La maggior parte degli albanesi sta cenando quando sul televisore compare una notizia che spegne i sogni olimpici di una piccola nazione, più famosa per l’acqua cristallina delle sue coste che per i risultati sportivi: Lara Colturi sarebbe pronta a tornare in Italia.
Per chi non conosce il mondo dello sci alpino, questo è un nome che potrebbe dire nulla, ma dalle parti di Tirana la 18enne piemontese è un idolo dopo che nel 2022 ha scelto di abbandonare la madre patria e attraversare l’Adriatico per esordire in Coppa del Mondo a soli quindici anni. Obiettivo centrato visto che, al compimento della maggiore età, Colturi ha già messo a segno tre storici podi nel massimo circuito mondiale in discipline come gigante e slalom dove, escluse le punte di diamante Brignone e Goggia, l’Italia ha faticato decisamente mostrando tutti i limiti di un mancato ricambio generazionale.
Ciò che tormenta la giovane piemontese è quell’aspetto riguardante il suo futuro: in Albania non ci sono garanzie per un eventuale futuro ad alto livello, soprattutto qualora si decidesse di tornare alla velocità e puntare alla conquista della Sfera di Cristallo. Il budget è ridotto e, benché munifici sponsor come Red Bull possano dare una mano, l’assenza di strutture all’altezza all’ombra dei Balcani lascia trasparire una crescita limitata.

Proprio quello che il clan Colturi, guidato da una “madre padrona” come Daniela Ceccarelli, non vorrebbe. La campionessa olimpica di Salt Lake City 2002 è stata senza dubbio la grande artefice del passaggio di Lara in Albania al fine di bruciare quelle tappe che la FISI considerava fondamentali da percorrere per una ragazzina (vedi la partecipazione alle gare FIS e l’approdo in Coppa Europa prima di fare il grande salto in Coppa del Mondo), tuttavia questa scelta coraggiosa si sta rivelando un boomerang.
Lara ha risalito le graduatorie WCSL che assegnano i pettorali di partenza, tuttavia ha dovuto far i conti con una lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio destro a inizio 2023 mentre si preparava per la discesa libera dei Mondiali Juniores. Un infortunio che l’ha tenuta ferma ai box e ha bloccato la sua corsa nella velocità, escludendo di fatto queste specialità dal suo programma. Un incidente probabilmente frutto dell’inesperienza e della volontà di accelerare a tutti i costi per dimostrare che Lara sia all’altezza della nomea di “nuova Shiffrin” che spesso le è stata affibbiata e a cui i genitori hanno creduto, tanto da portarla via dall’Italia, decisa a tappare le ali a una fuoriclasse “in pectore”.
Ora che l’Albania non è in grado di sostenere finanziariamente e tecnicamente le esigenze di Colturi, l’opportunità di debuttare alle Olimpiadi Invernali in casa con la tuta della Nazionale per cui ha sempre sognato di gareggiare, il ritorno in Italia è praticamente scontato. Inutili le promesse del presidente federale Elvis Toci che parlano di un finanziamento di “300.000 euro” da parte del governo albanese, il clan Colturi ha deciso e proverà a tornare in Italia, con o senza l’accordo con Tirana.

Il vero problema è che, qualora l’Albania non desse l’ok entro il prossimo 1 maggio, facendo di fatto i propri interessi (come sottolineato dallo stesso Toci), a quel punto si aprirebbero due strade comunque impervie per l’atleta della Val di Susa: gareggiare ancora con i colori albanesi anche nella prossima stagione e affrontare le Olimpiadi in Italia al pari di una “traditrice” (come più volte considerata dai tifosi tricolori) oppure fermarsi per un anno in attesa di un accordo e ripartire da zero nell’autunno 2026 con la maglia dell’Italia?
La speranza, per tutti, che si possa trovare un accordo e che Lara possa tornare sotto l’egida dell’Italia al più presto al fine di rilanciare un movimento che, una volta perse Brignone e Goggia, rischia di spegnersi. Ciò che siamo certi che da questa storia l’unica a perderci è Colturi che, nemmeno maggiorenne, si è trovata nel mezzo di un braccio di ferro fra una Federazione decisa a proteggerla e dei genitori forse troppo ambiziosi, pronti a tutto pur di lanciarla.
Perdere Milano-Cortina 2026 sarebbe la beffa finale di una disputa senza senso, con buona pace degli amici albanesi che, sentendo al telegiornale questo scoop, si sono visti andare il cibo di traverso senza nemmeno aver il tempo di reagire.