Al Royal King’s Park di Perth in Australia, l’Italia di Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola supera gli Stati Uniti 3-2 qualificandosi per la prima volta per la finale della Coppa Davis. Gli Stati Uniti non venivano eliminati prima della finale dal 1936. L’Italia, che aveva perduto entrambi i singolari della prima giornata, opera una rimonta storica: prima aggiudicandosi il doppio con Pietrangeli-Sirola su Buchholz-McKinley (13-11 al quarto set) e infine conquistando gli ultimi due punti con Pietrangeli (6-4 al quinto set su Buchholz) e Sirola (3 set a zero a MacKay).
Nato a Tunisi l’11 settembre 1933, Nicola Pietrangeli è il più grande che il tennis italiano abbia mai avuto. È il primo italiano a iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro di un torneo del Grande Slam. L’impresa nel 1959 e nel 1960 quando Nicola trionfa al Roland Garros battendo in finale prima il sudafricano Ian Verkmaak e poi il cileno Luis Ayala.
Di padre italiano e di madre russa, cresce a Roma dimostrando un talento sconfinato per il tennis e un passante di rovescio unico nel gesto e nella coordinazione. Amato per il carisma e per la contagiosa simpatia, si fa apprezzare anche per l’eleganza dello stile che raggiunge il massimo nell’uso sapiente delle smorzate.
Ai due successi al Roland Garros, accompagna due vittorie agli Internazionali d’Italia e una storica semifinale a Wimbledon quando rischia di mettere in ginocchio l’australiano Rod Laver, che di lì a poco realizzerà il primo Grande Slam.
Non è da meno neppure nel rendimento in Coppa Davis. Si devono a lui le prime due finali raggiunte e perse, nel 1960 e 1961, contro l’imbattibile Australia. Poi, dopo aver appeso la racchetta al chiodo, diventa capitano non giocatore portando l’Italia alla conquista dell’insalatiera nella finale di Santiago del Cile (1976) e alla sconfitta di Sydney nella finale del 1977. Nel 2006 il Coni gli intitola l’ex centrale del Foro Italico.