare le energie per fare crescere (innegabilmente) il progetto. E poi, che sia reale (più probabile) o solo formale l’atmosfera nel team è decisamente più rilassata del passato: sinceramente non ci ricordiamo un pilota della classe regina che per due volte di fila vada sotto il podio ad applaudire il compagno che lo ha battuto, con grande gioia dei propri denigratori. Invece in questa Ducati sta succedendo. Senza timori reverenziali per i colossi giapponesi.
Allora Dovi, per favore, questa volta chiudi nella cantina della tua bella villa di Forlimpopoli l’Andrea prudente, schivo, fin troppo cauto. E diventa un po’ “bastardo”. Come lo sono tutti i campioni.
Filippo Falsaperla