Znedek Zeman in panchina è sinonimo di spettacolo e calcio champagne. Che si tratti di Foggia-Barletta o del derby di Roma, potete star sicuri che finirà con una goleada. Un motivo in più per non perdersi l’andata degli ottavi di finale di Coppa Italia fra Lecce e Udinese che va in scena il 20 novembre 2004 allo Stadio “Ettore Giardiniero”.
E’ sabato pomeriggio, ma gli spalti dell’impianto pugliese sono pressoché vuoti. Il campionato è fermo per la pausa delle Nazionali e la Coppa Italia non rappresenta un diversivo abbastanza appetitoso nonostante Zeman sia alla guida dei salentini.
Le due squadre si sono in realtà già affrontate due settimane prima con un pirotecnico 3-4 per i friulani con Valeri Bojinov e Marek Jankulovski grandi protagonisti grazie a una doppietta che ha alimentato in particolare un secondo tempo senza senso logico, animato in particolare dall’Udinese, in grado di ribaltare il vantaggio giallorosso in un finale burrascoso. Prima il pareggio a un minuto dalla fine di Mirko Vucinic, poi il rigore di Jankulovski allo scadere per regalare i tre punti a Luciano Spalletti.
Quel pomeriggio di sabato 20 novembre il difensore ceco è assente complice l’impegno con la Nazionale, lasciando così spazio a un altro eroe dei nostri tempi: David Di Michele. L’attaccante di Guidonia Montecelio sino a quel momento ha segnato soltanto due gol in campionato con la maglia bianconera, ma quello stadio lo accende, forse complice quel passato foggiano che gli fa vivere quella sfida come se fosse un derby.

Per vedere Di Michele veramente in campo è necessario attendere quarantacinque minuti perché nel primo tempo esiste soltanto il Lecce. All’undicesimo Bojinov spunta all’improvviso nell’area dell’Udinese e si procura il rigore, travolto da Samir Handanovic. Sul dischetto va Cristian Ledesma e porta i pugliesi in vantaggio. Passano diciotto minuti e questa volta è Samuel Dalla Bona a salire in cattedra con un diagonale al limite dell’area che sorprende nell’incrocio dei pali il portiere sloveno. L’Udinese è asssente ingiustificata e al trentunesimo Bojinov la punisce nuovamente di testa, libero di saltare in area e sfruttare il calcio d’angolo di Dalla Bona.
Il Lecce sbaglia il poker con Giuseppe Abruzzese e, nel più classico degli episodi calcistici, l’Udinese torna in gioco al trentaquattresimo con Felipe, appostato in area in attesa di un cross da spizzare di testa in porta. Il Lecce non si ferma, continua ad attaccare e sbagliare prendendo una traversa, ma è la squadra di Spalletti a prendere il largo con Di Michele che al quaranticinquesimo accorcia le distanze.
Si torna negli spogliatoi sul 3-2 per i lupi salentini, ma l’andamento della sfida sembra ormai cambiato. Tutto ciò Zeman non lo sa e al rientro in campo manda i suoi ancora una volta all’attacco all’”arma bianca” con Marco Cassetti che al cinquantaquattresimo prende un altro palo da fuori area. L’Udinese sta aspettando solo l’occasione giusta per infierire sugli avversari e, come una formica operaia, realizza il 3-3 con Antonio Di Natale al cinquantasettesimo.
La situazione sembra essersi cristallizzata, in vista di un ritorno dove giocarsi il tutto per tutto, ma il Lecce non ci sta e al sessantasettesimo si riporta in vantaggio con la seconda rete di Bojinov, servito da Alex Pinardi. I pugliesi peccano però di superbia rimanendo in dieci con Massimo Paci al settantunesimo, preludio del nuovo pareggio dell’Udinese individuato proprio da Di Michele, bravo a raccogliere un tiro respinto corto da Luca Anania.
Tutto finito? Nemmeno per sogno perché all’ottantottesimo Di Natale firma la doppietta personale e fissa il tabellino sul 5-4. L’incontro non è ancora finito e, fino al fischio dell’arbitro, il Lecce ci prova. Vucinic semina tutti i difensori avversari, si presenta a “tu per tu” con Handanovic che lo travolge. Rigore ed espulsione per il portiere. Spalletti ha però effettuato tutti i cambi e decide così di mettere in porta Di Michele.
L’attaccante romano è in trance agonistica, si mette i guantoni e si mette sulla riga di porta. Vucinic parte ed ecco Di Michele che intuisce la traiettoria del pallone. Si lancia e para il rigore. E’ l’ultimo sussulto di una partita senza senso, dove le difese sembrano essersi prese un turno di pausa e gli attaccanti diventano degli eroi. Rammarico per i tifosi salentini che, pensando a uno scialbo 0-0, hanno deciso di trascorrere il pomeriggio a rimirare il mare d’inverno.