Pisa è una delle città più amate all’estero. Il fascino della Torre Pendente richiama da sempre turisti da tutto il mondo, ma quando Bernard Hinault approda nella città toscana non è certo per una vacanza.
Il “Tasso” bretone è alla prima partecipazione al Giro d’Italia, eppure quando il 20 maggio la Corsa Rosa giunge in riva all’Arno, il francese non si è ancora visto. Dopo il dominio mostrato alla Liegi-Bastogne-Liegi, Hinault si è limitato ad amministrare lasciando sfogare il suo avversario numero 1, Francesco Moser.
Dopo esser stato battuto l’anno precedente da Giuseppe Saronni, lo “Sceriffo” è intenzionato a rifarsi e lo dimostra a Genova dove nel prologo si prende la maglia rosa precedendo di quattro secondi Knud Knudsen e di sei lo stesso Hinault. Nelle tre tappe successive il trentino prova a buttarsi in volata, ma non c’è niente da fare, il rivale Giuseppe Saronni è scatenato e firma un tris che non si vedeva da tempo.

Per fare una valutazione di quanto potrebbe accadere è necessario attendere la quinta tappa, la cronometro tra Pontedera e Pisa. Trentasei chilometri piatti preceduti dalla vittoria il giorno precedente a Marina di Pisa di Dante Morandi, ma soprattutto trentasei chilometri sulla carta tutti a favore di Moser.
Il fuoriclasse di Palù di Giovo deve ampliare il distacco per evitare il sorpasso da parte di Hinault in vista delle salite, allontanando al tempo stesso Saronni dalle parti alte della classifica, tuttavia all’ombra della Torre le cose non vanno per il meglio. Il vento e la pioggia lo infastidiscono, le gambe non girano ed ecco che Moser non va oltre il sesto posto di tappa.

A vincere non è però il francese, ma il danese Jørgen Marcussen, una vera sorpresa in un Giro dominato dai pronostici. L’uomo dell’Inoxpran ferma il cronometro in 45’07” anticipando di quattordici secondi Hinault e di quarantotto il norvegese Knud Knudsen. Il capitano della Renault balza così al comando della graduatoria con trentadue secondi su Knudsen, mentre Moser scivola a cinquantaquattro.
Il ciclismo italiano è sotto shock, ma il giorno dopo c’è tempo per riposare e riflettere in vista della trasferta sull’Isola d’Elba prima di riprendere la discesa lungo la Penisola.