Va bene, 50 a 18 è una scoppola. Inutile girarci intorno. E fa male. D’altra parte nel rugby vince chi è più forte e i Pumas lo sono stati, però quel punteggio non rende giustizia agli azzurri.
Coach Gonzalo Quesada si era detto ottimista nel prepartita, fiducioso nella squadra. Il match l’hanno studiato. Oltretutto lui è argentino, i Pumas non solo li conosce bene, ci ha giocato (38 presenze e 486 punti marcati), così come il loro allenatore, Felipe Contepomi (87 presenze e 651 punti marcati).
Alla fine abbiamo scoperto che in corso d’opera gli azzurri hanno dovuto rivedere il piano di gioco perché in campo con gli albinocelesti c’era un Tetaz Chaparro illuminato, uno dei leoni del Benetton Treviso che conosceva bene i compagni di club, tanto da costringerli a cambiare tattica.
NON TUTTO È DA BUTTARE
Con l’Argentina si sono viste due Italia, una coraggiosa, tosta, affamata nel primo tempo, un’altra incerta, imprecisa, confusa nel secondo. Gli azzurri vanno assolti.
Hanno avuto pochi giorni per prepararsi. Inoltre, proprio l’impressionante pressione argentina – la stessa che ha sconfitto Francia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Irlanda – ha messo in luce alcuni diamanti azzurri: Spagnolo, Menoncello, Nicotera …
Troppo giovani? La differenza dei cap si fa sentire, specie con i Pumas così rapaci. Questa freschezza può però permettere alla squadra di girare in fretta la pagina ed affrontare al meglio la Georgia.
DALLA FRENESIA ALLA PAZIENZA
Paolo Conte cantava “in un mondo di adulti si sbaglia da professionisti” e gli azzurri lo sono. Ora testa e cuore alla Georgia: per i Lelos (soprannome che arriva dalle radici di uno sport tradizione georgiano, il lelo burti, simile al rugby ) sarà la partita più importante dell’anno.
Italia e Georgia si sono affrontate quattro volte, tre in Italia e una in Georgia e ogni volta a prevalere è stata la squadra di casa. Quello che ci ha detto l’altro giorno in conferenza Leonardo Marin ci fa ben sperare: “Con l’Argentina siamo scesi in campo con troppa fretta di vincere. Con la Georgia dovremo costruire piano piano, punto per punto; ritrovare la nostra identità per appassionare di più i nostri tifosi”.
Senza gli infortunati Ruzza, Cannone e Capuozzo, dobbiamo venire a capo di una squadra che schiera 15 giocatori (9 titolari e 6 che partono dalla panchina) impegnati in Francia, nell’ambito e competitivo Top 14.
Domenica 17 novembre alle 14.40 allo Stadio “Luigi Ferraris” di Genova, l’Italia risponderà presente alla chiamata della storia.